Appalti

La sfida del ministro Giovannini: sviluppo sostenibile con le infrastrutture

A Porta Pia dovrà studiare parecchio anche il diritto, considerando che le partite più esplosive e delicate riguardano la cornice giuridica degli appalti e della rigenerazione urbana

di Giorgio Santilli

Enrico Giovannini non ha mai incontrato personalmente e direttamente i temi dei cantieri, delle infrastrutture, del codice degli appalti nella sua lunga e prestigiosa carriera, da capo statistico dell’Ocse (dal 2001 al 2009) a presidente dell’Istat (dal 2009 al 2013), da ministro del Lavoro (2013-14) all’attuale incarico - forse il più innovatore di tutti - di portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), una rete di oltre 270 soggetti della società civile italiana che ha fondato nel 2016.

Eppure il nuovo ministro delle Infrastrutture potrà giocare la nuova sfida con molte frecce al suo arco. Basta leggere l’ultimo Rapporto Asvis per capire quale potrà essere il ruolo di Giovannini in un settore che resta uno dei tre pilastri centrali del Recovery Plan, le infrastrutture sostenibili. Anzi, se si guardano alle ricerche dell’Ance, il settore delle costruzioni - che sarà fra le competenze del neoministro soprattutto in una chiave di trasformazione grren - è coinvolto, sparso nelle varie voci, in più del 50% degli investimenti inseriti nella versione attuale. Che cambierà, certamente, ma non potrà fare a meno - e anzi probabilmente accentuerà - il ruolo di infrastrutture materiali sostenibili.

E cosa c’è allora nel Rapporto Asvis che lo stesso Giovannini ha presentato? Parecchi spunti. Anzitutto si dice che una partita fondamentale è quella della riqualificazione urbana e in particolare del patrimonio edilizio pubblico e privato. E la prima proposta, quella che subito balza agli occhi, è di rafforzare e di rendere strutturale il Superbonus del 110%. Un tema che il precedente governo ha lanciato - soprattutto grazie all’inziativa di Riccardo Fraccaro - ma che è stato non poco divisivo anche in sede di stesura del Recovery. Giovannini potrebbe diventare il nuovo difensore di quello strumento fiscale finalizzato alla trasformazione dell’edilizia in una industria sostenibile.

Altro spunto importante del Rapporto è quello delle città, che viene affrontato da varie angolazioni. A partire da quella dei trasporti, strettamente pertinente alle competenze del ministero di Porta Pia. Il rapporto Asvis - avvalendosi del lavoro del professor Luigi Coppola del Politecnico di Milano - ha stilato un elenco di infrastrutture urbane (metropolitane, ferrovie urbane e regionali, tranvie) che potrebbero essere finanziate dal Recovery Plan e che totalizzano un investimento di 33 miliardi.

Certo, lo statistico Giovannini - è professore ordinario di statistica economica all’Università di Roma Tor Vergata - dovrà studiare parecchio anche il diritto, considerando che le partite più esplosive e delicate riguardano la cornice giuridica degli appalti e della rigenerazione urbana. Con il grande tema della velocizzazione della spesa per investimenti e della semplificazione delle procedure. Il primo banco di prova sarà proprio quello che riguarda i commissari straordinari lasciati da Conte e De Micheli come unica via per tentare di accelerare. Giovannini sarà d’accordo?

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