Appalti

Cipe/2. Sbloccata la Campagalliano-Sassuolo, debutta il «prestito statale» + defiscalizzazione

di Alessandro Arona e Franco Tanel

Con la concessione da parte del Cipe, nella seduta del 1° maggio, della defiscalizzazione prevista dall'articolo 18 della Legge 183/2011 per le opere in project financing ritenute di valenza strategica nazionale, si sblocca finalmente la realizzazione della bretella autostradale Campogalliano-Sassuolo (costo dell'opera 506 milioni di euro, in tutto 540 con gli oneri finanziari). Un'opera di circa 15 chilometri, attesa in Emilia Romagna da almeno tre decenni, che collegherà la Autostrada A22 del Brennero (di fatto prolungandola) con la SS 467 Pedemontana, ma soprattutto andrà a servire il distretto industriale della ceramica, liberando le strade locali dal traffico pesante.

L'approvazione Cipe è stata molto travagliata, con iter istruttorio che dura da mesi, e ha prodotto un inedito nel campo delle opere pubbliche in project financing: il contributo pubblico statale (215 milioni in questo caso) non a fondo perduto, ma da restituire con gli interessi una volta avviata la gestione dell'infrastruttura. Di fatto, dunque, un prestito, che svolge dunque per il concessionario privato il ruolo di garantire una quota di debito senza doverlo cercare dalle banche o da investitori istituzionali con i project bond.
Nel caso della Campogalliano, il Cipe ha stabilito inoltre che una volta restituito il prestito, nei primi dieci anni di gestione (su 27 totali di concessione, al netto dei 4 di costruzione) con rate comprensive di un tasso di interesse del 5%, il concessionario potrà beneficiare della defiscalizzazione ex articolo 18 legge 183/2011, cioè dall'undicesimo anno di gestione non pagherà più tasse, Iva e imposte sui redditi d'impresa, per un valore cumulato lordo di oltre 300 milioni di euro, pari a un contributo pubblico equivalente (a fondo perduto) di 42 milioni di euro.

L'iter procedurale è partito nel lontano 2001, mentre la gara (bando Anas di finanza di progetto a fase unica, su progetto definitivo) è partita il 3 dicembre 2010 (pubblicazione bando) per arrivare nel giugno del 2013 all'aggiudicazione provvisoria della concessione ad una Ati (trasformata poi nella Spa "AutoCS"), guidata da Autostrada del Brennero Spa come mandataria (ora al 51% delle quote) con Pizzarotti Spa (31%) e poi Coopsette, Oberosler Cav Pietro Spa, Consorzio Stabile Coseam Italia Spa, Edilizia Wipptal Spa e Cordioli Spa.
Il gruppo aveva battuto nella gara di aggiudicazione, nell'ordine il Consorzio Stabile Sis e un'Ati guidata da Astaldi.
L'aggiudicazione definitiva risale al 21 settembre 2013, ma la convenzione con il Mit (subentrato all'Anas nel ruolo di ente concedente) è del 4 dicembre 2014.

Nel bando era indicata la presenza di un contributo pubblico a fondo perduto di 215 milioni di euro, assegnati dal Cipe, ma prima in risposta ai quesiti e poi nella lettera di invito l'Anas affermò che tali contributo potevano essere trasformati, in sede di offerta, in prestito statale oneroso da restituire. Nelle offerte la cordata oggi vincente propose effettivamente questa soluzione, nell'attesa dell'annunciata defiscalizzazione, introdotta dall'articolo 18 della legge 12 novembre 2011, n. 183 ma di fatto operativa solo dal 3 settembre 2013, con la pubblicazione in Gazzetta delle Linee guida Cipe per la loro applicazione.
Dopo l'aggiudicazione è dunque partita la trattativa tra Mit (subentrato all'Anas) e concessionari, per arrivare a definire la convenzione a fine 2014, firmata il 4 dicembre.
La soluzione prevedeva una defiscalizzazione per un valore attuale equivalente di circa 80 milioni di euro, da applicare fin dall'inizio della gestione, e la restituzione dei 215 milioni alla fine della gestione, gli ultimi dieci anni.

A quel punto l'istruttoria è ripartita, con Graziano Delrio nel frattempo subentrato a Lupi alle Infrastrutture («basta bancomat per le concessioni autostradali» una delle sue prime affermazioni) e con il Nars (Palazzo Chigi, organo di consulenza del Cipe). Questa ulteriore istruttoria, negli ultimi mesi, ha portato alle prescrizioni che usciranno sulla delibera del 1° maggio: 1) la restituzione dei 215 milioni partirà subito, all'avvio della gestione, e dovrà essere completata nei primi 10 anni (su 27 di gestione); 2) la defiscalizzazione, al contrario, non partirà subito, ma solo dopo la restituzione del prestito, dunque dall'11° anno di gestione. Il valore attuale equivalente si dimezzerà, più o meno, scendendo a 42 milioni di euro.

