Urbanistica

Ex scalo ferroviario Farini, ecco la nuova accademia di Brera

di Giovanna Mancini

Il processo di trasformazione di cui Milano è protagonista indiscussa in Italia da alcuni anni – fulcro di investimenti importanti e grandi progetti di sviluppo urbanistico e immobiliare – ha investito anche il mondo della formazione universitaria cittadina. Così, mentre l’Università Statale prepara il trasferimento delle facoltà scientifiche nell’ex area Expo e il Politecnico affida a Renzo Piano il progetto per la nuova facoltà di architettura in Città Studi, l’Accademia di Brera progetta il suo Campus delle Arti all’interno dell’ex Scalo Farini, all’interno di uno dei più importanti progetti di riqualificazione urbana che interesseranno Milano nel prossimo decennio. Il progetto dell’ampliamento dell’Accademia porta la firma del professor Luca Monica del Politecnico di Milano.

Un piano molto ambizioso, quello del recupero degli ex scali ferroviari, i cui dettagli sono ancora in corso di definizione: cinque importanti studi internazionali di progettazione, selezionati attraverso un primo bando, sono al lavoro sulle proposte di Masterplan per la rigenerazione degli ex Scali Farini e San Cristoforo, che il prossimo aprile saranno sottoposte alla giuria per la selezione del vincitore. All’interno del primo si trova anche la nuova sede dell’Accademia, il cui progetto e i cui obiettivi sono in questi giorni oggetto di una mostra allestita nella sede storica dell’istituto, in via Brera 28.

La struttura, che sorgerà sul lato di via Valtellina, a regime avrà una superficie complessiva di 15mila metri quadrati e ospiterà 1.800 studenti (su quasi 4.700 iscritti complessivi dell’istituto). Il progetto in mostra è frutto di ricerche e attività didattiche nel campo della progettazione architettonica avviate circa tre anni fa grazie a una collaborazione tra l’Accademia e il Politecnico di Milano, che l’anno scorso ha ricevuto l’incarico di elaborare gli indirizzi di progetto per l’ampliamento nello Scalo Farini.

L’ampliamento nasce innanzitutto da esigenze contingenti di trovare nuovi e più efficienti spazi per gli studenti e le attività di ricerca e laboratorio, allo scopo di migliorare l’offerta formativa, ottimizzare gli spazi e in definitiva – come osserva la presidente Livia Pomodoro – di rendere più attrattiva l’Accademia, che già oggi (con 1.238 studenti dall’estero, ovvero il 33% degli iscritti totali) è l’istituzione universitaria più internazionalizzata d’Italia. Oltre, ovviamente, a rendere più preparati e competitivi i giovani che escono dalle sue aule. L’Accademia non può certo attendere la conclusione del progetto Farini, prevista per il 2030. Già dal prossimo anno accademico dovrebbero essere pronti gli spazi per ospitare circa 1.460 studenti delle due scuole attualmente collocate in viale Marche, ovvero Progettazione artistica per le imprese e Nuove tecnologie: in totale oltre 3mila metri quadrati contro i 1.550 metri di viale Marche.

La fase di occupazione definitiva, i cui tempi ancora non sono noti, prevede l’allocazione nell’ex Scalo anche dei laboratori delle scuole di Scultura, Restauro e la falegnameria, i laboratori cosiddetti “sporchi”, che necessitano di regimi di sicurezza e di un’impiantistica ad hoc, oltre alla specializzazione degli accessi per le operazioni di carico e scarico. Non solo: il Campus delle Arti, a regime, avrà anche una foresteria e spazi abitativi per studenti e docenti.

«È un grande progetto in progress attraverso cui l’Accademia dimostra alla città e al Paese di aver superato l’impasse che dura da oltre 50 anni – commenta Livia Pomodoro -. Abbiamo trovato degli spazi straordinari in cui valorizzare e ampliare l’offerta e l’accoglienza per i nostri studenti. Allo stesso tempo la presenza dell’Accademia nell’ex Scalo Farini sarà una grande opportunità per Milano. Nel contesto del grande progetto di ricucitura di alcune zone della città attualmente degradate o abbandonate, sarà la dimostrazione di come l’arte e la cultura possano integrarsi con il tessuto urbano e fare la differenza per il suo sviluppo».

Al progetto di «Brera2» in Farini, seguirà anche una «Brera3», all’Idroscalo di Segrate: «Abbiamo tanti progetti di ampliamento – aggiunge Pomodoro -. Le risorse? Le troveremo. Oltre ai finanziamenti pubblici, sono certa che non mancheranno contributi privati: Brera è un grande brand internazionale che ha sempre attratto sponsor e investimenti». Ma in tutto questo, precisa la presidente, «Non abbandoniamo la sede storica di via Brera 28, che anzi sarà anch’essa ristrutturata e rinnovata. Il Campus allo scalo Farini, così come il progetto di ampliamento a Segrate e la ristrutturazione di Arcore fanno parte di un grande progetto di rilancio dell’Accademia di Brera, che assieme alla Pinacoteca è uno dei più prestigiosi brand di Milano e del Paese».

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