Appalti

Salini Impregilo (solo) 15° tra i big Ue: i bilanci e la classifica dei primi 30 costruttori europei

Sui gradini più alti del podio Vinci, Acs e Bouygues. Per i big utili e ricavi in aumento. Francia primo paese . La zavorra della crisi italiana

di Aldo Norsa e Stefano Vecchiarino

L'offerta europea delle costruzioni, quantomeno al suo vertice, si dimostra ancora una volta solida e in salute a differenza di quanto non succeda in Italia dove la crisi del settore ha colpito anche le big e si attende il concretizzarsi del grande polo nazionale da realizzare intorno a Salini Impregilo. La classifica dei maggiori 30 gruppi europei di costruzioni, elaborata dalla società Guamari sulla base dei dati di bilancio 2019 a oggi pubblicati (quelli del gruppo austriaco Porr, che lo scorso anno occupava la 16a posizione con una cifra d'affari di 5 miliardi, saranno disponibili solo a fine aprile) e che anticipa la consueta top 50, mostra un fatturato complessivo di 279,6 miliardi in crescita del 5,6 percento rispetto al 2018 e del 9,2 percento su base biennale. Ancora migliore è l'andamento reddituale con utili in aumento (per i 28 gruppi di cui è disponibile il dato) del 38,5 percento superando i 7,8 miliardi. Continua la tendenza continentale alla concentrazione: le prime cinque realtà del settore rappresentano infatti oltre la metà della produzione delle top 30 e sono passate in due anni dal 52 percento del 2017 al 54,2 percento del 2019.

La graduatoria
La nuova classifica conferma ancora una volta il proprio podio che vede sul gradino più alto il colosso francese Vinci, che affianca al core business delle costruzioni un'importante divisione concessioni che lo rende il secondo concessionario autostradale in Europa (dietro ad Atlantia) e inoltre annovera 46 aeroporti e cinque stadi. Al secondo posto segue lo spagnolo Acs, che consolida il leader tedesco Hochtief e in terza posizione si trova ancora una volta il francese Bouygues (presente con il solo "Pôle Construction" che non tiene conto delle importanti attività nelle telecomunicazioni). L'egemonia francese è accentuata dal sorpasso in quarta posizione di Eiffage nei confronti del gruppo svedese Skanska.

La classifica prosegue senza grossi scossoni e bisogna arrivare alla 15° posizione per trovare il primo e unico gruppo italiano, Salini Impregilo, penalizzato da un'attività domestica solo residuale. Esso perde una posizione e cala dell'1,3 percento i ricavi in attesa del concretizzarsi del Progetto Italia che se per ora si è limitato a cavallo tra la fine del 2018 e il 2019, alle operazioni di usufrutto (in attesa del bando per la cessione delle relative partecipazioni) di Seli Overseas e Grandi Lavori (che controlla la statunitense GLF Construction) e l'acquisto del 63,5 percento di Cossi Costruzioni da Condotte, avrà come snodo fondamentale l'investimento in Astaldi per dare vita al nuovo campione nazionale WeBuild.

Italia: un mercato che non attrae
La poca attrattività dell'Italia tra i grandi gruppi europei diventa palese scorrendo i nomi in graduatoria: tra questi infatti solo l'austriaco Strabag (stabile al sesto posto in Europa) controlla una società nel nostro Paese, l'ex Adanti acquistata nel 2008, ed è impegnata al fianco dei costruttori italiani alla realizzazione di grandi opere come la galleria di base del Brennero e la linea av/ac Torino-Lione. Un altro gruppo presente in Italia con una impresa consolidata, è l'olandese Strukton (che controlla la società di armamento ferroviario Clf) che però non ha le dimensioni per comparire nella top 30.

Non possono vantare una controllata italiana lo spagnolo Sacyr (18°), che però opera stabilmente nella Penisola tramite il consorzio Sis, del quale ha ceduto la maggioranza a Inc nel 2012, oltre a essere formalmente parte dell'Ati Eurolink (che nel 2005 aveva ricevuto l'incarico per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina) e lo svizzero Implenia (19°) che ha collaborato nel 2011 con Rizzani de Eccher ai lavori del grattacielo Intesa Sanpaolo di Torino.

L'importanza dei sistemi Paese
Se il vertice delle costruzioni europeo viene analizzato per sistemi Paese, la Francia conferma il proprio dominio grazie ai propri quattro campioni che concentrano il 35,9 percento del fatturato 2019 delle prime 30. Segue al secondo posto la Spagna che con sei gruppi in classifica raggiunge il 23,5 percento (grazie anche ai numeri del citato primo gruppo tedesco Hochtief consolidati da Acs). Le altre nazioni appaiono più distanti a partire da Svezia (9,8 percento ripartito tra tre gruppi) e Gran Bretagna (9,7 percento e sei gruppi).

Tre i 13 Paesi rappresentati, l'Italia si posiziona esattamente a metà classifica (7° con un misero 1,8 percento) preceduta anche da due nazioni molto più piccole e che quindi non possono contare su importanti mercati interni quali l'Austria (il cui 6,9 percento sarebbe anche maggiore con la presenza di Porr) e Paesi Bassi (5 percento).

Tra le nazioni che chiudono la classifica colpisce la presenza della Germania, 12° (davanti al solo Portogallo) grazie alla presenza della sola Goldbeck che le vale un 1 percento della cifra d'affari complessiva. Ciò si spiega con la politica tedesca che dopo una serie di fallimenti, ha negli anni permesso la vendita delle maggiori realtà del settore a grandi gruppi stranieri: a partire da Strabag, ceduto nel 2000 all'austriaco Bauholding (che ne ha assunto il nome), continuando con Hochtief passato come detto nel 2011 sotto il controllo di Acs e Bilfinger, la cui divisione costruzioni è stata acquistata nel 2015 dallo svizzero Implenia.

La classifica e la distribuzione geografica dei primi 30 costruttori europei

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