Il risanamento dell’ente locale, rapporti tra Osl e organo di revisione
Negli ultimi anni l’equilibrio economico-finanziario degli enti locali italiani è tornato sotto i riflettori a causa del crescente numero di comuni in difficoltà. I fenomeni di dissesto e predissesto finanziario non solo minacciano la qualità dei servizi pubblici, ma compromettono la fiducia dei cittadini nelle istituzioni locali.
L’evoluzione dell’analisi del Cncdec
Già nella scorsa annualità il Cndcec - Fnc aveva elaborato un documento analizzando i dati della Banca Dati Ifel sulle criticità finanziarie dei Comuni italiani che fotografava la situazione degli enti locali in crisi alla fine del 2023, corredato da numerosi dati, tabelle e grafici evidenziando un crescente ricorso negli anni agli istituti del dissesto e predissesto.
I dati più aggiornati confermano che la tendenza negativa non si è interrotta. Sempre attingendo alla stessa banca dati, si riscontra che a fronte dei 29 dissesti dichiarati nel 2023 l’anno 2024 ha visto ben ulteriori 34 enti deliberare lo stato di dissesto e nei primi mesi del 2025 sono stati 9 i comuni che hanno dichiarato lo stato di crisi.
Il Cndcec–Fnc, nel documento del 14 giugno 2024, aveva sottolineato «l’inefficacia delle disposizioni in vigore, la necessità di un intervento di revisione radicale dell’impianto normativo, di riforma organica e idonea a fornire all’ente strumenti di risanamento finanziario per la tutela dell’equilibrio economico e strumenti per intercettare segnali di crisi prima che la crisi diventi irreversibile».
La necessità di studiare interventi capaci di intercettare per tempo le situazioni di squilibrio prodromiche del dissesto è stata da sempre oggetto di riflessione anche in relazione ai parametri di deficitarietà strutturale la cui tabella ogni anno viene allegata al rendiconto. Tuttavia, tali indicatori si sono dimostrati di scarsa efficacia predittiva e spesso inadatti a fornire elementi che facciano preludere situazioni di criticità.
Il contributo delle Regioni: l’esempio del Lazio
In questa prospettiva, alcune Regioni hanno sperimentato misure proprie con l’obiettivo di sostenere gli enti prima che il dissesto si manifesti in tutta la sua gravità. Un esempio recente è il contributo che ha messo in campo la Regione Lazio, con la deliberazione della giunta regionale n. 583 del 10 luglio 2025 che ha recentemente rifinanziato il “Fondo per prevenire il dissesto finanziario dei comuni”, istituito dall’articolo 1, comma 76, della legge regionale 12/2011. La misura disciplina le modalità operative per l’esercizio finanziario 2025 e individua quattro parametri chiave per valutare il rischio di dissesto: un utilizzo continuativo dell’anticipazione di tesoreria, comprensiva della quota vincolata; un disequilibrio strutturale della parte corrente del bilancio; il disavanzo di amministrazione e l’ammontare dei debiti fuori bilancio. Si tratta di un approccio che punta a introdurre una sorta di “early warning system” a livello regionale, con la finalità di attivare misure correttive prima che la crisi diventi irreversibile.
L’intervento dell’Osl
Dall’analisi dei dati sopra esposti emerge con chiarezza che il fenomeno del dissesto interessa con maggiore intensità i piccoli e medi Comuni del Centro-Sud. Negli ultimi dieci anni la maggior parte degli enti che sono entrati in dissesto appartengono a questa area geografica.
I Comuni pertanto hanno iniziato a familiarizzare con le disposizioni contenute nel Testo unico degli enti locali (Dlgs 267/2000), che prevede negli articoli dal 244 in poi, una procedura speciale che consente, da un lato, la salvaguardia della continuità istituzionale dell’ente e dall’altro l’accertamento e l’estinzione della massa passiva pregressa. Protagonista di questa seconda funzione è l’Organo Straordinario di Liquidazione (Osl), un organismo terzo, nominato con decreto del Presidente della Repubblica, che si sostituisce all’ente per la gestione del pregresso debitorio.
