Fisco e contabilità

Coronavirus - Siope+, rinviate le modifiche standard degli ordinativi di pagamento informatici

di Patrizia Ruffini

Rinviate le modifiche dello standard Opi che sarebbero dovute entrare in esercizio il 6 luglio 2020. L'emergenza Covid-19 ha indotto il Gruppo di Lavoro Siope+, coordinato da Agid, per la manutenzione e l'evoluzione dello standard degli ordinativi (Opi), a optare per il rinvio. A darne comunicazione con una nota pubblicata sul suo sito è Ifel.

Gli Opi - ordinativi informatici di pagamento e incasso con cui gli enti pubblici ordinano pagamenti ai tesorieri tramite Siope+ - rispettano uno standard che evolve nel tempo, in modo da rispondere costantemente alle esigenze del contesto applicativo.

Il nuovo calendario per l'avvio in collaudo e in esercizio delle modifiche allo standard Opi del lotto 5 è fissato per il 1° giugno 2020 in collaudo e per il 5 ottobre 2020 in ambiente di esercizio.

Nella scheda di questo lotto sono previste la gestione delle note di credito su Pcc, l'integrazione del Giornale di Cassa con nuove informazioni, i controlli di merito sul Giornale di Cassa, la gestione Opi con più beneficiari, l'univocità Opi all'interno del flusso, l'obbligatorietà della struttura SOSPESO DA REGOLARIZZARE, l'unificazione della Data di riferimento del Giornale di Cassa, l'obbligatorietà della data di scadenza della fattura all'interno del flusso Opi, la regolarizzazione degli F24-EP, gli adeguamenti degli schemi Xsd alle prescrizioni già presenti nelle Rt Opi. Con il rinvio del lotto 5 è differita dunque anche l'implementazione del controllo da parte di Siope+ dell'inserimento negli ordinativi della data di scadenza delle fatture, obbligatorio in base all'articolo 1, comma 855 della legge di bilancio 2020. Al riguardo, Ifel sottolinea che è vantaggioso per l'ente inserire fin da ora l'esatta data di scadenza valorizzando il campo dell'Opi, perché l'adempimento elimina l'obbligo della comunicazione mensile alla piattaforma dei debiti commerciali (Pcc) dei debiti scaduti e non estinti. I Comuni sono dunque invitati a verificare, preliminarmente e mediante l'eventuale coinvolgimento della software-house, che la data inserita nell'Opi sia la data di scadenza effettiva e non quella indicata dal fornitore.

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