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Infrastrutture green, con Envision opere sostenibili attraverso il sistema di rating

di Brunella Giugliano

Realizzare infrastrutture sostenibili, attraverso un sistema di rating applicabile a qualsiasi tipologia di intervento. È l'obiettivo di Envision, il primo protocollo di valutazione dedicato alla progettazione e realizzazione di infrastrutture green.

Ideato negli Stati Uniti nel 2012 dall'Institute for Sustainable Infrastructure, un'organizzazione non profit di Washington nata per sviluppare sistemi di rating di sostenibilità per le infrastrutture civili, e dallo Zofnass Program for Sustainable Infrastructure, la Graduate School of Design alla Harvard University, sulla scia della certificazione Leed riservata esclusivamente agli edifici (residenziale e terziario), il protocollo Envision sbarca in Italia su iniziativa di ICMQ, istituto di certificazione leader nel settore delle costruzioni, e MWH, multinazionale di ingegneria e consulenza per il mondo dell'energia.

Le potenzialità del protocollo saranno illustrate nel corso della Giornata nazionale sulla certificazione di sostenibilità, organizzata da ICMQ e in programma il prossimo 23 giugno a Bologna, durante l'incontro dal titolo "Dagli edifici alle infrastrutture: costruire sostenibile e garantito".

«Envision– spiega il direttore generale di ICMQ Lorenzo Orsenigo - è uno strumento di analisi che, attraverso una griglia di valutazione adattabile a qualunque tipologia di progetto per infrastrutture civili, ha l'obiettivo di supportare imprese, pubbliche amministrazioni e cittadini nel prendere decisioni rispetto all'effettiva sostenibilità di un investimento. Le committenze pubbliche e private che utilizzeranno il protocollo potranno, infatti, migliorare, fin dalla pianificazione e progettazione, i processi che riguardano la realizzazione di opere quali strade, ponti, ferrovie, aeroporti, argini, gasdotti, dighe, acquedotti, sistemi di trattamento delle acque, stadi. Negli Usa sono circa 900 i progetti infrastrutturali che attualmente si stanno servendo di Envision».

Il protocollo, in particolare, è articolato in 60 criteri di sostenibilità che consentono ai progetti di guadagnare il punteggio necessario per raggiungere i vari livelli della certificazione (Improved: sopra la media; Enhanced: in linea con i principi di Envision; Superior: degna di nota; Conserving: tale da attestare una infrastruttura a ‘impatto zero'; Restorative: tale da migliorare il sistema naturale o sociale, ripristinando un equilibrio precedentemente compromesso). E' organizzato in cinque categorie: qualità della vita, leadership, allocazione delle risorse, natura e clima, rischi. Compilando i diversi campi, è possibile per ciascun progetto definire e implementare metriche e approcci, quantificando il posizionamento del progetto stesso rispetto all'obiettivo di sostenibilità e introducendo spunti per il miglioramento dell'opera. Si tratta, inoltre, di un sistema "aperto" e cioè utilizzabile anche per effettuare una autovalutazione del progetto, con il calcolo automatico del punteggio raggiunto.

«Abbiamo avviato una fase di sperimentazione per spiegare i vantaggi di tale protocollo – continua il direttore generale di ICMQ - interloquendo con alcuni grossi committenti, quali Metropolitana Milanese, che ha già avviato un progetto pilota, Enel e Ferrovie, anche per valutare l'ipotesi che Envision possa essere inserito negli appalti pubblici, in linea con il nuovo Codice degli appalti che indirizza ad una maggiore sostenibilità delle opere. Al momento la certificazione è solo sul progetto, mentre a partire dal 2017 interesserà anche il cantiere e quindi la fase di costruzione».

Altro scopo è anche quello di convogliare più consensi possibili attorno alla progettazione dell'infrastruttura, strutturando il dialogo con il territorio e gli stakeholders. «Tra i criteri di valutazione- conclude Orsenigo - ce ne sono molti dedicati alla condivisione dell'idea progettuale. Questo potrebbe consentire di ottenere la sufficiente intesa sociale, politico ed economico su opere strategiche per la crescita del Paese, che vedono spesso ostacolata la loro realizzazione. Tramite tali processi, Envision punta a ridurre la possibilità che le opere restino incompiute, a estendere la vita utile del progetto, a garantire tempi certi e, in generale, a diminuire i rischi di chi finanzia l'opera».

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