Appalti

Imprese in crisi/3. Buia (Ance): non ci sono solo i big, vanno pagate anche le Pmi

di Massimo Frontera

I riflettori sono accesi sui nomi delle grandi imprese in crisi e sulle misure che il governo sta predisponendo per il loro salvataggio (attraverso il cosiddetto Progetto Italia) - con il sostegno (interessato) del mondo del credito - e, infine, con la recente "benedizione" arrivata dai sindacati .

A valle dei big c'è invece un intero mondo di piccole e medie imprese sane e strutturate che sono entrate in difficoltà non per loro colpa ma a causa del ruolo di subappaltatori o subfornitori di marchi blasonati finiti in concordato preventivo o in amministrazione straordinaria: Astaldi, Cmc, Grandi Lavori Fincosit, tra i principali. Un indotto semi-sconosciuto e frammentato che è strettamente agganciato all'economia del territorio, e da cui dipendono migliaia di famiglie. «Nelle costruzioni non ci sono figli e figliastri: tutte le imprese meritano stessa dignità», ha attaccato il presidente dell'Ance Gabriele Buia, chiedendo al più presto di «approvare e rendere immediatamente operativa la norma contenuta nel Dl crescita in corso di conversione in Parlamento che prevede la costituzione di un Fondo salva opere a tutela delle imprese della filiera vittima della crisi dei grandi gruppi». Norma che, ha sottolineato il presidente dell'Ance, «senza costi aggiuntivi per le imprese, deve essere in grado di garantire il pagamento dei lavori già realizzati e di proseguire le opere in corso che rischiano altrimenti di rimanere incompiute».

Il presidente dell'Ance ha poi rilanciato la richiesta al governo di aprire un tavolo permanente di crisi del settore: «Serve un tavolo di crisi di coordinamento generale di sviluppo delle costruzioni presso il ministero dello Sviluppo economico. Non c'è più tempo. Le imprese sane stanno morendo».

I cantieri in crisi in Umbria-Marche, Sicilia e Sardegna
Uno spaccato significativo di questa realtà - poco raccontata - è emerso ieri nell'incontro avvenuto nella sede dell'Ance con i rappresentanti dei comitati delle imprese creditrici legate a tre aree di crisi in Italia: i grandi cantieri in Sicilia e Sardegna e il lavori di completamento del Quadrilatero Umbria-Marche. Imprese che in alcuni casi non vengono pagate dal gennaio 2018. I mancati pagamenti ammontano a 108 milioni di euro vantati da 168 imprese, in una crisi che sta coinvolgendo 3.600 addetti e relative famiglie. I numeri complessivi - che riguardano solo le imprese aderenti all'Ance e sono pertanto parziali rispetto al totale delle imprese e degli artigiani coinvolti nelle situazioni di crisi - sono stati illustrati nel dettaglio dagli imprenditori Corrado Bocci (Quadrilatero Umbria-Marche), Simona Pellegrini (Sardegna) e dai comitati creditori del territorio siciliano Salvo Ferlito e Piero Iacuzzo.

Più precisamente, nei lavori del Quadrilatero Umbria-Marche ci sono 28 imprese per 697 lavoratori che attendono 31.6 milioni di euro a causa della crisi delle imprese aggiudicatarie Glf, Cmc e Coci. I cantieri sono quelli Anas della Statale 77 Foligno-Civitanova (completata grazie al subentro di Strabag nei confronti degli altri soci dell'Ati, ma è il cui pagamento è fermo per un contenzioso in corso) e quelli della Statale 76 Perugia-Ancona, che ha visto tre fallimenti consecutivi (da parte di Btp, Impresa e Astaldi). Complessivamente, alla conclusione del Quadrilatero mancano 400 milioni di produzione (i cui lavori sono stati riaffidati ad Astaldi).

In Sicilia, la crisi di Cmc ha coinvolto 120 imprese - con 2.500 addetti e relative famiglie - che attendono complessivamente pagamenti per 60 milioni. I cantieri sono ancora una volta quelli stradali dell'Anas, come la Caltanissetta-Valle dei Templi-Palermo, cui mancano 250 milioni di produzione. Sempre in Sicilia, ci sono poi i tre lotti della metropolitana di Catania. I cantieri siciliani bloccati rischiano inoltre un ulteriore danno: quello del definanziamento dei fondi europei in caso di mancata spesa. In Sardegna i lavori interrotti - a causa del fermo-macchina delle imprese aggiudicatarie Glf, Oberosler e Astaldi - sono quelli Anas della Cagliari-Pula (arrivata al 30%) e della Sassari-Olbia (al 50%). In Sardegna, le imprese che aspettano di essere pagate sono 20, per 400 addetti coinvolti, con crediti per 16,4 milioni di euro.

Le parole di Corrado Bocci (Quadrilatero Umbria-Marche) riassumono l'amarezza e lo stato d'animo degli operatori: «Siamo sopravvissuti a 11 anni di crisi, abbiamo lavorato e realizzato i lavori con dignità e qualità. Non tocca a noi farci carico di questa situazione. Chiediamo con forza due cose: la rapida approvazione del decreto crescita con la misura del fondo salva imprese per risolvere le situazioni pregresse; e chiediamo, un istante dopo, di essere messi in condizione di tornare al lavoro e di finire i lavori».

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