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Malattia del militare da uranio impoverito, è causa di servizio

Anche se le attuali conoscenze scientifiche non consentono di affermare con certezza assoluta il ruolo dell'esposizione

di Pietro Alessio Palumbo

Le attuali conoscenze scientifiche non consentono di affermare con certezza assoluta il ruolo dell'esposizione ad alcuni fattori inquinanti come causa di gravi malattie. Ma allo stesso tempo le ricerche più prudenti neppure consentono di escludere che una concomitante e interagente azione di fattori (anche solo) potenzialmente nocivi possa essere alla base di patologie o persino di morte. Su queste basi scientifiche il Consiglio di Stato con il parere 435/2021 ha chiarito che nel caso in cui il militare malato di Sla abbia prestato servizio in un teatro operativo a contatto con uranio impoverito, la dipendenza da causa di servizio della suddetta patologia deve considerarsi "accertata"; restando escluso solo il caso in cui il ministero riesca a dimostrare l'esistenza di altri fattori dotati di autonoma o persino "esclusiva" capacità di provocare la grave malattia in argomento.

Cause e condizioni di servizio
Il riconoscimento della dipendenza di una patologia da causa di servizio può conseguire solo all'accertamento di una effettiva e comprovata riconducibilità ad attività lavorativa dei fattori produttivi di infermità o lesione, in relazione a fatti di servizio e al rapporto causale tra i fatti e l'infermità o lesione. Il principio della causalità adeguata richiede sempre la riconoscibilità dell'esistenza di fattori collegabili al servizio, che rivestano un ruolo di «adeguata ed efficiente incidenza» nell'insorgenza e nello sviluppo della malattia. Diversamente devono ritenersi totalmente escluse tutte le altre condizioni che un tale grado di concausale ingerenza non presentino, le quali, anche se ugualmente verificatesi in servizio, restano tuttavia da considerare semplicemente «mere occasioni rivelatrici» di una infermità non avente alcun nesso di causalità o concausalità con le condizioni di servizio. In altre parole nella nozione di concausa efficiente e determinante di servizio possono farsi rientrare soltanto fatti ed eventi "eccedenti" le ordinarie condizioni di lavoro, gravosi per intensità e durata, che vanno necessariamente documentati; con esclusione, quindi, delle circostanze e condizioni del tutto generiche, quali disagi, fatiche e momenti di stress che costituiscono fattori di rischio "ordinario" in relazione alla singola tipologia di prestazione lavorativa.

Esposizione all'uranio impoverito e doverosa "prudenza" istruttoria
A ben vedere l'esposizione dei militari ad agenti patogeni, in specie uranio impoverito, e i correlati rischi per la loro salute, è da tempo al centro della «attenzione politica». Gli scenari istituzionali hanno visto il formarsi di varie Commissioni ministeriali e parlamentari d'inchiesta corroborate nei lavori da moltissimi studi scientifici "altalenanti", sul possibile legame tra patologie o morti di alcuni militari e loro operazioni in alcuni teatri di guerra, in specie i balcani. Per il giudice di Palazzo Spada in presenza di elementi statistici rilevanti, la dipendenza da causa di servizio deve considerarsi "indubbia" salvo la dimostrazione di specifiche e dimostrabili cause diverse: è dunque proprio l'impossibilità di stabilire un nesso diretto di causa-effetto che rende sufficiente la sola "probabilità" del legame malattia/teatro di guerra.

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