Amministratori

Allarme delle Regioni per il rischio ritardi su Recovery e fondi Ue

I governatori costretti a prendere atto del rinvio dell'incontro con il governo

di Barbara Fiammeri

Nella clessidra che misura il tempo per la stesura finale del Recovery plan italiano, la sabbia continua a scorrere veloce nonostante la crisi di Governo. La preoccupazione sale anche e soprattutto tra le Regioni, che hanno dovuto prendere atto del rinvio a data da destinarsi dell’incontro che si sarebbe dovuto svolgere ieri con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. «Si continua a parlare dei 209 miliardi del Recovery found ma si è capito che arriveranno solo se saremo in grado di realizzare i progetti, di spendere le risorse? Altrimenti anziché prenderli dovremo restituire quanto ci è stato anticipato!». A lanciare il monito stavolta è Donatella Tesei, presidente dell’Umbria, a cui i suoi colleghi Governatori hanno affidato il compito di coordinare il lavoro sul Recovery e su cui lunedì si è espressa all’unanimità la stessa Conferenza delle Regioni. «Il tema ancora non risolto, posto all’unanimità dalle Regioni al Governo, è sul ruolo che dobbiamo ricoprire in questo percorso, vale per le Regioni così come per gli enti locali».

Il Governo finora si è limitato a chiedere «una lista» a ciascuna Regione «dei progetti disponibili, che rispondessero alle missioni indicate dall’Europa», ha spiegato Tesei, che non nasconde assieme alla preoccupazione la delusione per un piano che «manca di concretezza» e resta molto «vago». Anche perché senza «alcuni interventi strutturali, a partire dalla riforma della pubblica amministrazione, dalla rivisitazione dell’intero processo autorizzativo», difficilmente «saremo in grado di realizzare quanto abbiamo ipotizzato». «Noi abbiamo iniziato a lavorare ad agosto e i progetti devono essere presentati entro aprile ma in tutti questi mesi dal Governo non è giunta alcuna risposta sul nostroruolo», ha insistito la presidente dell’Umbria che ci tiene a far sapere che «non si tratta di desiderio di protagonismo» ma senza un «confronto costante e una chiara ripartizione dei ruoli» sarà molto complicato se non impossibile intervenire «visto che in molti casi si tratta di interventi su cui le Regioni - dalla Sanità al Lavoro - hanno competenza esclusiva o concorrente».

Di qui la richiesta ad applicare quella «leale collaborazione istituzionale di cui spesso si parla ma che non si è realizzata» e senza la quale «difficilmente saremo in grado di rispettare la scadenza per la realizzazione dei progetti del 2026 e su questo siamo tutti d’accordo, a prescindere dal colore politico delle nostre giunte».Per le Regioni invece il Governo ha invece adottato la strada della «centralizzazione» ma «se dobbiamo ripartire bisogna individuare le priorità ascoltando i territori, finanziando quello che serve e mettendo il Recovery in relazione ad altri interventi». Tesei a mo’ d’esempio cita la nuova ripartizione dei fondi europei extra Recovery per il periodo 2021-2017. «Ci sono per l’Italia altri 43 miliardi di risorse europee a cui si aggiungono le risorse nazionali. Questo significa che possiamo portare avanti progetti complementari altrettanto decisivi: è un’occasione unica». Proprio il cattivo uso dei fondi europei nel corso dei decenni conferma però più di molte parole la difficoltà dell’Italia nella realizzazione dei progetti. Il risultato è che questo mancato uso dei fondi messi a disposizione da Bruxelles ha impedito che si realizzasse il principale obiettivo dei finanziamenti: la crescita delle aree più arretrate, a partire da quelle del Sud ma non solo. «Anche all’interno di Regioni più ricche ci sono aree arretrate, svantaggiate dove, ad esempio, la rete ancora non arriva o non è sufficiente». Temi e timori che finora però sono rimasti all’interno del confronto tra le Regioni. «Serve che da Roma arrivino segnali chiari». Il problema però è che senza un Governo nel pieno delle funzioni qualunque confronto sarebbe inutile. E infatti l’incontro di ieri è saltato e chiassà quando verrà fissato il nuovo appuntamento.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©