Appalti

Partecipate, programmazione autunnale impegnativa

di Ciro D'Aries e Giuseppe Viola (*)

In tema di gestione delle partecipazioni pubbliche, la delibera n. 22/2019 con cui la Corte dei Conti ha approvato le linee guida per la relazione annuale sul funzionamento del sistema integrato dei controlli interni per l'esercizio 2018, rappresenta un'opportunità per gli enti che possono, in questi ultimi mesi dell'anno, impostare una efficiente programmazione delle attività e dei controlli nei confronti delle proprie partecipate. È altresì un'occasione per le società stesse, di coniugare al meglio l'origine pubblica della propria natura con l'efficienza di un'impresa che si propone di offrire servizi di qualità.

La Sezione 6 del referto-questionario
Molti gli spunti da cogliere dalle domande-check sugli organismi partecipati contenuti nella apposita sezione del questionario. Al di là della struttura interna all'ente dedicata – specificatamente - al controllo su questi organismi su cui la Corte insiste, ci sono queste attività da programmare:
• i budget delle società in house e degli organismi strumentali controllati dall'ente, budget che sono strumentali per la definizione degli indirizzi strategici ed operativi sui medesimi organismi per il prossimo triennio;
• l‘individuazione delle società a controllo pubblico congiunto, anche mediante comportamenti concludenti, al di là delle norme, statuti e/o accordi formalizzati. Sul tema sarebbe importante che i soci pubblici di riferimento di queste società a controllo plurimo si attivino per un definitivo inquadramento delle stesse in considerazione degli adempimenti conseguenti da rispettare;
• la verifica del grado di attuazione delle misure di razionalizzazione delle partecipazioni societarie (articolo 24 del testo unico); ciò è indispensabile anche per la predisposizione del prossimo piano di razionalizzazione (articolo 20 del Tusp), da presentare entro fine anno, una cui sezione dovrà essere dedicata all'esito delle precedenti misure di razionalizzazione;
• la predisposizione dei report informativi periodici da parte degli organismi partecipati: per ogni esercizio ci dovrebbero essere almeno due infrannuali. Sarebbe importante che almeno nel mese di settembre/ottobre venisse formalizzato il report dell'andamento dei primi 6/8 mesi dell'anno in corso con la proiezione dei risultati finali prevedibili, in modo da collegare – sempre in autunno – i dati preconsuntivi 2019 con i budget;
• la verifica della relazione sul governo societario predisposta dalle società a controllo pubblico in occasione dell'ultimo bilancio di esercizio approvato dai soci, che deve contenere il programma di valutazione del rischio aziendale. Quest'ultimo assume un particolare rilievo nell'ambito dei controlli periodici che gli enti soci devono verificare, non solo in occasione del bilancio che riguarda un anno oramai concluso, ma anche durante l'esercizio – almeno in via semestrale - con riferimento all'esercizio in corso;
• per i servizi esternalizzati, l'adozione della carta dei servizi, gli indicatori di qualità e la verifica del grado di soddisfazione degli utenti. Il controllo da esercitare unitamente ai report infrannuali, garantisce la circolarità nell'adozione dei controlli interni: strategico (= indirizzi), di gestione (= report gestionali e risultati economici, patrimoniali e finanziari) e di qualità, all'interno dei controlli sugli Organismi Partecipati (= che si sostanziano in una pluralità di controlli, come ben vediamo).

La Sezione Note del questionario
C'è , infine, l'opportunità di utilizzare la Sezione Note del auestionario per comunicare se l'ente locale svolge parte delle proprie attività di programmazione, indirizzo e controllo in forma congiunta con altri soci, richiamando le modalità stabilite dagli statuti e/o dai regolamenti degli organismi partecipati, quali ad esempio comitato soci, comitato di controllo analogo o altro, rendendo più esplicita la risposta al punto 6.5 del referto-questionario.

Il bilancio consolidato
Da ultimo, anche se non espressamente richiesto nel questionario, rimane il bilancio consolidato del gruppo amministrazione pubblica, da approvare entro fine settembre, con riferimento all'esercizio 2018.

Il programma di valutazione del rischio aziendale
A breve il Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili dovrebbe presentare al Mef i parametri "alert", che, in base al nuovo codice (Dlgs 14/2019), sottostanno alla nuova procedura di "allerta" per anticipare l'emersione della crisi e favorire una veloce adozione di misure per contrastarla.
A riguardo le società – in generale e, quindi, anche quelle pubbliche che sono fallibili – devono dotarsi di un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell'impresa. In tutta questa nuova disciplina, stretto è il contatto e il collegamento con quanto disciplinato dal testo unico agli articoli 6 e 14.
È importante che gli enti soci pubblici – al di là dell'ordinario flusso informativo periodico (= vedasi report gestionale) – effettuino almeno un monitoraggio semestrale dell'esercizio in corso, basandosi, non solo sugli indicatori di bilancio, ma soprattutto sul cash flow, tenuto conto anche delle obbligazioni in capo alla società "prevedibili" ancorchè non assunte, in quanto centrale – per l'emersione della crisi aziendale – è l'aspetto finanziario.

I precedenti rilievi della corte
In passato la Corte (delibera n. 6/2019 Sezione di controllo per l'Emilia Romagna) ha messo in evidenza come non tutte le società controllate da un ente avessero predisposto la relazione sul governo societario (articolo 6, comma 4, del testo unico) e come gli strumenti di controllo societario (articoli 6 e 14) rappresentino un preciso obbligo dei responsabili aziendali e degli amministratori degli enti soci.
Agli enti la capacità di programmare – prima della fine dell'esercizio in corso – l'elenco delle attività, dei controlli e dei documenti da condividere con le proprie controllate (oltre che con i propri ulteriori organismi non societari) nell'ambito di «buoni flussi informativi» che possano assicurare tranquillità, non emersione di rischi aziendali e bilanci previsionali all'insegna dello sviluppo delle attività nell'interesse di tutti: cittadini-utenti, società di servizi ed enti pubblici.

(*) Direttore generale Confservizi Cispel Lombardia

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