Appalti

Ponte Genova, prima interdittiva antimafia nel cantiere della demolizione

di Raoul de Forcade

Un’interdittiva antimafia ha fermato una delle aziende impegnate nei lavori di demolizione del viadotto Morandi di Genova. È il primo provvedimento di questo tipo a colpire una delle ditta dei subappalti che, tra l’altro, a quanto risulta, era nella white list della prefettura. Il provvedimento d’interdizione, disposto dal prefetto Fiamma Spena, è stato notificato dalla Direzione investigativa antimafia alla Tecnodem srl con sede a Napoli. L’azienda nel febbraio scorso era stata inserita tra le subappaltatrici per la demolizione e la bonifica degli impianti tecnologici, per 100 mila euro.

Il committente è la Fratelli Omini che fa parte dell'Ati dei demolitori del viadotto. Socio unico della Tecnodem risulta essere Consiglia Mirigliano, consuocera di Ferdinando Varlese, 65 anni , dipendente della società. Questi ha riportato condanne che lo mettono in relazione con organizzazioni camorristiche. L’attività si inserisce nel quadro delle Disposizioni urgenti per la città di Genova, che ha la Dia come punto di riferimento per l’antimafia. Finora sono stati eseguiti controlli su 92 società e 4.062 persone fisiche impegnate nei cantieri del Morandi. Un protocollo firmato dal prefetto di Genova e dal commissario per la ricostruzione, Marco Bucci, prevede la possibilità di controlli approfonditi sulle imprese che entrano in cantiere.

Una procedura che ha funzionato anche con la Tecnodem che era nella white list e quindi tra le aziende già verificate. Michele di Lecce, ex procuratore capo di Genova e responsabile anticorruzione della struttura commissariale ha spiegato che il subappalto «non era di grandissima rilevanza e nel cantiere è stata utilizzata una decina di lavoratori di questa ditta». La struttura ha chiesto la risoluzione del contratto con la Tecnodem alla Omini che ha provveduto in quel senso, spiegando che l’azienda aveva «presentato tutta la documentazione prevista per le verifiche antimafia». Su Twitter, il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha commentato: «Grazie alla Dia di Genova. È la dimostrazione che i controlli di legalità sul cantiere funzionano». Raffaele Cantone, presidente di Anac, ha ricordato che «il primo testo del decreto Genova non prevedeva i controlli antimafia. Segnalai questo aspetto e poi le norme furono inserite. È positivo che siano state utili».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©