Il meccanismo del "prestito statale" abbinato alla defiscalizzazione, seppure "nato per caso", potrebbe ora diventare un modello per realizzare infrastrutture in project financing, perché consente di risolvere parte del problema del reperimento del debito per i concessionari privati, senza però pesare sui conti pubblici come finanziamento a fondo perduto.
Resta però il problema di come contabilizzare questo "prestito": il Cipe, per ora, prudentemente, ha contabilizzato i 215 milioni ancora come "contributo pubblico", anche ai fini di non sforare il tetto Eurostat del 50% per contabilizzare l'opera come project financing "off balance".
In ogni caso l'operazione subirà ora la necessaria "verifica di mercato", perché la delibera Cipe prevederà l'obbligo di arrivare al closing con le banche entro 12 mesi dalla pubblicazione della delibera in Gazzetta.

Il via libera del Cipe, comunque, permette oggi di sbloccare un'opera di cui si parla da anni. Il costo previsto è di 506 milioni di euro (nel 2001 il primo progetto aveva un costo previsto di 178 milioni), che salgono a 540 con gli oneri finanziari, dei quali 215 di "contributo pubblico" (prestito, di fatto, come si è visto) a fronte di una concessione di 31 anni , quattro dei quali necessari alla realizzazione dell'asse principale dell'opera. La lunghezza complessiva della bretella è di 15 km, e comprende 2 gallerie artificiali, 8 viadotti e 5 svincoli, a cui si aggiungono i due assi secondari di collegamento alla tangenziale di Modena, 3,5 km, che includono 2 viadotti, 2 sottopassi ferroviari e 2 svincoli, e di raccordo alla tangenziale di Rubiera, 1,4 km di lunghezza che comprende 1 viadotto, 1 sottopasso ferroviario e il ponte sul torrente Tresinaro. E' inoltre prevista la variante alla SS 9 Via Emilia in corrispondenza dell'abitato di Rubiera (6,5 km).

«Contiamo di vedere l'apertura dei cantieri entro il 2017- commenta l'assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti Raffaele Donini - ci sono dei tempi tecnici che dipendono dal passaggio della delibera Cipe alla Corte dei Conti e poi bisogna predisporre il progetto esecutivo. Ma speriamo di poter davvero sbloccare anche questa opera. Da quando ci siamo insediati stiamo con tenacia sbloccando opere che erano ferme da anni: a luglio dello scorso anno abbiamo dato il via alla gara del ferro (la gara del TPL ferroviario ndr) in ottobre abbiamo sbloccato il cantiere del People Mover a Bologna e il mese scorso risolto la questione del nodo di Bologna, scegliendo per l'allargamento in loco di autostrada e tangenziale».

Sulla bretella Campogalliano - Sassuolo, si registrano anche delle proteste, soprattutto di associazioni ambientaliste che ritengono l'opera superata (la produzione del distretto della ceramica ha subito in questi ultimi anni una contrazione) e in contrasto con volontà di potenziare il trasporto su ferrovia. Obiezioni che non convincono l'assessore: «Noi non siamo mai stati per costruire strade a tutti i costi, valutiamo in base alle reali necessità e la Campogalliano- Sassuolo è una priorità. Ricordo che abbiamo "cassato" opere autostradali che avrebbero comportato un consumo di suolo pari ad oltre 500 ettari, mi riferisco al Passante Nord di Bologna e alla Orte-Mestre».

Riguardo alla bretella Campogalliano-Sassuolo rimangono ancora alcune richieste del territorio rispetto ai caselli a pagamento, ma anche su questo tema l'assessore Donini è ottimista: «Siamo impegnati a sistemare le questioni poste da Comune e Provincia di Modena sulla presenza dei caselli. La tangenziale di Rubiera nella parte reggiana e' ovviamente gratuita, e quindi anche la parte di Modena dovra' esserlo. Gia' nei prossimi giorni discuteremo operativamente col ministero e con la Provincia di Modena su come superare questo problema evidenziato dal territorio, ma lo faremo in corso d'opera».

Chi è davvero soddisfatto è il presidente di Confindustria Ceramica, Vittorio Borelli: «La decisione del CIPE rappresenta uno snodo fondamentale nella realizzazione di un'opera che ha superato tutti i necessari percorsi autorizzativi, ambientali, amministrativi e che, in esito a una gara pubblica, ha trovato un soggetto privato realizzatore che vuole investire. Si tratta di una decisione fondamentale per la competitività dell'industria ceramica italiana, che ringrazia calorosamente il Governo e la Regione Emilia Romagna per averla inserita tra le sue priorità strategiche, e per la quale auspica che nei successivi passaggi, volti alla definizione del progetto esecutivo, possano trovare adeguate risposte le esigenze avanzate dalle istituzioni del territorio».

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