Appalti

Incentivi ai tecnici Pa, per l'Anac vanno estesi al Ppp: accelerare sui regolamenti interni

L'invito al Governo nell'atto di segnalazione n. 1/2021, dedicato ai bonus per i progettisti dipendenti pubblici

di Mauro Salerno

«La scelta di riconoscere l'incentivo per le funzioni tecniche svolte dai dipendenti interni dell'amministrazione aggiudicatrice solo per i contratti di appalto» e non per le concessioni e i partenariati pubblico-privati «non appare giustificata». Partendo da questo presupposto, l'Autorità Anticorruzione chiede a Parlamento e Governo di interventire sulle norme del codice appalti, con l'obiettivo di estendere la portata degli incentivi del 2 per cento. La richiesta è contenuta nell'atto di segnalazione n. 1/2021 appena inviato alle Camere e a Palazzo Chigi. Nello stesso documento l'Anac invita il Governo a spingere le amministrazioni che ancora non lo hanno fatto a dotarsi di un regolamento interno per la distribuzione degli incentivi. In assenza di quelle regole, ricorda infatti l'Anac, non è possibile accedere ai bonus.

Nel l'atto di segnalazione, l'Anac ricorda che , anche se non ammesse al bonus che il codice riserva soltanto agli appalti tradizionali, in realtà «le attività oggetto di incentivazione ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Dlgs 50/2016 interessano anche i contratti di concessione e di partenariato pubblico privato». «Anche per tali tipologie di contratti - spiega l'Anticorruzione - l'amministrazione aggiudicatrice è chiamata a svolgere le attività di programmazione della spesa, di valutazione preventiva dei progetti, di predisposizione e di controllo delle procedure di gara e di esecuzione del contratto, di Rup, di direzione dei lavori e/o di direzione dell'esecuzione e di collaudo tecnico amministrativo e statico e/o di verifica di conformità, e tali attività possono essere svolte dai dipendenti della stazione appaltante».

Non solo. L'Anac sottolinea che concessioni e partenariati «per la loro particolare natura possono richiedere un impegno dei dipendenti delle stazioni appaltanti anche maggiore di quello richiesto per i contratti di appalto, non solo nella fase di programmazione della procedura e di aggiudicazione della stessa ma anche nella fase di esecuzione del contratto, anche per la durata generalmente lunga della fase di gestione dei servizi».

Di qui la richiesta di «integrare la disciplina degli incentivi per le funzioni tecniche di cui
all'articolo 113 del Codice, al fine di estenderne l'applicazione con riferimento ai contratti
di cui alla Parte III e alla Parte IV del medesimo Codice», cioè alle attività svolte per l'assegnazione di contratti di concessione e partenariati.

Con l'occasione, l'Autorità richiama anche l'attenzione«sulla mancata attuazione da parte di numerose amministrazioni aggiudicatrici» riguardo «alla mancata adozione da parte delle stesse del regolamento per la ripartizione degli incentivi», e «della mancata costituzione del fondo» relativo al bonus. « Tali inadempimenti, per i quali il Codice non prevede alcuna forma di sanzione o di potere di intervento dell'Autorità, determinano l'impossibilità di riconoscere gli incentivi per le funzioni tecniche ai dipendenti delle amministrazioni aggiudicatrici con grave danno per gli stessi», si sottolinea nel provvedimento. Per questo l'Anac chiede al Governo di farsi carico di «un'attività di impulso e di coordinamento» per spingere le amministrazioni ad attuare le previsioni del codice.

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