Urbanistica

Bagnoli (Napoli), pronti 320 milioni per la trasformazione dell'area ex Italsider

di Vera Viola

Dopo molti mesi di paralisi quella del prossimi 11 marzo potrebbe essere una data importante per il progetto di risanamento e rilancio di Bagnoli: la cabina di regia si riunirà a Roma «per consolidare il Piano e – come sottolineato dal ministro del Mezzogiorno Barbara Lezzi – saranno assegnati a Bagnoli 320 milioni per il triennio 2019-2021». Quanto manca per realizzare la bonifica, secondo i conti di Invitalia che è soggetto attuatore.

Intanto, nell’area ovest di Napoli anche per Città della Scienza parte un piano di rilancio. La cittadella dell’educazione scientifica nota nel mondo, dopo il 4 marzo 2013 quando un incendio distrusse in una notte il Museo, privata del suo core business, vide rapidamente aggravarsi una situazione finanziaria già molto precaria. Dopo sei anni molti nodi restano irrisolti, lo scheletro del Museo è ancora lì sulla spiaggia di Coroglio, ma Città della Scienza ora punta a rinascere: sta per chiudere un bilancio in pareggio, mentre si prepara il suo rilancio grazie anche all’approdo a Bagnoli del nuovo Competence center Campania Puglia, hub meridionale per il trasferimento dell’innovazione e delle tecnologie 4.0. Alla sua localizzazione e alla partnership con Città della Scienza, la Regione Campania ha destinato una dote di 12 milioni (fondi del Por Campania Fesr 2014-2020).

Ad aprile MedITech la società che gestirà il competence center inaugurerà (questi i programmi) sette laboratori nell’area oggi occupata dall’incubatore di Campania New Steel (joint venture tra Città della Scienza e Federico II), con cui potrà convivere e collaborare. Sono coinvolti nel centro di competenza 8 atenei, 41 grandi imprese in qualità di soci ordinari e 101 imprese di minori dimensioni. Il competence center meridionale gode anche di un finanziamento statale di circa 12 milioni a fronte di costi da sostenere per 25. «I progetti sono partiti – anticipa il coordinatore del Competence Center, Piero Salatino – c’è grande fermento e un dialogo mai esistito prima tra ricerca e imprese».

Si punta a voltare pagina. La crisi finanziaria si trascinava da tempo, e si è acuita dopo l’incendio. Nel 2016 la Fondazione perdeva 6,6 milioni e nel 2017 altri 2 milioni. I 94 dipendenti circa – di cui 83 a tempo indeterminato e 11 a tempo determinato – spesso rimanevano senza stipendio, la governance era ormai indebolita da veleni interni. Cosicchè, a dicembre 2017, la Regione guidata da Vincenzo De Luca ha deciso il commissariamento e ha affidato la cittadella fondata dal professore Vittorio Silvestrini alle cure del commissario, l’avvocato Giuseppe Albano, e del segretario generale Giuseppe Russo, mettendo sul tavolo un contributo straordinario di 1 milione. A un anno dal commissariamento il bilancio 2018, che a breve sarà sottoposto ai soci della Fondazione, chiuderà in equilibrio o quasi. La cura parte dalla modifica allo Statuto che consente di dare il controllo ai soci sostenitori: Miur e Regione Campania. Resta un folto gruppo di soci eccellenti in rappresentanza dell’Accademia nazionale e campana e resta presidente onorario il fondatore Vittorio Silvestrini. Il piano industriale poi definisce le linee programmatiche. «Città della Scienza deve continuare a reggersi su due gambe - spiega Russo -. L’attività di divulgazione scientifica è il core business per cui sono necessari aiuti pubblici. La seconda gamba, convegnistica, trasferimento tecnologico, internazionalizzazione e promozione di imprese innovative, non può prescindere da una rigorosa analisi dei costi».

Nel primo anno si taglia la spesa di 1 milione e nel 2020 si replicherà. Parte la riorganizzazione interna. E viene definito un piano di rilancio con investimenti da 2 milioni da attuare nel 2019 in strutture e tecnologie. Resta un debito di 18 milioni a cui far fronte, con una quota di 5 milioni a breve termine verso banche e fornitori. In sintesi il giro d’affari è di 12 milioni circa, con contributi pubblici di 3 milioni da parte della Regione e di 1,4 milioni del Miur. Altre entrate ammontano a 1,6 milioni. Il costo del personale assorbe ogni anno almeno 4,7 milioni. «Grazie ai sacrifici di tutti, Città della scienza sta uscendo da una crisi strutturale ed entra in una nuova era - precisa Russo -. Un nuovo modello organizzativo molto “piatto” permetterà di conciliare il ruolo sociale con la sostenibilità economica».

Il decollo di “Corporea” , il museo del corpo umano, in costruzione da un decennio, in parte colma il vuoto lasciato del Science Center. I 230mila visitatori annui (di Corporea e Planetario) producono introiti di 1,6 milioni. Ma la ricostruzione del museo della Scienza è bloccata. Un Accordo di programma da 70 milioni, il progetto internazionale sono l’antefatto. Ma la localizzazione resta incerta. L’Accordo interistituzionale per Bagnoli-Coroglio del 2017 propone una nuova localizzazione del Science Center alle spalle dell’attuale complesso. Soluzione che Fondazione Idis ritiene inadeguata. Ricorre al Tar. Tutto si ferma.

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