Imprese

Pedaggi ferroviari, Trenitalia e Italo sconfitte nella battaglia legale contro l'Autorità dei trasporti

di Massimo Frontera

Le delibere dell'Autorità di regolazione dei trasporti sui «criteri per la determinazione dei canoni di accesso e utilizzo dell'infrastruttura ferroviaria» escono definitivamente indenni dal contenzioso promosso nel 2016 dai due vettori Trenitalia e Italo. Nel 2018 il Tar Piemonte aveva respinto i due ricorsi, ma tutti e due gli operatori hanno proposto appello al Consiglio di Stato. Con due sentenze "gemelle" - pubblicate il 1 luglio - Palazzo Spada ha definitivamente respinto le richieste di annullamento di alcune delibere dell'Authority, condannando i "soccombenti" anche al pagamento per intero delle spese.

A passare entrambi i gradi del giudizio amministrativo è in particolare la delibera n.96 del 13 novembre 2015, con i criteri per determinare i canoni di accesso alla rete di Rfi, con la quale l'Authority italiana ha dato attuazione (primo ente in Europa) alla direttiva 2012/34/UE «Recast» sullo spazio unico ferroviario. La declinazione in Italia della "rivoluzione" comunitaria dell'accesso alla rete ferroviaria ha comportato la determinazione da parte di Rfi, in quanto proprietario della rete, dei canoni di accesso all'infrastruttura in base appunto ai criteri definiti dell'Autorità, fissando un periodo regolatorio di 5 anni, con tariffe stabili e predeterminate basate sul tipo di servizio e non sul tipo di rete, con obblighi rafforzati di contabilità regolatoria e di separazione contabile e obiettivi di efficientamento annuale.

La novità non è stata gradita né al nuovo operatore, Italo-Ntv, e neanche al vettore del gruppo Ferrovie dello Stato, Trenitalia, i quali, ciascuno per proprio conto, hanno promosso un ricorso al Tar Piemonte nel 2016. I moltissimi "motivi di doglianza" sia tecnici, sia di principio, indicati nell'appello (inclusa una richiesta di rimessione alla Corte Ue, negata dai giudici) si sono infranti contro le valutazioni dei giudici della Sesta Sezione del Consiglio di Stato.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©