Appalti

Opere bloccate/2. Depuratori in Sicilia, ancora ferme (o al ralenti) opere per 1,1 mld finanziate dal 2012

di A.A.

In Sicilia sono bloccate opere fognarie e per impianti di depurazione per oltre un miliardo di euro. A deunciarlo è l'Ance Sicilia, all'interno del monitoraggio "Opere bloccate" dell'Ance nazionale.

«Sin dal 2012 - spiega l'Ance Sicilia - l'Isola ha a disposizione, con la delibera Cipe numero 60 sull' "Apq Rafforzato", oltre 1,1 mld di euro per realizzare o mettere a norma gli impianti di depurazione delle acque reflue, ma da allora poco o nulla è stato fatto. Il massimo è l'avere adesso avviato l'iter per impegnare 400 milioni (il 45%), ma gli altri 700 milioni sono fermi».

L'Ance spiega che «all'inizio ci sono voluti quattro anni, dal 2012 al 2016, per elaborare i progetti definitivi, ma poi il Codice 2016 ha bloccato gli appalti integrati rinviando così i bandi. Il resto del copione lo ha scritto una rete di malaburocrazia che sembra nessuna legge o istituzione riesca a strappare. Infatti, nonostante vari commissariamenti, è stato impedito qualsiasi concreto passo in avanti. E neppure la nomina da parte del governo nazionale (nel febbraio 2017) del commissario straordinario Enrico Rolle finora ha potuto snodare un borbonico intreccio di pasticci, errori ed equivoci che allunga la trama all'infinito».

Dalla ricognizione delle opere immediatamente cantierabili effettuata dall'Ance Sicilia a fine 2018, risulta che ad oggi solo 19 interventi, per 133 milioni di euro, siano arrivati alla fase del prossimo completamento della progettazione esecutiva.
Inoltre nel 2017 e nel 2018 il commissario Rolle ha pubblicato gli avvisi di preinformazione per 45 gare di affidamento lavori da 439 milioni complessivi e per 26 gare di affidamento di servizi di ingegneria da 38 milioni in totale.
Sollecitato lo scorso novembre da Ance Sicilia a fornire chiarimenti - spiegano i costruttori siciliani - dalle risposte del commissario si evince che delle 45 gare per lavori, solo 6 per 49 milioni sono in fase di espletamento e da aggiudicare; delle restanti 39, ci sono da aggiudicare 11 gare per progettazioni da 227 milioni, 16 gare di progettazione aggiudicate per 63 milioni, 8 interventi da 36 milioni per i quali si deve avviare la progettazione, 2 interventi da 41 milioni per i quali occorrono approfondimenti e altri 2, da 13 milioni, sui quali non sono state fornite indicazioni.
Quanto alle 26 gare di progettazione previste dall'avviso di preinformazione, solo 2 per 2 milioni risultano aggiudicate; delle altre 24, 8 gare per 18 milioni sono in corso di espletamento; per 12 interventi da 15 milioni deve essere avviata la progettazione; su 3 occorrono approfondimenti e su 1 non sono state fornite indicazioni.

«E' scandaloso – osserva il presidente dell'Ance Sicilia, Santo Cutrone – avere in tasca 1,1 mld e spendere quasi nulla mentre l'Italia, a causa di questa assurda commedia siciliana, è costretta a pagare all'Ue pesanti multe per la mancata depurazione».

«A giugno del 2017 - ha spiegato a fine 2018 il Commissario Enrico Rolle - siamo partiti da una situazione estremamente complicata, con progetti bloccati e grandi difficoltà di programmazione. Giorno dopo giorno però stiamo conquistando terreno, miglioriamo la qualità dell'ambiente ed evitiamo l'inquinamento delle acque. Abbiamo sbloccato ogni situazione ferma, chiuso alcuni cantieri e realizzato progetti di qualità. Per la procedura su cui paghiamo sanzioni all'Europa ci restano da sanare oltre 80 agglomerati, la maggior parte in Sicilia, che ci costano poco meno di cinque milioni di euro ogni mese. Secondo il nostro cronoprogramma l'ultimo agglomerato delle due procedure a noi affidate verrà regolarizzato progressivamente entro 5 anni, nel secondo semestre del 2023».

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