Progettazione

Ospedale di Salerno a Studio Altieri: per una cartella esattoriale l'Ati Steam-Pinearq-Zambrano perde la maxi-gara

Il Tar ha confermato l'esclusione della cordata con il presidente degli ingegneri Armando e il fratello Antonio. Annunciato l'appello al Consiglio di Stato

di Massimo Frontera

Perdere una progettazione da 7,2 milioni di euro per una cartella esattoriale di 20mila euro a carico di un componente dell'Rti. Può succedere, ma quando succede fa molto male, soprattutto agli incolpevoli partner di cordata. La notizia è ufficiale dal 17 febbraio scorso, data di pubblicazione della sentenza del Tar Campania ( I sezione di Salerno, n.253/2020 ) che si è pronunciata su un contenzioso sorto dopo l'annullamento dell'aggiudicazione della maxi-gara di progettazione lanciata da Soresa, la centrale acquisti della Campania, per l'intero pacchetto di servizi tecnici del futuro polo ospedaliero San Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona di Salerno.

La gara è stata inizialmente aggiudicata alla cordata guidata dall'engineering Steam di Padova, con lo studio di architettura Pinearq di Barcellona, Studio Valle Progettazioni di Roma, la società di progettazione milanese L+Partners e, infine, alcuni professionisti locali , tra cui spiccano i nomi dei fratelli Antonio Zambrano e Armando Zambrano, quest'ultimo presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, e di Vincenzo Zigarella, presidente dell'ordine degli ingegneri della provincia di Avellino. La cordata viene però successivamente esclusa e l'incarico affidato alla proposta di Studio Altieri. La cordata degli ex-vincitori impugna al Tar il decreto di esclusione ma il Tar Salerno, con la sentenza pubblicata pochi giorni fa, rigetta il ricorso. L'inciampo, come rivela la pronuncia del Tar, sta in una cartella esattoriale a carico di Antonio Zambrano. Dalla sentenza emergono però anche «presunti addebiti» a carico di Armando Zambrano per quasi 420mila euro, che non vengono però trattati dai giudici. Ma andiamo con ordine.

La vicenda
Lo scorso maggio 2019 Soresa aggiudica la maxi-progettazione alla coordata Steam-Pinearq-Studio Valle Progettazioni-L+Partners-Zambrano-Zigarella. Il 24 giugno viene decretata l'aggiudicazione definitiva. Il 6 agosto arriva la doccia fredda. La stazione appaltante decreta la decadenza dell'aggiudicazione e l'esclusione del raggruppamento (ex) vincitore, dopo che il giorno prima il Rup aveva reso nota la sua relazione sulla verifica dei requisiti. Il 6 settembre successivo, l'incarico viene aggiudicato a Studio Altieri, secondo in graduatoria. Peraltro, la gara ha visto una numerosa partecipazione. Tra le 15 cordate arrivate alle spalle di Steam ci sono molti nomi noti dell'architettura e della progettazione, come Mario Cucinella, Alfonso Femia, Ipostudio, Archea, Stefano Boeri. Tra le engineering sono presenti, tra le altre, Techint, Politecnica, Artelia, F&M e Proger.

La questione delle cartelle esattoriali
Come si diceva, la questione verte sui presunti carichi tributari a carico dei fratelli Antonio Zambrano e Armando Zambrano. Secondo le risultanze emerse in seguito alla verifica dei requisiti, a carico di Antonio Zambrano si segnala il «presunto carico tributario, definitivamente accertato, di € 20.328,15 alla data del 24.6.2019». Per quanto riguarda invece il fratello, l'attuale presidente degli ingegneri Armando Zambrano, la situazione è più articolata: «preteso debito tributario definitivamente accertato di € 340.977,30 alla data del 29.11.2018; ulteriore presunto debito tributario definitivamente accertato di € 77.969,11, alla data del 24.6.2019; situazione di irregolarità contributiva di € 454,28, risultante dal Durc. alla data del 24.6.2019».

