Appalti

Grandi opere/3. Inchiesta Tav Firenze, prosciolto Incalza, a giudizio Lorenzetti (con accuse alleggerite)

di Sara Monaci

Battuta d'arresto per l'inchiesta fiorentina sulla realizzazione del tunnel per l'alta velocita'. Ercole Incalza, ex super dirigente del ministero alle Infrastrutture, è stato prosciolto dal gup Alessandro Moneti. Per lui quindi non ci sarà nemmeno il processo per questo dossier - mentre invece, sempre a Firenze, prosegue l'inchiesta sulle grandi infrastrutture italiane, che un anno fa ha acceso il faro su un presunto sistema di corruzione nella realizzazione di autostrade, snodi per l'alta velocità e opere di Expo, per il quale è indagato.
Prosciolto ieri anche il dirigente pubblico Giuseppe Mele. Va invece a giudizio, ma alleggerita da varie imputazioni, l'ex presidente dell'Umbria e di Italferr, Maria Rita Lorenzetti. Il processo comincerà il 16 dicembre con 20 persone imputate su 33, per cui la procura aveva chiesto il giudizio, e sei società, tra cui Nodavia, Coopsette, Seli. Per Incalza e Moneti si parla di «non luogo a procedere per non aver commesso il fatto». L'accusa ipotizzata, per il tunnel fiorentino, era l'associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e all'abuso di ufficio per l'affidamento dell'appalto. Dalla ricostruzione degli inquirenti emergeva che i due manager pubblici avessero dato il via libera a varianti di progetto senza tenere conto della valutazione di impatto ambientale. Va a processo per questa parte di accusa Maria Rita Lorenzetti – come presidente di Italferr –, insieme al rup (responsabile unico del procedimento) di Italferr Valerio Lombardi, per aver operato «a vantaggio della controparte Nodavia e Coopsette mettendo a disposizione conoscenze personali, propri contatti politici e una vasta rete di contatti». A giudizio anche il legale rappresentante di Nodavia Furio Saraceno, il già responsabile di Ds e Pd a Palermo, Walter Bellomo, come membro della commissione Via del ministero dell'Ambiente, e i dirigenti di Coopsette Maurizio Brioni e Marco Bonistalli. Lorenzetti è stata invece prosciolta dalle accuse di corruzione, falso e abuso d'ufficio perché il fatto non sussiste. Non ci sarebbero stati, per il gup, altri episodi di pressioni per ottenere autorizzazioni ai lavori.
La procura di Firenze proseguirà quindi su altre strade, che però procedono a rilento. Un anno fa Incalza è stato indagato e messo in custodia cautelare insieme ad altre tre persone (Stefano Perotti, Francesco Cavallo e Sandro Pacella) a seguito dell'indagine eseguita dai carabinieri del Ros sulle grandi opere italiane, con 47 indagati. Nel mirino ci sarebbe un presunto sistema corruttivo, che coinvolgerebbe, tra gli altri, le strutture del ministero delle Infrastrutture, Rfi, Anas, Ferrovie del Sud Est, del Consorzio Autostrada Civitavecchia-Orte-Mestre, dell'Autostrada regionale Cispadana e dell'Autorità portuale Nord Sardegna. Secondo gli inquirenti Incalza sarebbe stato l'artefice di un vero e proprio "metodo", in base al quale l'azienda di Perotti si sarebbe aggiudicata sempre la direzione dei lavori, condizionando così l'esito delle gare e intascando favori e tangenti. I prezzi degli appalti, si disse l'anno scorso, risultavano alla fine gonfiati mediamente del 20%. Per quanto riguarda il proscioglimento di ieri, i vertici Fs esprimono soddisfazione per la sentenza che scagiona la loro società Italferr, oltre ad alcuni suoi dirigenti.

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