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Piano del Viminale: 200 beni confiscati a famiglie e imprese

Il primo decreto è già alla firma. In provincia di Parma, comune di Sorbolo, sei appartamenti destinati nei prossimi giorni con un affitto agevolato a una serie di famiglie in crisi economica per l’emergenza Codiv-19. Non sono locali qualunque. Arrivano dal patrimonio dell’Anbs (agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati) guidata dal prefetto Bruno Frattasi.

Nella provincia parmense, dove i contagi del coronavirus sono stati pesanti e le conseguenze si fanno sentire più di altre parti, c’è già la prima risposta positiva e concreta a una sfida lanciata da Frattasi appena un mese fa. Una scommessa tutta da vincere. L’idea è stata di individuare una serie di immobili ex mafiosi, in condizioni valide, per destinarli gratis, in via provvisoria, a Comuni e imprese. Obiettivo: sostenere la ripresa, fornire luoghi di servizio e di utilità sociale ed economica, aumentare le superfici disponibili «a causa delle ristrettezze per i distanziamenti» ricorda Frattasi. In sintesi, aiutare famiglie, imprenditori, enti locali, in definitiva tutti i territori in difficoltà.

Nasce così il progetto «Spazi per ricominciare». Partita il 30 aprile, la ricognizione chiesta da Frattasi ai suoi tecnici in breve ha individuato 200 immobili in tutta Italia. «Una prima lista per partire al più presto» osserva il prefetto. La mappa è già pronta: ci sono 49 immobili per il Lazio, 48 in Toscana, 25 in Campania, 20 in Lombardia (v. la tabella in basso) in cifre minori in altre Regioni. Non si escludono integrazioni a breve scadenza.

La mossa del direttore dell’Ansbc è audace ma è stata condivisa al massimo livello. Prima del decollo, Frattasi l’ha presentata al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. L’imprimatur del ministro al progetto è stato convinto e determinato. Nessuno si nasconde le difficoltà annose della gestione dei beni immobiliari, soprattutto quelli aziendali, sottratti alla criminalità organizzata. Ma proprio ora, in piena crisi economica dei territori, riuscire a destinare patrimoni di quel genere per aiutarli a riprendersi è una mossa dal valore simbolico indiscusso.

Se la risposta è positiva lo Stato vince due volte. Dimostra di potersi riprendere, senza abbandonarli, i beni sottratti ai mafiosi. Dà in più, ora, il segno tangibile di trovare azioni concrete in un’emergenza drammatica con il ricorso a strumenti inimmaginabili. Un assist, quello di Frattasi, in un programma di azione antimafia annunciato da Luciana Lamorgese e ora in fase di rilancio. Con il coinvolgimento delle prefetture per seguire in ogni minimo dettaglio il flusso dei finanziamenti in arrivo e le strategie dell’inquinamento delle cosche tra i territori in difficoltà. A breve dal Viminale ci saranno novità. In questo scenario la mossa dell’Ansbc rafforza la politica del Viminale. Il numero degli immobili può sembrare non enorme. Ma l’input di Frattasi in questa fase era di trovare beni in condizioni dall’ottimo al dignitoso, dunque appetibili, al più presto. Per dare segni rapidi di risposta alla crisi COVID-19.

Il processo, tuttavia, andrà seguito passo passo, regione per regione. Così il prefetto ha voluto coinvolgere Unioncamere, partner già alleato nelle politiche di valorizzazione dei beni sequestrati e confiscati. Dare ossigeno e sostegno a realtà di imprese pronte a trovare miglioramenti nella produzione con la disponibilità di nuovi beni immobili ha una priorità di valore non inferiore a quella della destinazione ai Comuni.

Frattasi così ha già incontrato i vertici di Unioncamere. «Spazi per ricominciare» è stato riconosciuto e condiviso. Nei prossimi giorni tra le istituzioni saranno affinate la modalità per mettere in rete con il circuito delle Camere di Commercio la proposta dell’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati.

L’offerta è ampia. Sono magazzini, locali di deposito, abitazioni, terreni. Ville, alberghi, stalle e scuderie, negozi, botteghe, laboratori per arti e mestieri. La posta in gioco, in ogni caso, si vince se gli attori in campo nei territori si muovono. I Comuni, i prefetti, le organizzazioni di categoria, le associazioni della società civile.

Ma gli indirizzi della strategia del Viminale sono chiari. La disponibilità dei beni è «immediata e gratuita». Può rispondere alle esigenze di spazi per gli uffici pubblici, soprattutto le scuole, il mondo socio-sanitario e il comparto economico-produttivo. L’assegnazione dei beni è temporanea, ma al termine del periodo l’Ansbc potrà valutare anche l’assegnazione definitiva. E la procedura scelta, di tipo emergenziale, consente a un Comune che riceve il bene di deciderne anche una variazione di destinazione d’uso. Occasioni, insomma, da non sprecare.

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