Imprese

Igiene urbana, da Fise-Assoambiente le nuove istruzioni per la 231

Un manuale per supportare le imprese di gestione rifiuti nell'adozione di modelli di organizzazione, gestione e controllo

di Stefano Pozzoli

Fise Assoambiente ha ufficialmente licenziato le sue nuove linee guida "Modelli organizzativi e sistemi di gestione ambientale: Linee Guida Associative per l'applicazione nel settore della gestione dei rifiuti del Dlgs 231/2001". Il documento è già stato sottoposto al vaglio ed è stato approvato dal ministero della Giustizia, condizione questa che in base alla legge determina l'efficacia del Codice di comportamento.

Un aggiornamento tempestivo, visto che l'ultimo intervento in materia di Reponsabilità ex D.Lgs. 231/2001, è recentissimo. Infatti, il Dlgs 75/2020, che ha individuato alcuni nuovi reati presupposto in materia, è entrato in vigore a fine luglio. Reati, per altro, molto significativi anche per chi opera nel settore ambientale, consistenti essenzialmente in fattispecie di diritto penale tributario, contrabbando e reati in danno alla Pa, tra cui la frode nelle pubbliche forniture, il peculato e l'abuso d'ufficio.

Le Linee Guida in sostanza, vogliono supportare le imprese di gestione rifiuti nell'adozione di modelli di organizzazione, gestione e controllo, dotandole con uno strumento di prevenzione dei reati che segue una filosofia assai simile a quella della anticorruzione portata avanti da Anac per le società pubbliche e seguendo un percorso consolidato, che agevola l'adozione di un modello di organizzazione e gestione aziendale efficace.

Il cuore delle linee guida sono i Modelli di organizzazione e gestione (Mog), un processo di che parte dall'analisi dei rischi, individua le fattispecie di reato cui è potenzialmente sottoposta l'organizzazione e definisce un adeguato sistema di prevenzione e controllo. Tra i principali obiettivi dei Mog c'è l'individuazione delle attività nel cui ambito possono essere commessi reati, la previsione di specifici protocolli diretti a programmare la formazione, l'attuazione delle decisioni dell'azienda in relazione ai reati da prevenire e l'introduzione di un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel Modello.

Le linee guida esaminano i presupposti generali della responsabilità degli enti, e trattano le più recenti novità normative e giurisprudenziali in materia 231, di primario interesse per il comparto del waste management, proponendo soluzioni per l'adozione e l'attuazione dei Modelli Organizzativi, offrendo anche esempi applicativi per l'analisi dei processi sensibili e l'identificazione dei rischi.

Interessante la scelta di individuare e sottolineare le connessioni e il supporto che può offrire, sul piano della prevenzione dei reati, anche l'adozione dei Sistemi di gestione ambientale (Iso 14001:2015 ed Emas) e di come questi possano contribuire a tenere sotto controllo i rischi ambientali. Secondo le linee guida, infatti, "Modelli organizzativi per la prevenzione dei reati ambientali e sistemi di gestione volontari conformi agli standard Iso 14001/Emas, pur avendo natura, caratteristiche e finalità diverse, condividono i medesimi elementi essenziali, basati su fondamentali principi di risk management".

"Le Linee Guida presentate oggi", dichiara il Presidente di Fise Assoambiente, Chicco Testa, "sono il frutto di un impegnativo lavoro riconosciuto anche dal ministero di Giustizia, finalizzato a promuovere concretamente la legalità e il valore della prevenzione nel mercato della gestione rifiuti, ad alimentare la fiducia e a tutelare il capitale reputazionale e di immagine delle imprese del comparto. La valutazione e la gestione del rischio devono elevarsi a presìdi delle scelte strategiche dell'impresa, consapevoli che, adeguati e aggiornati modelli 231, devono far parte del Dna aziendale".

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©