Urbanistica

Veti locali bloccano la ferrovia Malpensa-Gallarate dal valore di 211 milioni

Il decreto del Mit stabilisce la «conclusione negativa della Conferenza di servizi» sull’opera per le parti ricadenti nel Demanio statale

di Marco Morino

In vista del Recovery Fund, in un momento in cui il Paese è chiamato a ridisegnare il proprio futuro, Camera di Commercio di Varese, Confartigianato Imprese Varese, Confcommercio Uniascom provincia di Varese e Unione degli Industriali della provincia di Varese (Univa) indicano la priorità per il territorio: Malpensa. Da qui la forte presa di posizione a favore della realizzazione del collegamento ferroviario tra il Terminal 2 dell’aeroporto e Gallarate. Un’opera sostenuta anche dall’Europa: il progetto, promosso da Ferrovienord in collaborazione con il gestore aeroportuale Sea, ha ricevuto un finanziamento dalla Ue di 63,4 milioni di euro, pari al 30% dell’investimento complessivo (211,3 milioni). Lo scorso 17 dicembre è stato pubblicato il bando per la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori della nuova linea ferroviaria.

Il programma prevede il primo colpo di piccone nel 2021 e il completamento entro dicembre 2024. L’opera consiste nella realizzazione di una linea ferroviaria tra il Terminal 2 dell’aeroporto intercontinentale di Milano Malpensa e la linea Rfi del Sempione, per una lunghezza di circa 4,6 km di nuovo tracciato verso Gallarate, più 1,1 km di raccordo verso Casorate Sempione. Il tempo previsto di percorrenza tra il T2 e Gallarate è di 7 minuti. Ora però una complicazione imprevista rischia di bloccare il progetto e aprire un contenzioso infinito.

Dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti (Mit) è arrivato uno stop al progetto della ferrovia Gallarate-Malpensa. Un pronunciamento che riguarda l’uso delle aree di Demanio nella zona dell’aeroporto. Il decreto del ministero stabilisce la «conclusione negativa della Conferenza di servizi» sull’opera, appunto per le parti ricadenti nel Demanio statale. Un atto tecnico che è legato alla «espressione di dissenso del Comune di Casorate Sempione». La questione riguarda una porzione di territorio casoratese a ridosso di Malpensa: il Comune aveva su questo espresso parere negativo rispetto ai meccanismi di compensazione ambientale. L’atto a questo punto complica il percorso del progetto, che vede l’opposizione anche di Legambiente, Parco del Ticino e Comune di Cardano al Campo.

Dalle imprese però arriva un secco altolà. Dice Fabio Lunghi, presidente della Camera di commercio di Varese: «Oggi più che mai, il nostro sistema economico non può sottostare alla volontà di chi, da solo, blocca un percorso già avviato per realizzare un’infrastruttura in grado di portare benefici all’intero territorio. Il no appena giunto è il manifestarsi di quella “sindrome Nimby” che è invece quel virus da cui avevamo la speranza di essere stati resi immuni dalla lotta al Covid. Non possiamo, in un momento economico come l’attuale, permetterci di rinunciare all’effetto cantiere, stimabile in almeno un miliardo, generato dall’indotto di un investimento superiore ai 200 milioni». Incalza Roberto Grassi, presidente dell’Unione industriali: «Siamo un Paese che non finisce mai di stupire per il suo autolesionismo.

Il collegamento tra il Terminal 2 di Malpensa e Gallarate è un’opera che aveva già avuto il parere favorevole dell’Enac, di Regione Lombardia, del ministero dell’Ambiente e, salvo alcuni rilievi di attenzione, anche della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio. Non solo, il cantiere aveva già trovato la copertura dei costi con fondi europei. È paradossale che un interesse allargato di territorio, del tutto conciliabile con la difesa ambientale, certificato da questa lunga sequela di sì e da un finanziamento già deciso, venga messo da parte da un unico interesse particolare. È con questo modus operandi - si chiede Grassi - che vogliamo attrarre investimenti sul territorio a favore di un asset strategico per tutto il Nord Italia come Malpensa? Non si può costruire il futuro di un Paese e di un territorio sul diritto di veto. Bisogna tornare ad affermare il diritto delle nostre comunità all’interesse generale. Malpensa è una priorità».

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