Appalti

Hera, Tommasi e Venier verso il rinnovo al vertice

Hera va verso una conferma degli attuali vertici, ossia il presidente esecutivo Tomaso Tommasi di Vignano e l’amministratore delegato Stefano Venier. Questo anche se i tempi del rinnovo restano un’incognita vista la diffusione del Coronavirus e i possibili provvedimenti da parte del Governo per la proroga dei cda delle quotate in scadenza a primavera considerata l’impossibilità di tenere le assemblee dei soci.

In ogni caso, il patto di sindacato di Hera, che raggruppa circa il 46% del capitale e 111 soci pubblici (il più rilevante è Bologna con l’8,9%), secondo quanto risulta a Radiocor, è estremamente soddisfatto del lavoro svolto da entrambi i manager e intende dunque confermarli per il prossimo triennio. Del resto il gruppo bolognese è ormai leader in Italia con A2A tra le multiutility grazie a una crescita costante, ottenuta anche grazie a una squadra di management capace e solida nel tempo: Tommasi guida di fatto l’azienda dalla sua nascita, nel 2002, mentre Venier ricopre la carica di amministratore delegato dal 2014 e si appresterebbe dunque a essere confermato per il suo terzo mandato, smentendo così alcune voci che lo volevano potenzialmente in movimento nel risiko delle nomine energetiche. «Qui non ci si annoia e sono molto orgoglioso di quanto ho realizzato, che ci viene riconosciuto dai soci e dal mercato. Siamo ormai terzi in Italia nel settore energy dietro Enel ed Eni e la prima multiutility per capitalizzazione», aveva sottolineato lo scorso gennaio Tommasi in un’intervista a Il Sole 24 Ore. A inizio anno, Hera ha presentato il nuovo piano industriale che aveva alzato l’asticella rispetto al precedente grazie ai conti superiori alle attese del 2019 (mol +4,8% a 1,081 miliardi) e alla joint venture nel Nord Est con Ascopiave, grazie a cui il target di cliente è stato portato a 3,5 milioni.

Difficile, tuttavia, ipotizzare le tempistiche del rinnovo del ticket vincente Tommasi-Venier. L’assemblea di Hera per l’approvazione del bilancio e la nomina del nuovo cda è fissata per il 29 aprile e dunque le liste andrebbero depositate per forza 25 giorni prima. Anche per questo, il Patto di sindacato - che sul tema si è già confrontato informalmente - aveva intenzione di riunirsi alla fine di settimana prossima per tirare le fila del dossier. Una tabella di marcia che, causa Coronavirus, subirà con ogni probabilità significative modifiche, anche per un intervento di più ampio respiro da parte del Governo per rinviare le assemblee di primavera e dunque prorogare il management in carica di alcuni mesi.

Lo stesso tema, peraltro, si pone a maggior ragione per A2A dove i grandi soci, i Comuni di Milano e di Brescia, hanno invece deciso per una discontinuità per le due figure apicali. Il termine per il deposito delle candidature ai bandi per i consiglieri delle due amministrazioni scadeva ieri a mezzogiorno (dopo essere stato prorogato da fine febbraio per i primi inconvenienti legati al Coronavirus) ma non ci sono notizie ufficiali di un nuovo slittamento, anche se è evidente che sull’asse Milano-Brescia oggi le priorità sono più che mai altre.

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