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Appalti ferroviari, Aiferr: da Rfi più attenzione alle tariffe e alla qualificazione delle imprese

Incontro tra la dirigenza della società del gruppo Fs e le imprese specializzate per "riequilibrare" i bandi

di Massimo Frontera

Più accuratezza nel calcolo degli oneri per la sicurezza e nell'applicazione delle tariffe, allo scopo di non sfavorire gli appaltatori; forme premiali per riconoscere la qualificazione degli operatori più strutturati e specializzati; rimodulazione delle lavorazioni incluse negli accordi quadro, per consentire agli aggiudicatari di rispondere al meglio alle esigenze della committenza; riconoscimento ai fini Soa delle lavorazioni "extrabando" richieste ed eseguite. Sono questi, in estrema sintesi, i principali punti affrontati nell'incontro, avvenuto nei giorni scorsi, tra una delegazione di Aiferr - giovane società (costituita nel 2019) di operatori specializzati nelle opere ferroviarie - e la dirigenza di Rfi, cioè la principale (se non unica) committenza di riferimento.

Le "doglianze" - sia pure prospettate a Rfi con tutta la diplomazia del caso - non sono di poco conto. In sostanza, le imprese lamentano il fatto che nel sistema di approvvigionamento del colosso ferroviario, ci siano molti punti su cui cercare un diverso e più soddisfacente equilibrio con i fornitori. «La dirigenza di Rfi - sintetizza il presidente di Aiferr Marco Nani, capodelegazione nell'incontro con la società - è stata relazionata in maniera completa. Sappiamo che sono allo studio i punti di possibile soluzione e attendiamo con fiducia soluzioni soddisfacenti sia per le legittime aspettative delle imprese, sia per l'interesse pubblico».

Ma ecco quali sono più in dettaglio le principali questioni sulle quali le imprese chiedono miglioramenti concreti. «I nostri associati - spiega sempre Nani - hanno riscontrato che in moti casi la stima degli oneri per la sicurezza viene eseguita in modo forfetario applicando una percentuale tra il 3% e il 5% dell'importo del singolo contratto. Il punto è che, anche considerando che in questo periodo la sicurezza nei cantieri è da tenere in primaria considerazione, il computo della sicurezza non viene eseguita in maniera congrua e analitica, per singole voci, a norma di legge». L'aspetto economico, secondo Aiferr, viene mortificato anche attraverso l'applicazione del sistema tariffario, ovviamente deciso dalla committenza. «Gli associati - e sempre il presidente di Aiferr che parla - hanno rilevato che le stesse voci di costo variano a seconda che l'intervento sia ricondotto a diversi sistemi tariffari, per esempio riferiti alla manutenzione ordinaria o straordinaria. Quando il committente, per eseguire una stessa lavorazione, applica la più bassa delle diverse tariffe previste, si comprende come subentri un danno per l'appaltatore». Non solo: «il sistema tariffario Rfi è unico su tutto il territorio nazionale e non tiene conto delle diverse situazioni locali nell'approvvigionamento di materiali, attrezzature e materie prime. La richiesta degli associati è di adottare dei prezzari riferiti almeno a macroaree geografiche».

Poi c'è il tema della qualificazione delle imprese, della valutazione delle offerte, troppo sbilanciata sul prezzo, secondo Aiferr, e degli investimenti che gli operatori vorrebbero maggiormente riconosciuti. «Alle imprese - spiega Nani - vengono richieste spesso delle lavorazioni inizialmente non previste dal bando di gara, per legittime esigenze sopravvenute. Richieste che ovviamente l'appaltatore esegue. Il problema è che le lavorazioni aggiuntive non vengono riconosciute nei certificati di regolare esecuzione e non possono pertanto concorrere alla qualificazione Soa dell'impresa, che non ne può beneficiare né ai fini della categoria né ai fini della classe di fatturato». «Gli associati - aggiunge il presidente dell'associazione in tema di qualificazione - chiedono che venga riconosciuta, da parte di Rfi, la disponibilità in proprietà dell'impresa dei mezzi e delle attrezzature specializzate per eseguire interventi ferroviari. L'idea di fondo è che l'operatore più strutturato e che ha fatto più investimenti è anche quello in grado di dare al committente maggiori garanzie rispetto ad altri. La richiesta è pertanto di riconoscere questa qualità, prevedendo un premio nei bandi di gara». Sempre agendo sulla lex specialis, le imprese chiedono anche una rimodulazione dei pesi applicati alla valutazione dell'offerta economicamente più vantaggiosa: «la valutazione tecnica può e deve avere un punteggio maggiore rispetto all'attuale rapporto qualità/prezzo, attualmente fissato a 70/30. I nostri associati ritengono che questo punteggio dato al prezzo sia eccessivo e propongono un tetto diverso: al 12-15%».

Richieste di rimodulazione anche sull'accordo quadro, che ha da tempo soppiantato il classico bando di lavori negli appalti di manutenzione su infrastrutture a rete. Se dalla parte della committenza viene apprezzata la grande comodità e praticità dell'accordo quadro, da parte del fornitore non mancano disagi sotto il profilo economico e organizzativo. «Anche se sono stati sottoscritti accordi quadro per milioni di euro, a tutt'oggi sono stati stipulati contratti applicativi per coprire solo un quarto dell'importo complessivo degli accordi», riferisce presidente di Aiferr. «Ne deriva, per le imprese esecutrici, una difficoltà operativa nel predisporre mezzi, attrezzature e maestranze al fine di realizzare quello che viene di volta in volta richiesto dai bandi». Soluzione? «Abbiamo proposto di realizzare con accordo quadro la sola manutenzione programmata, lasciando le somme urgenze come sopraveniente extra-accordo quadro».

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