Appalti

Nuovo Codice/1. I progettisti: modifiche a cauzione, obbligo dei parametri e soglie per la trattativa privata

di Giuseppe Latour

Correggere il passaggio che impone il versamento della cauzione a corredo dell’offerta. Ripensare il tetto di 209mila euro per la trattativa privata e l’utilizzo delle commissioni targate Anac solo sopra la soglia comunitaria. Senza dimenticare la necessità di esplicitare l’obbigo di utilizzo del Dm parametri per gli importi a base di gara. Abbandonata l’idea di ottenere un capitolo dedicato ai servizi di progettazione, i professionisti puntano ad un obiettivo più realistico in fase di redazione della versione definitiva del Codice appalti: assestare tre o quattro correzioni mirate che, poi, possano essere messe a sistema in fase di preparazione delle linee guida Anac. È quanto emerso ieri nel corso di un incontro a porte chiuse, organizzato dalla Fondazione Inarcassa per mettere attorno a un tavolo il consigliere dell’Autorità anticorruzione, Michele Corradino e i principali rappresentanti di architetti e ingegneri, alla vigilia dell’emanazione del parere delle commissioni parlamentari. Oggi è prevista la presentazione delle proposte dei relatori e domani è in programma la votazione.

Proprio Corradino ha affermato l’importanza che potranno avere le linee guida alle quali la commissione da lui presieduta comincerà a lavorare da domani: «Potranno recuperare l’unitarietà del sistema della progettazione». I punti che è possibile chiarire sono soprattutto tre. «Il primo è l’innalzamento della soglia per la trattativa privata. Se il tetto dovesse restare così alto, possiamo compensare con un rafforzamento della trasparenza e delle rotazioni». Quindi, ci saranno regole molto stringenti sullo svolgimento delle procedure negoziate. «Sulla qualificazione pensiamo che la nostra determina aveva trovato un punto di equilibrio che andrà difeso». In tema di fatturato si diceva di attestarsi sul doppio del giro d’affari rispetto all’importo dell’incarico. Ancora, «daremo indicazioni per l’offerta economicamente più vantaggiosa, dal momento che un appalto di progettazione non è uguale a un servizio di mensa».

Restano, però, sul tavolo diversi problemi che, secondo i progettisti, non possono essere risolti con le linee guida. Michele Lapenna, tesoriere del Consiglio nazionale degli ingegneri ne elenca qualcuno: «Bisogna esplicitare l’obbligo di utilizzo del Dm parametri, andrà ritoccata la norma sulla cauzione, così come le regole sul sottosoglia e sulle commissioni giudicatrici. Servirebbe, poi, la previsione di nuove linee guida per la progettazione». Senza dimenticare il tema delle risorse, indicato dal presidente Cni, Armando Zambrano: «Il Codice prevede un fondo per la sola progettazione delle opere strategiche, ma mi chiedo come si farà per le altre».

Approccio simile dal presidente della Fondazione Inarcassa, Andrea Tomasi: «Con le regole sul Dm parametri torniamo al libero arbitrio delle stazioni appaltanti. La struttura di questo Codice non ci piace. Avremmo voluto che fosse rivisto il vecchio approccio, dando una dignità maggiore ai servizi di progettazione e regolando meglio il ruolo di programmazione della Pa». Poco coraggio c’è stato sui concorsi, come dice il presidente del Consiglio nazionale degli architetti, Giuseppe Cappochin: «Il testo non agisce sul problema principale, che è la mancanza nella Pa di strutture capaci di fare i concorsi». Infine, il presidente di Inarcassa, Giuseppe Santoro sulla regolarità contributiva sollecita «regole chiare e semplici per tutti».

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