Urbanistica

Pizzarotti, tutto pronto per il «Parma urban district»: investimento da 250 milioni sull'area dell'ex Salvarani

di Ilaria Vesentini

Dopo 13 anni tra carte per burocrazia e licenze diventa certezza l’investimento da oltre 250 milioni di euro che il gruppo Pizzarotti concentra su Parma, dove partirà in autunno la costruzione di uno dei più grandi distretti commerciali del Paese, che a regime – le ruspe arriveranno in autunno, l’inaugurazione è prevista per ottobre 2018 – darà lavoro a 1.500 nuovi addetti. Diventando di fatto uno dei più importanti riferimenti occupazionali del territorio, al fianco di colossi come Barilla e Chiesi.

«Parma Urban District» – questo il nome – non consumerà suolo vergine, perché i 150mila metri quadrati coperti sono quelli su cui sorgeva l’ex stabilimento Cucine Salvarani (su un’area di 300mila mq completamente bonificata), ha già avviato in fase di progettazione la rigida certificazione internazionale di sostenibilità Leed e offrirà una combinazione tra negozi (più di 110 in galleria, altri store con accesso esterno e un supermercato di 4.500 mq), parchi divertimento, aree verdi, ristorazione, cinema che farà del distretto commerciale all’uscita del casello A1 e a due passi dalla fiera un punto di attrazione per tutto il Nord Italia, con un bacino di utenza di 1,6 milioni di persone e la previsione di 7 milioni di visitatori l’anno.

«È sicuramente il più grosso investimento commerciale fatto in Italia dal nostro gruppo e sono orgoglioso di finanziare un intervento che in una città di 180mila abitanti porterà 1.500 nuovi posti di lavoro, senza contare le 700-800 persone che lavoreranno nel cantiere», afferma Michele Pizzarotti, vicepresidente Impresa Pizzarotti & C. Spa, oltre cent’anni di storia nel settore edile. 1.500 dipendenti in Italia e altrettanti all’estero, un bilancio 2015 che chiuderà attorno al miliardo di fatturato (50% estero e 50% Italia), con 460 milioni di patrimonio netto e un indebitamento dello 0,3% che non ha pari nel settore costruzioni.

«Abbiamo iniziato l’acquisto dei terreni nel 2003 da Beni Stabili e oggi è per noi già un grande traguardo aver ottenuto tutte le licenze urbanistiche e commerciali, manca solo il permesso di costruire ma possono cambiare al più i dettagli tecnici. L’investimento è oggi certo e concreto, il resto del percorso è in discesa e contiamo di vedere le ruspe al lavoro il prossimo ottobre», precisa il direttore Sviluppo Immobiliare del colosso parmigiano, Luca Manara. Dopo oltre un decennio di sole scartoffie, due anni di cantieri per realizzare il parco commerciale in effetti sembrano una passeggiata. «È il male dell’Italia, ma ci siamo abituati: nel nostro portafoglio ci sono la Cispadana, la Campogalliano-Sassuolo, la Ferrara mare, tutte opere strategiche di una lentezza esasperante. Ma qualcosa si inizia a muovere anche lungo lo Stivale, dove comunque abbiamo 4 miliardi di opere in programma sui 12 miliardi complessivi», commenta il vicepresidente .

L’Urban district targato Pizzarotti sembra confermare le previsioni dei centri studi che la ripartenza del settore edile domestico sarebbe passata dal rilancio del commerciale. E ad alimentare l’ottimismo sono anche i primi riscontri dello scounting commerciale per affittare gli spazi, affidato al big americano Cbre,«superiori alle attese e arrivati da grandi brand internazionali», conclude Manara .

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