Nel dibattimento, gli interessati hanno dato le loro spiegazioni. Quanto alla situazione di Antonio Zambrano, la cartella esattoriale di oltre 20mila «sarebbe nulla - si legge nella sentenza - giacché effettuata a mezzo posta elettronica certificata (del 12.12.2018). Siffatta modalità di notifica avrebbe reso la cartella esattoriale ancora impugnabile, con conseguente insussistenza, alla data dell'aggiudicazione (24.06.2019) del carattere definitivo del carico tributario dalla stessa esposto». Tra l'altro, si legge sempre nella sentenza del Tar, l'ing. Zambrano (Antonio, ndr), venutone successivamente a conoscenza, avrebbe presentato domanda di rateizzazione del carico in questione in data 1.8.2019, favorevolmente assentito dalla Agenzia delle Entrate».

Giustificazioni e spiegazioni anche per i presunti addebiti relativi ad Armando Zambrano. Il debito tributario di quasi 341mila euro - questa la replica difensiva - «non avrebbe potuto ritenersi ostativo alla presentazione della domanda di partecipazione (6.11.2018)» perché oggetto di richiesta di rottamazione risalente al 24 ottobre 2018. L'adesione alla rottamazione, spiega la sentenza, «avrebbe determinato ope legis, tra le altre cose, anche la sospensione, fino alla scadenza della prima rata (31 luglio 2019), di tutti gli obblighi di pagamento dei debiti tributari - ivi comprese, le precedenti dilazioni in corso - con conseguente, possesso da parte del professionista in questione, del requisito di regolarità tributaria imposto dall'art. 80 comma 4 del D.Lgs. 50/2016».

Neanche l'ulteriore debito tributario di quasi 78mila euro, oggetto di cartella esattoriale del 6 novembre 2018, sarebbe ostativa dell'aggiudicazione perché l'interessato ha ingaggiato un contenzioso, impugnando la cartella di fronte alla commissione tributaria di Salerno. Resta l'irregolarità contributiva di 450 euro circa, emersa dall'interrogazione per il rilascio del Durc. Secondo le giustificazioni fornite, «l'esposizione di siffatta irregolarità sarebbe, invero, illegittima in quanto non preceduta dal necessario invito alla regolarizzazione da parte dell'Istituto Previdenziale che, ove formulato, avrebbe consentito all'interessato di estinguere l'obbligazione». Queste, dunque, le repliche difensive degli interessati.

Le argomentazioni del Tar
I giudici del Tar Salerno lasciano da parte la trattazione degli addebiti nei confronti di Armando Zambrano e si concentrano sull'unico addebito del fratello Antonio Zambrano, in quanto viene ritenuto decisivo per il giudizio. Questo perché, agli occhi dei giudici, la situazione è quella che più chiaramente appare non in linea con il noto mantra giurisprudenziale secondo cui i requisiti devono sussistere in capo agli aggiudicatari non solo al momento della domanda di partecipazione «ma per tutta la durata della gara ed oltre, fino al completo adempimento delle obbligazioni reciprocamente assunte con la stipula nel contratto di appalto». Sotto questo prifilo, affermano i giudici, «risulta dirimente, al fine di escludere l'illegittimità del provvedimento con cui la stazione appaltante ha annullato l'aggiudicazione della gara in favore della società ricorrente, la sola posizione debitoria contestata all'ing. Antonio Zambrano a cui, in data 12.12.2018 è stata ritualmente notificata, presso la rispettiva casella di posta elettronica certificata risultante da pubblico registro - in ragione dell'attività professionale dallo stesso svolta - una cartella esattoriale dell'importo di € 20.328,15».

E quindi: «stante la piena validità della notifica della cartella de qua, rimasta incontestata per mancata impugnazione, l'addebito dell'esistenza, in capo al professionista in questione, di un carico tributario ostativo alla partecipazione alla procedura, secondo quanto previsto dall'art. 80, comma 4 Codice Appalti, risulta, dunque, immune dai vizi prospettati in ricorso, con conseguente legittimità del conseguente annullamento dell'aggiudicazione disposta in favore del raggruppamento cui di cui il suddetto professionista fa parte». Da qui il rigetto del ricorso, per la gioia di Studio Altieri, e con buona pace (si fa per dire) dei partner dello studio Zambrano.

La vicenda però potrebbe non finire qui, perché, fonti della cordata esclusa fanno sapere che sarà presentato appello al Consiglio di Stato.

La pronuncia del Tar Salerno

La pronuncia del Tar Salerno

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