Appalti

Decreto liquidità, Ance: serve indicatore ad hoc per le imprese di costruzioni

Rudy Girardi: altrimenti si realizza una iniqua restrizione della platea dei contribuenti beneficiari

di Massimo Frontera

Se il decreto liquidità - n.23/2020, alla Camera per la conversione in legge - consente solo un ulteriore indebitamento delle imprese rappresenta una «nuova occasione persa» (dopo il decreto legge Cura Italia). Così il vicepresidente dell'Ance con delega al Centro studi Rudy Girardi nel corso dell'audizione, ieri, presso le commissioni riunite Finanze e Attività produttive di Montecitorio, dove si sta discutendo il provvedimento. A deludere i costruttori il fatto che il provvedimento, spiega Girardi, «non contiene nessuna delle misure prioritarie capaci di sostenere realmente le imprese e l'occupazione in questo momento. Certamente, alcune delle misure contenute nel decreto sono state invocate, anche dall'Ance, in passato e avrebbero potuto, in tempi ordinari, essere di grande utilità». "Ma - aggiunge - com'è possibile pensare, oggi, di aiutare le imprese solo attraverso un ulteriore indebitamento? Perché è questo che fa il decreto liquidità! E perché le imprese dovrebbero indebitarsi quando ci sono ancora 6 miliardi di crediti arretrati che devono ricevere dallo Stato o aspettano ancora di sapere se verranno riconosciuti i maggiori costi dovuti alla pandemia da Covid-19?».

Andando più nel concreto, i costruttori lamentano gli effetti di equiparare - anche nell'approccio alla stesura di questo decreto legge - le imprese di costruzione alle imprese di tipo industriale manifatturiero. I costruttori esprimono in particolare una «valutazione negativa» sulle norme che regolano la sospensione dei versamenti fiscali e contributivi, il cui meccanismo di verifica della perdita di liquidità dell'impresa non viene ritenuto idoneo a rappresentare la perdita subita dalle imprese edili, le quali, spiega il rappresentante dell'Ance, «presentano una struttura patrimoniale, una dinamica finanziaria e soprattutto una redditività del tutto peculiari, non facilmente raffrontabili con i più diffusi indici e flussi finanziari e/o reddituali costanti». Per evitare una «iniqua restrizione della platea dei contribuenti beneficiari» le imprese dovrebbero pertanto essere valutate con un indicatore specifico. Tale indicatore, propone l'Ance, dovrebbe prendere a riferimento il fatturato registrato nel periodo 2020 di blocco totale o parziale delle attività, stimato mese per mese, e confrontarlo con un valore corrispondente al fatturato medio mensile registrato nel 2019. «Laddove questa diminuzione sia almeno pari al 33%, o al 50%, a seconda che i ricavi dell'impresa siano entro o oltre i 50 milioni di euro, sarà riconosciuta all'impresa la sospensione dei versamenti».

Il testo integrale dell'audizione dell'Ance su Dl liquidità

Il testo integrale del'audizone dell'Ance

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