Amministratori

Mattarella all'Anci: basta polemiche scomposte

di Lina Palmerini

Parla ai sindaci, in collegamento video per l’assemblea dell’Anci, ma, in realtà, non sembrano gli unici interlocutori a cui si rivolge perchè ieri Sergio Mattarella ha messo sul tavolo l’aspetto più controverso di questa seconda ondata del virus: la conflittualità che si è accesa tra Governo e territori. E dunque, pure i presidenti di Regione potevano considerarsi destinatari di quel messaggio che invita a «non disperdersi in polemiche scomposte o nella rincorsa a illusori vantaggi di parte». Il virus, dice, è un nemico che può sconfiggere tutti e dunque in quella gara che si è scatenata tra Governatori, ministri, primi cittadini, potrebbero non esserci vincitori ma solo vinti. «Serve senso di responsabilità per creare convergenze e collaborazione e andare nella stessa direzione», questo secondo il capo dello Stato, è oggi il primo comandamento delle istituzioni e di chi le rappresenta perché il gioco dello scaricabarile è stato ormai scoperto dai cittadini. E non premia. Tant’è che dà un consiglio pratico ai sindaci: di decidere senza timore di impopolarità. «I Comuni - dice - possono ricorrere al potere di ordinanza prevedendo disposizioni legate alle condizioni del loro territorio rispetto a quelle nazionali o regionali. La salute è un diritto fondamentale. Il dovere di tutelarla richiede che non si esiti ad assumere le decisioni necessarie».

Ma tra le decisioni mancanti – e per lui necessarie – c’è forse anche quella che si aspettava dal premier, ossia che prendesse una iniziativa per far nascere in Parlamento un luogo di collaborazione tra maggioranza e opposizione. Del resto, è stato lo stesso Mattarella con una serie di incontri – tra cui proprio con Conte e con i presidenti delle Camere – a spingere in quella direzione senza però averne ancora visto un buon esito. Tant'è che ieri ha di nuovo incontrato Roberto Fico. Incontro derubricato dai portavoce a “colloquio di routine” ma è proprio la routine che ora è un po' straordinaria. Nel senso che si prova a costruire un luogo parlamentare - conferenza di capigruppo o commissione tipo Copasir - per avviare un dialogo bipartisan. Quello che si sa è che il presidente della Camera sta molto spingendo - lui è più favorevole a un comitato di capigruppo – che pure la Casellati è molto impegnata anche se al Senato preferirebbero l'altra formula. Al Quirinale non esprimono preferenze sulla composizione ma si continua a spingere per arrivare a un approdo.

Tra l’altro dopo le svariate offerte di collaborazione di Berlusconi, si è aperto un varco e pure le resistenze di Salvini (una delle condizioni della Lega è di non esaminare i nuovi Dl Sicurezza) potrebbero essere messe alla prova. Il punto però è che le resistenze sembrano reciproche. Per esempio, sulla proposta del doppio relatore alla legge di bilancio, sembra ci sia molta freddezza sia a Palazzo Chigi che al Mef. Il problema sono i nodi ancora irrisolti nei 5 Stelle che legano le mani di Conte e pure le sue stesse paure di aprire a giochi che possano escluderlo.

Ma ieri, nel suo discorso, Mattarella ha voluto anche cercare un dialogo con i «concittadini». «Liberi ma proprio per questo responsabili», è stato il cuore del suo appello invitandoli a rispettare le precauzioni – mascherine, distanziamento, igiene – «per convinzione, non per imposizione». E ricorda quello che tutti hanno imparato dalla cronaca. «Nessuno si lasci ingannare dal pensiero “a me non succederà”: ci sono stati innumerevoli casi di persone che pensavano così e sono state investite dal virus». Uno per tutti Trump. Infine, ma non ultima nelle considerazioni di Mattarella, l'Europa che «finalmente si è mostrata all'altezza dei suoi compiti». Cita il Recovery Fund e la necessità di usare al meglio quelle risorse ma glissa sui ritardi italiani che però ha ben presente.

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