Appalti

Addio ad Alessandro Coletta, tra i «padri» della riforma appalti post-Tangentopoli

Il ricordo di un tecnico di valore, appassionato, innovativo e di vasta cultura

di Filippo Russo

È morto un servitore dello Stato, l'Ing. Alessandro Coletta. Un ghostwriter, anzi il ghostwriter della riforma dei lavori pubblici che ha messo la normativa italiana in linea con le Direttive Europee archiviando così le leggi del 1865 e del 1895 e tutte le leggi da esse derivate. Dopo la legge Merloni, la 109/94, è suo il quartetto: Legge 18 novembre 1998, n.415; DPR 21 dicembre 1999, n. 554; DPR 25 gennaio 2000, n. 34; e DM LLPP, 19 aprile 2000, n. 145. In aggiunta tutte le determinazioni del primo Consiglio dell'Autorità per la Vigilanza sui Lavori Pubblici portano la sua firma. Un complessivo impianto coerente e semplificativo, ove fosse stato applicato in ogni sua parte!

Stante la profonda e vasta cultura sul tema Coletta ha avuto la capacità di tradurre in norma elementi del lungo dibattito culturale in materia di lavori pubblici e di importare da noi elementi a lungo sperimentati in altri Paesi. Tante cose ora date per ovvio, ovvio non erano prima del novembre 1998. Proviamo ad elencarne almeno le principali!

Per ogni stazione appaltante, l'uscita dall'anarchia procedurale per la realizzazione di un lavoro pubblico con il programma triennale, il documento preliminare all'avvio della progettazione e la ricerca dei "costi standardizzati" cui non si è dato seguito, strumenti tutti oggi richiesti dal NextGenerationEU per le infrastrutture materiali. L'eliminazione, almeno in teoria, della fino ad allora pluridecennale "progettazione in corso d'opera" tramite i tre livelli di progettazione, così come l'eliminazione a tutti i livelli dell'intuitus personae e quindi l'apertura al mercato dei servizi d'ingegneria, servizi finalmente coperti da polizza assicurativa a favore della committenza in caso di errori.

L'uscita dall'Albo Nazionale Costruttori, con il quale una impresa che anche per decenni non avesse più lavorato era comunque qualificata a candidarsi in un appalto pubblico, con l'intera redazione del DPR 34/2000 che scrisse di getto in due settimane stante era la sua preparazione. La fine dei "lavori a misura" tramite la sola regola dei "lavori a corpo" ovvero prezzo contrattuale certo salvo varianti che, come che sia, ha posto il freno ai "lavori pubblici di tangentopoli" ove nessuno e in nessun caso in precedenza sapeva quanto spendeva in quanto per far fronte a tutte le esigenze dovute e non dovute bastava allungare le "misure" del lavoro "più o meno fatto" dato i collaudi amministrativi erano non effettuati da tecnici – come dopo la riforma – ma da tutt'altre professionalità.

L'uscita dalla fumosità irrazionale dei precedenti criteri di aggiudicazione affermando nella norma che l'"utilità marginale" è costante per la stazione appaltante. Sono tutti suoi gli allegati al DPR 554/99! Infine, la polizza decennale postuma che interrompeva l'indifferenza assoluta – salvo Tribunale, fatto mai attuato – del soggetto esecutore dei lavori a quanto fosse accaduto dopo il collaudo. E, non credo che tutto ciò sia poca cosa!

Ho avuto modo di conoscere l'ing. Coletta all'inizio di questo percorso legislativo e ho avuto l'onore di far parte della sua squadra.

Un saluto, Sandro!

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