Fisco e contabilità

Fondazione Inarcassa, redditi di architetti e ingegneri in calo costante

di Giuseppe Latour

Redditi di architetti e ingegneri in calo costante. Lo dice un report di Fondazione Inarcassa, realizzato per approfondire uno studio realizzato dalla Fondazione EYU. Tra il 2006 e il 2015 il fatturato degli architetti è sceso del 33% mentre quello degli ingegneri si è ridotto del 23%, con un reddito annuo intorno ai 19mila euro. Un contesto molto difficile nel quale qualche piccolo segnale di speranza arriva dal Jobs act dei lavoratori autonomi.

In generale, secondo i dati Adepp, i professionisti autonomi hanno subito un taglio di circa il 18% dei loro redditi tra il 2007 e il 2014, a causa della crisi. In questo contesto, ad ingegneri e architetti è andata ancora peggio. I loro fatturati, tra il 2006 e il 2015, sono scesi rispettivamente del 23% e del 33%, con un reddito annuo intorno ai 19mila euro, ossia ben 10mila euro in meno rispetto alla media europea. Sono numeri che hanno diverse cause, a partire dal crollo degli occupati nelle costruzioni (-24,4%). A questo si aggiunge il fatto che in Italia il crollo degli investimenti per la progettazione è stato del 71% tra il 2006 e il 2015 (fonte Cresme). Un dato a dir poco sconcertante se si pensa che, rispetto all'Europa, in Italia c'è, in assoluto, il più alto numero di architetti (oltre 150mila).

Anche agli ingegneri, allo stesso modo, le cose non sembrano essere andate meglio. Infatti, nel 2013, il calo dei fatturati è stato del 4,1% per gli iscritti a Inarcassa e del 13,6% per le società di ingegneria. A pesare sui conti di questi professionisti sono stati anche i ritardi nei pagamenti. Basti pensare che, sempre nel 2013, la percentuale di architetti con crediti residui si è attestata al 68% (+6% rispetto al 2012). Addirittura nel 2015 i giorni necessari per vedersi saldare una fattura da parte della Pa sono arrivati a 141, portando il 31% dei professionisti a indebitarsi con banche e fornitori.

In questo panorama, assolutamente negativo, la categoria degli architetti e degli ingegneri cerca di superare il profondo malessere attraverso la creazione di co-working, di nuove forme aggregative e piani di espansione dell'attività professionale all'estero. Questa difficile trasformazione deve essere, però, adeguatamente supportata. Qualche speranza potrebbe arrivare dal Jobs act degli autonomi, attualmente in discussione al Senato.

Andrea Tomasi, presidente della Fondazione Inarcassa, spiega: «In questo quadro, il Jobs Act per gli autonomi è certamente sintomo di una nuova attenzione riservata dal Governo al mondo delle partite iva e delle professioni ordinistiche, con la finalità di tutelare il lavoro autonomo al fine di riaffermarne la dignità e l'importanza anche per l'economia nazionale. Esso rappresenta anche un primo tassello per la creazione di opportunità di lavoro e per lo sviluppo di filiere produttive nel settore delle costruzioni».

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