Appalti

Acea lancia 250 mini-impianti per la gestione dei rifiuti organici

Il primo sarà pronto già entro fine anno e sarà collegato alla mensa aziendale. Da qui al 2022, però, Acea conta di installare 250 mini-impianti che consentiranno di trattare i rifiuti organici a chilometro zero. L’innovativa macchina si chiama SmartComp e metterà insieme il know how industriale del gruppo, l’expertise dell’Enea e quella dell’Università della Tuscia per trasformare in loco, con una tecnologia sensoristica all’avanguardia targata Acea, rifiuti umidi in compost tramite un processo aerobico che in 90 giorni genera un fertilizzante di qualità pronto per l’uso.

Ad annunciare l’iniziativa è stato ieri lo stesso amministratore delegato di Acea, Stefano Donnarumma: «Questo progetto si inquadra nelle linee guida del piano industriale 2019-2022 che prevede 1,7 miliardi di investimenti in sostenibilità, con un incremento di 400 milioni rispetto alla strategia precedente». Il lancio è avvenuto in occasione del primo Sustainability Day del gruppo destinato a diventare, come ha sottolineato la presidente della multiutility capitolina, Michaela Castelli, «un appuntamento annuale per promuovere un dialogo tra istituzioni, autorità, mondo della ricerca, imprese e start up». Un confronto che ieri ha riunito attorno allo stesso tavolo il preidente dell’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente, Stefano Besseghini, il numero uno dell’Enea, Federico Testa, il portavoce di Allenza Italiana per lo sviluppo sostenibile, Enrico Giovannini, e il vicesegretario generale dell’Unione del Mediterraneo, Grammenos Mastrojeni.

Tornando a SmartComp, il servizio sarà rivolto alle grandi utenze come centri commerciali, stazioni, aeroporti e mense, e si partirà, come detto, dalla mensa aziendale a valle di una sperimentazione interna. Già da agosto, infatti, Acea ha avviato un test per monitorare in tempo reale il processo di trasformazione degli scarti che sfrutta la modellistica e la sensoristica predisposta dallo stesso gruppo, nonché le competenze dell’ateneo laziale, che garantisce la qualità del risultato finale, e quelle dell’Enea relativa alla ricerca sul processo. A dicembre, scatterà quindi la prima applicazione interna per arrivare poi a marzo del prossimo anno a riutilizzare il compost prodotto negli spazi verdi degli impianti dell’azienda.

Il fine è chiaro: far sì che Acea affianchi le grandi utenze con un servizio che ruota attorno al mini-impianto - il cui costo si aggira sugli 80-100mila euro - e che va dalla progettazione al supporto gestionale con ricadute estremamente positive sia in termini di risparmi che di efficientamento del processo di recupero dei rifiuti. Ciascuna macchina avrà una capacità di circa 100 tonnellate l’anno e consentirà di tagliare una serie di voci, tra l’esborso associato alla raccolta puntuale dei rifiuti, i costi di trasferimento verso l’impianto chiamato a gestirli e quelli per il trattamento finale. «Con l’obiettivo di installare 250 SmartComp entro il 2022, si potrà realizzare in maniera diffusa un sistema dalla capacità di 25mila tonnellate l’anno, pari a quella di un impianto localizzato che gestisce rifiuti organici prodotti da una città di 250mila abitanti, e produrre minori costi di filiera , a livello nazionale, di circa il 30%», ha evidenziato Donnarumma.

A margine, poi, l’ad ha risposto ai cronisti che chiedevano lumi sul possibile rafforzamento del termovalorizzatore di San Vittore gestito da Acea Ambiente: «Potrebbe essere un impianto assoggettato a potenziamento, anche perché tratta non solo rifiuti di Roma ma di tutto il Lazio, per garantire un maggiore assorbimento delle quantità prodotte. Ne abbiamo gia parlato con la Regione e le ipotesi sono sul campo ma bisogna attendere come sempre l’iter autorizzativo. Di certo noi non abbiamo problemi di carattere finanziario e industriale per intraprendere l’investimento». L’ipotesi su cui si lavora riguarda la costruzione di una quarta linea da affiancare alle tre esistenti con un orizzonte temporale che potrebbe essere il 2024.

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