Appalti

Corruzione per l'appalto di due dighe, il Kenya chiede l'estradizione dei vertici di Cmc

di Matteo Meneghello

Il ministro delle finanze del Kenya, Henry Rotich, è stato arrestato nell’ambito di una inchiesta per corruzione e frode sulla costruzione di due dighe ad Arror e Kimwarer, nella zona occidentale del paese. L’inchiesta coinvolge anche la Cmc di Ravenna e per questo motivo è stata chiesta l’estradizione dei vertici dell’azienda.

Secondo l’accusa, Rotich ha fatto in modo che l’appalto venisse assegnato in qualsiasi caso alla coooperativa ravennate, pur essendo al corrente di violazioni procedurali e delle difficoltà finanziarie della società. Cmc è attualmente in amministrazione controllata e ha presentato le schede tecniche del progetto lo scorso febbraio, con quattro anni di ritardo, mentre il valore dello stesso progetto sarebbe stato gonfiato di 164,5 milioni di dollari (quasi 150 milioni di euro). Rotich, che n ega ogni coinvolgimento nella vicenda, è un alleato del vicepresidente William Ruto, che in febbraio aveva giustificato i pagamenti per le dighe, dicendo che «non andrà perso nulla» del denaro speso.

Tra i 28 ordini d’arresto emessi compare anche quello di Paolo Porcelli, direttore generale di Cmc. Il capo della Procura generale di Nairobi, Noordin Haji, ha dichiarato a Reuters che cercherà di ottenere l’estradizione di Paolo Porcelli, il direttore di Cmc, per permettergli di rispondere alle accuse di corruzione relative agli appalti sui progetti di due dighe nel Paese africano.

«Sappiamo della persona italiana, ma non si è ancora presentata quindi procederemo a farla estradare così che arrivi e possa affrontare le incriminazioni qui in Kenya. Emetteremo anche un mandato di arresto internazionale» ha detto Haji. La Cmc di Ravenna ha negato nei giorni scorsi qualsiasi illecito, aggiungendo di essere certa della correttezza del proprio lavoro e dei propri rappresentanti, in Italia e all’estero, in particolare su questa vicenda».

Ieri l’azienda ha aggiunto che «sta seguendo con attenzione gli sviluppi relativi alla vicenda, nel pieno interesse dei rappresentanti che ne sono coinvolti». La società «si sta già attivando presso l’autorità giudiziaria del Kenya per dirimere nel minor tempo possibile la vicenda». A questo scopo sono stati incaricati il legale americano Robert Amsterdam e l’avvocato Ermenegildo Costabile di Milano. Cmc ha ribadito ieri di essere «certa della correttezza dell’operato dell’azienda e dei suoi rappresentanti, sia in Italia sia all’estero, in particolare sull’appalto di cui si discute. L’accusa - prosegue la nota di Cmc - farebbe riferimento alle condizioni del finanziamento, da parte di banche di primario standing internazionale, delle opere pubbliche appaltate dal Kenya a Cmc», ma «Cmc e i suoi rappresentanti non hanno partecipato alle trattative» e per questo motivo la società «è certa potrà chiarire rapidamente la propria estraneità ao fatti oggetto dell’indagine».

Il caposaldo dell’accusa è che l’appalto avrebbe appesantito «inutilmente» il debito pubblico del paese, attualmente pari al 55% del prodotto interno lordo. Il budget previsto per i due progetti avrebbe dovuto ammontare all’equivalente di poco meno di 400 milioni di euro, ma il Tesoro ha prestato l’equivalente di oltre 540 milioni di euro.

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