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Salta il treno diretto Napoli-Bari - Decaro: così non si fa sviluppo

«Siamo la provincia che è cresciuta di più in Italia negli ultimi anni. Non è un caso: abbiamo lavorato tanto con le nostre imprese, i nostri ragazzi. Le infrastrutture e i servizi sono necessari per promuovere ulteriore sviluppo dei nostri territori. Non consentirò alcun gioco elettorale sulle nostre spalle». Il sindaco di Bari e presidente dell'Anci, Antonio Decaro, non ne può più di opere che non vengono completate e cronoprogrammi rinviati, ed è deciso a ingaggiare una dura battaglia affinché il Sud riceva la sua quota di opere e di servizi. A partire dalle ferrovie.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’attesa partenza del primo treno diretto tra Napoli e Bari. «L’inaugurazione era prevista per il 9 dicembre – racconta Decaro – ma è saltata. Eppure si tratta di un intervento importante che potrebbe ridurre i tempi di viaggio da sei a tre ore e mezza per collegare le due città più importanti del Mezzogiorno». Di cosa si parla? Oggi per andare da Napoli a Bari è necessario cambiare treno a Caserta: il diretto renderebbe il viaggio più comodo e veloce. «In attesa della costruzione del raddoppio dell’alta capacità Napoli- Bari ¬ aggiunge Decaro ¬ che attendiamo da molti anni e che dovrebbe essere completata nel 2026, avevamo sperato nella comunicazione fatta da Trenitalia sull’attivazione di un treno diretto tra Bari e Napoli. Purtroppo quell’inaugurazione non c’è stata – e precisa – nonostante si trattasse di un semplice intercity».

Come a dire: al Sud neanche un intercity mentre nel resto del Paese si viaggia da dieci anni con l’Alta velocità.

Le proteste del sindaco di Bari a quanto pare sono state ascoltate. Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Paola De Micheli, chiarisce: «C’è stato un rinvio per problemi tecnici. Il collegamento diretto tra Napoli e Bari sarà attivato. Speriamo che si possa partire l’8 marzo». E Trenitalia conferma: «È nostra intenzione partire con una coppia di treni giornaliera e con carrozze Intercity». Trenitalia ribadisce che «è allo studio un servizio ferroviario diretto tra Napoli e Bari che eviti il cambio treno a Caserta, che non superi le tre ore e trenta. Il progetto è definito, si sta lavorando ancora sui prezzi (che siano competitivi con quelli degli autobus) e sulla opportunità o meno di prevedere fermate intermedie a Benevento e Avellino.

«L’impegno del ministro ci rassicura – ammette Decaro – Noi vorremmo un riequilibrio tra Nord e Sud». Dietro le proteste di Decaro infatti c’è l’aspirazione a maggiore attenzione soprattutto verso quel Mezzogiorno che cerca di rimettersi in corsa.

«Per noi – chiarisce il primo cittadino barese – è importante collegare le due città, due capitali del Mezzogiorno che affacciano su due mari diversi, per favorire scambi dal punto di vista commerciale ma anche dal punto di vista turistico». E insiste: «Sia Napoli che Bari sono realtà dinamiche ed è giusto che vengano forniti tutti gli strumenti perchè possano continuare a crescere».

Il forte incremento turistico registrato ormai da diversi anni lascia pensare che un miglior collegamento tra capoluogo campano e capoluogo pugliese potrebbe influire positivamente e far sì che i visitatori dell’una siano interessati e invogliati a visitare anche l’altra città. «Abbiamo prova del forte impatto delle infrastrutture sul turismo – aggiunge Decaro – osservando il forte trend di crescita innescato dallo sviluppo degli aeroporti pugliesi. Se avessimo anche la ferrovia sapremmo fare meglio».

E non solo, anche l’industria manifatturiera potrebbe beneficiarne, soprattutto quei settori, come aerospazio, attività innovative, moda in cui già esistono sinergie tra Campania e Puglia. Per il primo cittadino la dotazione di infrastrutture adeguate è in un certo senso un atto dovuto alla Puglia e a un territorio in cui , nonostante le gravi crisi di Ilva e Popolare di Bari, si è registrata una crescita interessante.

Decaro denuncia più in generale un eccessivo scollamento tra il Nord e il Sud del Paese. «Pensiamo all’Alta velocità – dice – Noi sulla Napoli-Bari non avremo l’Alta velocità, ma l’Alta capacità. E arriverà solo nel 2026». Obiezioni sul progetto della più importante opera in costruzione, dal valore complessivo di 6,2 miliardi? «Nessun ripensamento sul progetto – chiarisce il sindaco – è stato concordato, va bene così, ma è un dato di fatto e voglio sottolinearlo». E snocciola una serie di dati. «Si pensi che nel Nord Est esistono 28,5 km di ferrovia per 100mila abitanti, al Sud 27,5. Niente di strano. Ma nel Nord Est il 9,6% è ad alta velocità mentre nel Sud solo il 2,4%». E conclude: «A parità di condizioni oggi avremmo avuto un altro Sud».

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