Appalti

Sempre più italiani in città, cresce l'esigenza di trasporto pubblico locale efficiente e sostenibile

di Alessandro Vitiello

Il 71% degli italiani vive in aree urbane, percentuale che salirà al 78% entro trent'anni, e ha un tasso di mobilità molto elevato, che nel 2017 era all'85%. La tendenza negli altri Paesi Ue è la stessa, con percentuali di urbanizzazione che si attestano in media al 74% oggi e all'82% nel 2050, per un tasso di mobilità sempre crescente.
In tale contesto, diventa sempre più importante il trasporto pubblico locale, che oltre a essere un fattore significativo di sviluppo economico, come tutti gli altri servizi pubblici ha le potenzialità giuste per migliorare la qualità della vita dei cittadini. L'effetto moltiplicatore degli investimenti in mobilità, d'altronde, è ritenuto molto importante: le stime dicono che con risorse stanziate per a circa 2,8 miliardi annui si può generare, nel quinquennio 2019-2023, valore aggiunto per circa 4,3 miliardi l'anno (0,2% del Pil) e creare circa 110mila unità di lavoro in più ogni anno.

Il focus
L'incipit del Focus «Luci e ombre della mobilità urbana in Italia: ripartire dal trasporto pubblico», messo on line il 3 maggio scorso dalla Cassa depositi e prestiti non lascia dubbi sul carattere strategico del Tpl come volano di sviluppo locale, sicché ne fotografa l'attuale stato di salute. Che, purroppo, non è molto confortante, specialmente se comparato con quello degli altri Stati membri Ue.
La nostra rete di metropolitane e tramvie è ancora scarsa e l'età media degli autobus è elevatissima (12,3 anni contro una media Ue di 7 anni). Mezzi vecchi che, oltre a danneggiare l'ambiente per l'alto livello di emissioni, hanno anche costi di manutenzione sei volte maggiori di quelli nuovi. Non dimentichiamo, del resto, che uno dei grandi paradossi del «bel paese .. che 'l mar circonda» è essere una penisola con 7.456 chilometri di coste, dove però persone e merci si spostano e sono trasportate soprattutto su gomma. Colpa di una rete infrastrutturale storicamente impostata a servizio di automobili e camion, con il miraggio delle autortrade del mare. Anche se - dice il rapporto della Cdp - qualcosa sembra cambiare.

Voglia di mobilità
Premesso che il tasso di mobilità in Italia è in crescita come in tutta Europa, probabilmemnte in tutto il mondo, sembra farsi strada nella testa degli italiani l'idea di rivalutare il trasporto pubblico locale in base a criteri come la sostenibilità ambientale e l'effetto moltiplicatore di ricchezza. Passando dall'essere valutato come bene inferiore a bene di merito.
La Commissionbe Ue, inoltre, ha stimato i costi del traffico stradale in 2 punti percentuali di Pil all'anno, quello connesso all'incidentalità pari a un ulteriore 1,5% e quello riconducibile all'inquinamento atmosferico e acustico ad almeno lo 0,6%.

Mercato&servizio
Nel complesso, il mercato italiano ha dimensioni anche parecchio ridotte rispetto a quelli degli altri competitors euorpei: Germania, Francia e Regno unito hanno tutte un fatturato che supera i venti miliardi, mentre in Italia siamo a 12,1.
Gran parte del servizio è svolto da una miriade di società a partecipazione pubblica che hanno scarsa redditività e dipendono fondamentalmente da sussidi pubblici. Una polverizzazione del settore che si riflette negativamente sulla capacità di fare investimenti e quindi, per esempio, di svecchiare il parco autobus.

Eppur si muove!
Proprio gli investimenti nel trasporto pubblico locale (rinnovo del parco mezzi, infrastrutture, materiale rotabile ferroviario e flotte navali) hanno un impatto (misurabile) positivo sull'intero sistema economico. Le risorse stanziate complessivamente a livello nazionale - questo il principale dato positivo sciorinato dalla Cdp - sono 22,7 miliardi circa:
- 6,3 miliardi tra il 2018 e il 2033 per l'acquisto di nuovi autobus, diesel, a metano ed elettrici con le relative infrastrutture di supporto (colonnine per le ricariche);
- 2,4 miliardi distribuiti tra il 2017 e il 2022 per il rinnovo del parco treni;
- 372 milioni di euro tra il 2017 e il 2033 per la flotta navale adibita al trasporto pubblico-locale;
- 3,6 miliardi di euro tra il 2018 e il 2025 per le infrastrutture metropolitane, tranviarie e per il trasporto rapido di massa.
Il circuito virtuoso innescato da una forte politica di investimenti protratta nel tempo, in conlcusione, sembra essere l'unica strada percorribile perché il Tpl possa raggiungere unuovi e migliori standard di qualità ed efficienza

Il focus della Cassa depositi e prestiti

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