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Dl Rilancio, tempi più lunghi: a rischio le tre letture

Diventa sempre più lenta la marcia alla Camera del decreto Rilancio già carico di 266 articoli, di centinaia di emendamenti “segnalati” dai gruppi parlamentari. E che è anche destinato ad assorbire il Dl Cig appena varato dall’esecutivo con un probabile emendamento “omnibus” del Governo sul quale rischia di aprirsi una partita nella partita. In attesa che esecutivo e maggioranza si chiariscano definitivamente le idee su destino delle potenziali modifiche sul tavolo, dall’estensione del Superbonus agli aiuti al settore dell’automotive e alle scuole paritarie, la commissione ieri pomeriggio ha sospeso i lavori con un sostanziale “nulla di fatto”, facendo saltare le sedute in programma oggi e domani e aggiornandosi a lunedì.

Poco prima la Conferenza dei capigruppo di Montecitorio aveva deciso di far slittare l’approdo del provvedimento in Aula di Montecitorio da mercoledì 24 giugno a lunedì 29 giugno. Con il risultato di mettere seriamente a rischio le tre “letture” parlamentari sulle quali la maggioranza si era impegnata pochi giorni fa. Anche perché il decreto legge dovrà essere tassativamente convertito entro il 18 luglio, data della sua decadenza. Al Senato si guarda con una certa preoccupazione all’evoluzione della tabella di marcia dei lavori.

L’opposizione, da parte sua, sta già cercando di intensificare il suo pressing: ieri ha chiesto a gran voce la presenza in Commissione del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che dovrebbe intervenire nei prossimi giorni una volta completato il primo esame del fascicolo delle proposte di modifica. Ma soprattutto Lega e Fi hanno protestato per la decisione della Commissione di bocciare i loro emendamenti sulla totale soppressione di plastic e sugar tax e un altro correttivo del Carroccio per stabilire le modalità della compensazione di debiti e crediti tra imprese e pubblica amministrazione. Finora nessun ritocco è stato approvata dalla Commissione.

La partita entrerà nel vivo solo la prossima settimana. I tre relatori, Luigi Marattin (Iv), Fabio Melilli (Pd) e Carmelo Misiti (M5S), e il Governo dovrebbero presentare i loro emendamenti entro martedì. Una deadline appesa alla capacità della maggioranza di trovare una quadra nei prossimi giorni sui temi in sospeso. Primo fra tutti l’estensione del Superbonus a tutte le seconde case (“unifamiliari” comprese) e agli alberghi. Un obiettivo, quest’ultimo caso, che appare però incompatibile con la dote di 800 milioni a disposizione per tutti i ritocchi. Da definire sono anche le modifiche per sostenere il settore dell’automotive e per rafforzare la dote per le scuole paritarie. Ma la coperta resta molto corta. Senza considerare che in lista d’attesa ci sono anche il comparto del turismo, enti locali, Regioni e i professionisti per i quali era stato ipotizzato l’inserimento nel bacino del fondo perduto.

Ma oltre lo scoglio le risorse , il decreto dovrà evitare di rallentare ulteriormente il suo lento cammino per le ulteriori proposte di modifica che potrebbero materializzarsi con il probabile assorbimento nel suo “corpaccione”, fatto di articoli e commi, del decreto Cig varato lunedì scorso per consentire alle imprese senza la “copertura” degli ammortizzatori sociali di utilizzare subito le quattro settimane residue oltre alle cinque già previste.

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