Proprio con l’obiettivo di illustrare le «funzioni dell’Organismo straordinario di liquidazione degli enti locali in condizioni di dissesto finanziario» nella giornata odierna a Catanzaro è stato organizzato dal Cncdec, dalla Fondazione Nazionale Commercialisti, dall’Odcec di Catanzaro e con il patrocinio del MEF, di Ifel e Anci un convegno che vedrà la partecipazione anche del Presidente Ancrel Nazionale Marco Castellani.
I rapporti tra Osl e Oref
Sarà proprio questa l’occasione per evidenziare i rapporti che intercorrono tra l’Osl e l’organo di revisione, cui sono indirizzati gli approfondimenti di questa rubrica settimanale.
Due protagonisti della tenuta dei conti degli enti che, seppur collocati su fronti diversi e distinti, sono spesso chiamati a dialogare per garantire l’efficacia complessiva della procedura di risanamento.
Sinteticamente l’Osl assume la gestione straordinaria dei debiti pregressi, mentre l’ente locale, “ripulito” dal peso delle passività, continua ad amministrare la gestione corrente. Su quest’ultima l’organo di revisione mantiene un ruolo centrale di vigilanza e controllo sugli atti di gestione dell’ente in dissesto assicurando che l’amministrazione ordinaria sia improntata al rispetto degli equilibri finanziari.
In questa prospettiva i due organi dovrebbero instaurare un rapporto di complementarità, contribuendo entrambi, ciascuno per la propria parte, al percorso di risanamento dell’ente.
La finalità principale dell’Osl è accertare la massa passiva, reperire le risorse necessarie, per esempio tramite le alienazioni patrimoniali e fare ricorso, dove occorra, al Fondo di rotazione statale per estinguere i debiti sulla base di un programma che può prevedere il pagamento integrale o transazioni parziali. Parallelamente l’organo di revisione vigila sulla gestione ordinaria dell’ente, ponendo particolare attenzione all’acquisizione e alla corretta utilizzazione delle risorse indispensabili al superamento dello stato di crisi.
Occorre ribadire, con particolare enfasi, che l’Organo di revisione non esercita assolutamente alcun controllo diretto sulle operazioni dell’Osl.
Tuttavia, il suo contributo è determinante: la relazione che accompagna la deliberazione di dissesto deve descrivere in modo chiaro e documentato la situazione economico-finanziaria dell’ente, fornendo all’Osl un quadro preliminare delle passività e delle criticità da affrontare. Successivamente, nella fase di gestione, diventa essenziale verificare che i debiti siano correttamente distinti tra gestione straordinaria e gestione ordinaria, evitando indebiti trasferimenti al passato.
È auspicabile quindi che tra i due organi vi sia un flusso informativo periodico e puntuale, in grado di ridurre i disallineamenti procedurali e di favorire un percorso di risanamento più rapido ed efficace.
(*) Odcec Tivoli – Ancrel Lazio
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L’evento si svolgerà sia in presenza presso il Centro Congressi della Stazione Marittima di Napoli che su piattaforma Goto L’evento sarà introdotto da Marco Castellani e moderato da Gianni Trovati
Numerosi i relatori di rilievo
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Salvatore Bilardo - Dirigente Generale della RGS Ispettore Generale Capo I.Ge.P.A.
Massimo Gagliardi – Presidente Sezione di Controllo Corte dei Conti Campania
Luciano Fazzi – Vice Presidente ANCREL Nazionale
Simona Magliacano Responsabile CDP Relazioni Business PA Sud Italia
Andrea Ferri – Responsabile Finanza Locale ANCI/IFEL
Mariano D’Amore – Presidente Standard Setter Board, Prof. Univ. Parthenope Napoli
Simone Simeone – Presidente ARDEL
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