Imprese

Alta velocità, abbonamenti Trenitalia a rischio blocco dal 1° gennaio 2017

di Giuseppe Latour

Dal primo gennaio prossimo gli abbonamenti per l'Alta velocità potrebbero essere congelati, fino a data da destinarsi. È quanto ha spiegato ieri l'amministratore delegato di Trenitalia, Barbara Morgante davanti alla commissione Lavori pubblici del Senato. Il nodo creato dalla delibera dell'Autorità dei trasporti che regola i diritti dei pendolari, anche per i servizi AV, per la società del gruppo Fs rischia di restare senza soluzione. Il provvedimento, infatti, impone tra le altre cose un aggiornamento dei sistemi informativi, che l'operatore potrebbe non completare in tempo per l'entrata in vigore delle prescrizioni, il primo gennaio del 2017. Anziché incassare una sanzione, allora, Trenitalia potrebbe scegliere di bloccare gli abbonamenti.

Il problema viene sintetizzato così da Morgante. «La delibera dell'Autorità dei Trasporti sul tema da un lato lascia la libertà a ciascuna impresa in libero mercato di rilasciare o meno abbonamenti, ma nel caso in cui l'azienda decida di proporre abbonamenti detta una serie di prescrizioni». Queste indicazioni dell'Authority hanno «impatti di tipo organizzativo, in particolare in relazione agli oneri di sviluppo sui sistemi informativi e di vendita». È questo il motivo per il quale Trenitalia ha deciso di prendersi del tempo per analizzare la delibera e decidere come comportarsi.
I problemi che riguardano gli abbonamenti, infatti, sono già oggi molti, al di là della delibera. Molte difficoltà nascono dal fatto che sull'alta velocità, per ragioni di sicurezza, non è possibile viaggiare in piedi. Gli abbonati, allora, devono comunque effettuare una prenotazione. Questa prenotazione, ovviamente, impedisce ad altri di utilizzare il posto a sedere. Dal punto di vista della sostenibilità economica, allora, bisogna considerare che - spiega Morgante - «la prenotazione inibisce la possibilità di fare un viaggio che verrebbe venduto a prezzo intero o, comunque, anche con gli sconti, ben superiore al valore del singolo viaggio con abbonamento». A questo si affianca un secondo nodo: spesso gli abbonati effettuano prenotazioni "a pioggia", che poi magari non utilizzano. In questo modo, impediscono ad altri di utilizzare quei posti. «Succede di frequente sulla Roma-Bari che ci siano persone che non riescono a trovare il posto, anche in presenza di un convoglio semivuoto. Questo si traduce anche in un danno d'immagine per l'azienda».

A fronte di queste difficoltà, il piano dell'azienda è chiaro. «L'intenzione è di mantenere gli abbonamenti, differenziando quelli che vanno dal lunedì al venerdì da quelli che coprono l'intera settimana». Questi ultimi, ovviamente, costeranno di più. In parallelo, però, «stiamo valutando i riflessi della delibera Art, che entra in vigore dal primo gennaio 2017». Questa, infatti, comporta una serie di interventi di adeguamento dei sistemi informativi della società, dal costo di «diverse centinaia di migliaia di euro». Allora, se Trenitalia non fosse pronta per il prossimo primo gennaio, «piuttosto che subire penali per avere offerto abbonamenti senza dare le garanzie richieste dall'Autorità, dovremmo aspettare che tutti gli interventi informativi siano stati realizzati». Quindi, nel giro di qualche settimana ci potrebbe essere un clamoroso stop. Un'impostazione che non piace al senatore Stefano Esposito (Pd): «Dobbiamo fare i conti con il fatto che abbiamo migliaia di persone che lavorano lontano da casa in tutta Italia. Se non saranno aggiornati i sistemi informativi dal primo gennaio non farete gli abbonamenti, ma voi non potete immaginare di far saltare del tutto gli abbonamenti».

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