Appalti

Cantone lascia l'Anac: «clima cambiato» Sostituzione (o riforma) non prima di settembre

di Mauro Salerno

Dalla sopportazione alla rottura nel giro di cinque mesi. Quando a febbraio era spuntata fuori la notizia della richiesta di tornare in procura, qualcuno aveva detto che Cantone era intenzionato a lasciare la guida dell'Anac - avanzando una candidatura per le sedi di Perugia, Frosinone e Torre Annunziata - perché ormai si sentiva «sopportato». Evidentemente ora anche quel sottile filo si è spezzato. Dopo mesi in cui non sono mancati i botta e risposta con gli esponenti del Governo e del Parlamento l'ex magistrato ha deciso di anticipare l'uscita di scena prevista per il prossimo marzo, formalizzando le dimissioni dal vertice dell'Autorità Anticorruzione che guidava dal 2014, su indicazione del Governo Renzi.

Un «ciclo si è definitivamente concluso» ha scritto rCantone nella lettera di addio a Via Minghetti «anche per il manifestarsi di un diverso approccio culturale nei confronti dell'Anac e del suo ruolo». Parole sufficientemente chiare, che fanno capire come l'esile scudo della sopportazione, in un settore cruciale come la lotta alla corruzione in particolare negli appalti, non era più sufficiente. Che tra l'ex magistrato e il nuovo governo Lega-M5S non sarebbero state rose e fiori si era capito fin dall'esordio. Le prime frizioni sono cominciate fin dal discorso di insediamento del premier Giuseppe Conte in Parlamento con l'accusa di «risultati deludenti». Un assaggio di quello che sarebbe arrivato nei mesi successivi. Con le bordate di Salvini (e qualche volta anche di Di Maio) all'impostazione del codice appalti, « da stracciare e riscrivere» perché accusato di essere la prima causa del blocco dei cantieri e degli investimenti. Un codice che - sia pur con qualche distinguo - Cantone ha invece sempre continuato a difendere. Arrivando poi alle polemiche delle ultime settimane, con la cancellazione dei poteri di regolazione dell'Autorità e soprattutto con la «deregulation» dei piccoli appalti sotto i 150mila euro, la cancellazione dell'albo dei commissari di gara indipendenti gestiti dall'Autorità e le maxi-deroghe per i commissari introdotte con il decreto Sblocca-cantieri su cui Cantone non ha mai nascosto forti perplessità. Proprio nella fase di conversione del decreto, lo scorso maggio, si è avuta la rappresentazione più plastica del dialogo spezzato, con la mancata convocazione di Cantone nel ciclo di audizioni sull'impatto del provvedimento. «Per la prima volta - aveva sottolineato Cantone nell'occasione -, su un provvedimento che si occupa degli appalti, in Senato non è stata nemmeno sentita l'idea dell'Autorità».

Nella scelta di Cantone di tornare in magistratura non bisogna sottovalutare neppure quanto è accaduto nelle ultime settimane con il caso Palamara che ha scosso la magistratura. «Assistere a quanto sta accadendo senza poter partecipare concretamente al dibattito interno mi appare una insopportabile limitazione - sottolinea Cantone - , simile a quella di un giocatore costretto ad assistere dagli spalti a un incontro decisivo: la mia indole mi impedisce di restare uno spettatore passivo, ancorché partecipe».

Ora si apre la fase della successione al magistrato napoletano. In prima battuta Cantone tornerà all'Ufficio del massimario della Cassazione che aveva lasciato a luglio 2014 per la presidenza dell'Anticorruzione. Il passaggio sarà rapido ma non immediato. C'è bisogno infatti di una ratifica della richiesta di rientro in magistratura da parte del Csm che tornerà a riunirsi per la prima volta l'11 settembre. Restano anche in piedi le candidature per le tre procure avanzate lo scorso inverno. Il Governo ha così un paio di mesi per trovare un successore. Nel frattempo, a meno di ulteriori novità, restano in carica (fino a luglio 2020) gli altri membri del Consiglio dell'Autorità, con il consigliere anziano Francesco Merloni deputato a coprire lo spazio vuoto lasciato da Cantone, fino alla nomina di un sostituto. Sempre che l'addio di Cantone non apra il varco a ipotesi di riforma dell'intero assetto dell'Autorità, rilanciate con preoccupazione ieri da opposizione e sindacati.

La lettera di Cantone

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