Fisco e contabilità

Manovra, nuovo tentativo di sbloccadebiti ma solo per la sanità

Le Regioni e le Province di Trento e Bolzano potranno chiedere alla Cassa depositi e prestiti l'anticipazione delle somme

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di Ettore Jorio

Le Regioni e le Province di Trento e Bolzano potranno chiedere alla Cassa depositi e prestiti l'anticipazione delle somme occorrenti per saldare i loro debiti commerciali e professionali della sanità nonché assolvere ai relativi obblighi di natura fiscale, contributiva e assicurativa. É quanto approvato (comma 10-bis e successivi) nella mattinata di domenica scorsa dalla Commissione Bilancio della Camera, su proposta dell'onorevole Roberto Occhiuto. Diventerà un articolo della legge di bilancio 2021. Pertanto, aziende e professionisti, Erario e sistema contributivo/assicurativo potranno fare (quasi) prontamente cassa, in un momento nel quale è ovunque vuota, risolvendo così ai primi situazioni di serio imbarazzo gestionale. Ciò in quanto sarà loro corrisposta, di qui a non molto, dal sistema sanitario nazionale ogni somma vantata a tutto il 31 dicembre 2019, a fronte di crediti certi, liquidi ed esigibili.

Una opzione legislativa - decisa in continuità con i decreti legislativi 35/2013, 66/2014 e 78/2015 - che offrirà l'occasione agli enti territoriali interessati di effettuare tempestivamente i pagamenti dei debiti, altrimenti impossibili a essere soddisfatti, impegnandosi alla restituzione dell'importo relativo da effettuarsi in un trentennio in ratei costanti e paritetici. Questa operazione comporterà ovviamente effetti negativi sui saldi di finanza pubblica del prossimo anno, quale saldo netto da finanziare di consistenza pari a quello delle anticipazioni richieste e perfezionate. Con questo non sarà affatto ampliata la capacità di spesa delle Regioni beneficiarie, attesa la mancata accensione di nuovi capitoli di spesa, bensì sarà offerta l'occasione di accelerare il pagamento del debito, già compreso nei rispettivi bilanci.

Il neointrodotto comma costituisce una occasione irripetibile per la Regione Calabria, assurta agli onori della cronaca per le difficoltà registrate nell'individuazione del nuovo commissario ad acta per il piano di rientro della sua sanità disastrata, da ultimo individuato nel prefetto Guido Nicolò Longo.

Finalmente, viene offerta a questa Regione l'occasione per risolvere il suo indebitamento, allo stato non ancora determinato. Nella circostanza al nominato commissario ad acta vengono, nella contemporaneità, offerte e imposti, rispettivamente:
a) l'opportunità di godere del cash necessario a finanziare il saldo del debito pregresso complessivo del servizio sanitario regionale valorizzato a tutto il 2019;
b) l'ineludibile obbligo di effettuare la puntuale ricognizione dello stesso a tutto il 31 dicembre 2019. Un adempimento, quest'ultimo, non facile da perfezionare, considerato il noto stato di indeterminatezza contabile della sanità calabrese. Un problema non facile a risolversi, dal momento che la stesso è appesantita dall'intervenuto scioglimento per condizionamento della 'ndrangheta di due importanti aziende sanitarie territoriali (Asp di Catanzaro e di Reggio Calabria), finanche gravate dall'applicazione delle disciplina prevista per il dissesto degli enti locali e dall'assenza di bilanci non approvati, in quella reggina, dal 2013.

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