Imprese

Infrastrutture, la fusione degli scali di Napoli e Salerno fa ripartire gli investimenti

di Vera Viola

«Un Paese che non investe è destinato a perdere le sue migliori energie. Per il momento sono i giovani i primi a lasciare. Prima o poi potremmo essere noi imprese a seguirli». Andrea Prete, presidente di Confindustria Salerno, nel giorno dell'assemblea annuale che celebra anche i cento anni dalla nascita dell' associazione territoriale, traccia un quadro economico e industriale complesso di un Sud nuovamete in recessione dopo anni di disinvestimenti pubblici, per incertezza normativa e politica, per eccesso di burocrazia e per un fisco troppo spesso iniquo. Insomma, il presidente dell'ndiustria salernitana punta l'indice contro le scelte di politica nazionale di questi giorni e del passato, mentre approva le strategie di sostegno alla crescita adottate dalla Regione Campania guidata da Vincenzo De Luca.

«In questi anni si è cercato in primis di costruire una identità campana che prima mancava – ha osservato il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, intervenendo all'assemblea salernitana a cui ha partecipato tra gli altri il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi – Inoltre è stata perseguita una visione: quella di puntare sull'industria ad alto valore aggiunto capace di innovare e di competere». Da una parte gli investimenti privati infatti svelano l'immagine di una Campania e di una provincia di Salerno che si distaccano da un Mezzogiorno in recessione; dall'altra le crisi industriali restituiscono l'immagine di un' economia ancora troppo fragile. Con l'occupazione calata dell'1,8% nei primi 9 mesi del 2019, come rilevato da Banca d'Italia, mentre l'industria cerca di resistere grazie all'export cresciuto del 7,9%. «Troppe le crisi industriali aperte al Mise – commenta Prete – ma il dramma sta nel fatto che passi in avanti non ne sono stati fatti». E spiega meglio: «I dossier su Arcelor-Mittal, Alitalia, Alcoa, Pernigotti, Whirlpool, Jabil, la nostra Treofan, solo per citare i più clamorosi, sono pronti alla deflagrazione».

L'elenco dei recenti provvedimenti che penalizzano il Sud ancora più del resto d'Italia è lungo. « Con "quota 100 e reddito di cittadinanza" sono stati sprecati 20 miliardi,», per Andrea Prete. «Non è stato creato un solo posto di lavoro – sottolinea con foga il governatore della Campania Vincenzo De Luca che ne è stato acerrimo oppositore (l'8% delle famiglie campane lo percepisce). –Con il reddito di cittadinanza stiamo pagando la manovalanza della camorra». Gli imprenditori salernitani non digeriscono la "plastic tax". «Caso paradigmatico – commenta Prete – come pensare, per sostenere la giusta causa della sostenibilità ambientale, di tassare le imprese del comparto, anziché incentivare il processo di adeguamento tecnologico?». Nel Salernitano il comparto conta imprese con un giro d'affari da un miliardo e almeno 5000 posti di lavoro, compreso l'indotto. Inoltre, si tratta di un settore che lavora molto per l'agroalimentare, vero pilastro dell'economia provinciale. I toni si placano sul capitolo Regione.

«Riconosciamo che sono stati raggiunti risultati importanti» dice Prete. Come quello legato a «quel sogno – dice – chiamato aeroporto Salerno Costa d'Amalfi diventato realtà integrata con lo scalo napoletano di Capodichino». A ottobre infatti la fusione con Gesac ha dato il via a una gestione comune e a un mega piano di investimenti. «Le infrastrutture – sottolinea Boccia – sono simbolo di una visione di società che collega i territori e include le persone. E la provincia di Salerno è l'immagine di un Mezzogiorno che rifiuta di essere periferia d'Europa». Boccia rilancia la proposta di Confindustria di un piano anticiclico di costruzione di infrastrutture che utilizzi 60 miliardi disponibili per opera del valoresuperiore a 100 milioni. Ma invoca procedure snelle e tempi certi.

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