Amministratori

Fondo salva Stati, l'appello dei sindaci: Il Governo chieda il Mes

Lettera dell'Associazione Autonomie locali italiane (Ali). Ricci: Italia non può perdere questa occasione

di Gianni Trovati

Sulla scena sempre affollata del dibattito sul Mes arrivano anche i sindaci, con una lettera-appello al governo per spingere a chiedere subito l'aiuto del fondo «salva Stati». Ad animarla è l'Associazione delle Autonomie locali italiane (Ali), figlia diretta della vecchia Legautonomie e molto vicina al Partito democratico. Ma il suo presidente, il sindaco di Pesaro Matteo Ricci che è anche vicepresidente dell'Anci, giura che il risultato sarà trasversale. «Nelle prime ore abbiamo raccolto decine di firme di sindaci di diverse città e aree del Paese - spiega -, la settimana prossima arriveremo a centinaia di adesioni e sono convinto che ci saranno amministratori di tutti i partiti». L'idea è che la questione del Mes riguardi direttamente anche i sindaci perché «la pandemia ha mostrato che uno dei punti di debolezza del nostro sistema è la sanità territoriale - sostiene Ricci -, e su questo terreno la sfida chiave è l'integrazione socio-sanitaria, che quindi coinvolge in prima linea il welfare locale gestito dai Comuni. Siamo convinti che l'Italia non possa perdere questa occasione, e sul punto i sindaci offrono una visione pragmatica che va molto oltre le battaglie ideologiche di questi mesi».

Nell'ottica degli amministratori locali la questione del «salva Stati» si intreccia con il cantiere del Recovery Plan che il governo vuole definire nelle sue linee essenziali entro il 15 ottobre per avviare il prima possibile il confronto informale con la Commissione europea. L'Anci ha chiesto che ai Comuni siano destinati almeno 20 miliardi dei 209 che fra sussidi e prestiti possono arrivare all'Italia: «È una richiesta fondata - rilancia il presidente di Ali - perché le amministrazioni locali sono quelle che sanno spendere meglio e più in fretta le risorse per gli investimenti», e proprio il calendario di attuazione sarà uno dei criteri chiave nella fase di definizione delle proposte che si potranno fare largo nel Recovery Plan italiano. Ma per rafforzare le proprie candidature, aggiunge Ricci, bisogna «evitare di presentare piccoli progetti locali, ma servono iniziative in grado di legare diversi territori». La cabina di regia centrale è rappresentata dall'Anci, ma nelle diverse aree dovranno essere Città metropolitane e Province a raccogliere e coordinare le proposte: un modo per ridare centralità a quegli «enti di area vasta» che hanno archiviato il rischio di essere cancellati, sono stati ricostruiti sul piano finanziario ma ora cercano un ruolo forte per rilanciare la propria azione.

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