Progettazione

Italiani all'estero, C+S vince in Belgio con il «castello» in mattoni per gli uffici low-tech

Basta vetro e impianti: i progettisti criticano «il design sostenibile fatto di facciate di vetro superperformanti o pannelli fotovoltaici che nascondono la mancanza di qualità del design»

di Mau.S.

Rifarsi alla memoria e alla tecnica costruttiva degli antichi castelli inglesi per progettare un moderno edificio per uffici.È l'intuizione con cui lo studio veneto C+S associati (con MMA/ Bart Macken Eef Boeckx ) ha vinto il concorso internazionale di progettazione per la costruzione di un nuovo spazio direzionale a Kortrijk, in Belgio.

L'edificio per uffici di C+S ricorda l'immagine di un castello

A spiegare la filosofia alla base del progetto premiato nel concorso è Maria Alessandra Segantini, partner dello studio C+S. «Il progetto rappresenta il nostro approccio per un design olistico e low-tech e lavora sull'essenza della costruzione e la minima dotazione impiantistica, ottenendo il massimo comfort abitativo. Il progetto - aggiunge - critica quel design sostenibile che mira ad aggiungere all'edificio facciate di vetro super-performanti, green-washing o pannelli fotovoltaici in copertura nascondendo spesso la mancanza di qualità del design stesso».

Si spiega così la scelta di partire dalla storia e dall'identità del luogo, «non tenendo solo in considerazione le trasformazioni storiche e fisiche, ma anche il sapere costruttivo e le trasformazioni economiche di questa parte del territorio belga, che ha visto un importante sviluppo grazie all'industria del mattone, proprio nell'area di Kortrijk. In contrasto con la tendenza contemporanea di caratterizzare gli edifici per uffici con facciate vetrate, abbiamo invece voluto radicare il progetto nell'identità locale, decidendo di utilizzare il mattone in modo innovativo».

L'edificio visto dall'interno

Elementi determinanti del progetto sono il mantenimento del verde e del piccolo corso d'acqua, l'utilizzo del mattone, la costruzione Nzeb, il minimo uso delle dotazioni impiantistiche e il masterplan generale dell'area che fonda la sua spina dorsale in una nuova pista ciclabile, che passa limitrofa all'area progetto. Il «Castello inglese», con la sua tipologia a spazio vuoto centrale circondato da spazi laterali di servizio scavati nelle murature generose, con la sua massa muraria e la qualità materica della sua costruzione ha ispirato il primo schizzo del progetto. La muratura dell'edificio infatti lavora come massa termica, che resiste al clima delle diverse stagioni, mentre la natura invade l'edificio con la sua presenza in continua trasformazione.

Lo spazio vuoto centrale circondato da una facciata dello spessore di 70 cm, lavora come massa termica di mattoni faccia a vista sia all'esterno che all'interno grazie a un monoblocco termico, rasato a intonaco sottile ad andamento che, all'interno, lascia trasparire in filigrana la tessitura dei mattoni. I solai sono costruiti con voltine tradizionali anch'esse in mattoni e scaricano su una colonna centrale che assicura allo spazio la massima flessibilità.
Lo spazio vuoto centrale, 15x15m, è flessibile e può essere organizzato in modi diversi a seconda delle richieste dei locatari. I corridoi scompaiono e le salette riunioni sono condivise.

La soluzione per il paesaggio

«Il piano terra - spiegano i progettisti - è un ‘interno urbano', in diretto contatto con la pista ciclabile e I percorsi pedonali. Anche il piano terra è disegnato come uno spazio vuoto circondato da spazi di servizio e abitato da due installazioni che ne permettono l'uso simultaneo da parte di una caffetteria e di una sala riunioni per 50 persone, schermata da pareti acustiche». «Grazie ai suoi "muri abitati", il nuovo edificio uffici di Leiedal è un edificio per i prossimi 200 anni: abitato da persone e alberi, diventa la metafora di un nuovo modo possibile di abitare il pianeta in equilibrio con l'ambiente».

Il paesaggio, disegnato da Jan Minne, «è un'oasi nella periferia, che crea diverse atmosfere che mutano al trascorrere delle stagioni, offrendo scorci speciali alla fantasia personale dei visitatori».

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