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Sostenibilità, Italia in ritardo ma molte Regioni migliorano

È quanto emerge dal nuovo Rapporto dell’ASviS «I territori e lo sviluppo sostenibile»

di Mariolina Sesto

L'Italia è ancora lontana dalla sostenibilità economica, sociale e ambientale, ma un numero sempre più alto di regioni, provincie e città metropolitane guardano al futuro e pianificano le loro strategie usando l’Agenda 2030 dell’Onu. È quanto emerge dal nuovo Rapporto dell’ASviS “I territori e lo sviluppo sostenibile”, definito «strumento unico e innovativo» che misura se e in che tempi il Paese e i suoi territori riusciranno a raggiungere i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile a 10 anni dalla scadenza del piano d’azione sottoscritto nel 2015 da 193 Paesi, tra cui l’Italia.

Dall’analisi degli ultimi anni emerge che l’Italia potrebbe riuscire a centrare i target quantitativi associati a tre Goal: Goal 2 (Quota di coltivazioni destinate a colture biologiche), Goal 3 (Tasso di mortalità per le maggior cause) e Goal 16 (Affollamento degli istituti di pena). Un avvicinamento ai target quantitativi si potrebbe invece determinare in quattro casi: Goal 4 (Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione e Quota di laureati e altri titoli terziari), Goal 7 (Quota di energia da fonti rinnovabili) e Goal 13 (Quota di emissioni di gas serra), obiettivi principali del Green deal europeo. Negative o decisamente negative appaiono invece le tendenze per altri 14 target quantitativi, tra cui il Goal 1 (Quota di persone a rischio povertà ed esclusione sociale), il 2 (Uso dei fertilizzanti), il 3 (Incidenti stradali) e il 5 (Parità di genere nel tasso di occupazione). «Le analisi dell’ASviS mostrano chiaramente che l’Italia non è su un sentiero in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 e la crisi in atto impatta negativamente su ben 9 di essi» commenta il presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini. «In un momento storico in cui il governo decide il futuro del Paese definendo del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza per accedere alle risorse del Next Generation Eu - sottolinea Enrico Giovannini, portavoce dell’ASviS - abbiamo voluto offrire un quadro statistico unico e una visione prospettica sia dell’Italia sia dei territori chiamati a realizzare le politiche necessarie per contribuire a portare il Paese fuori dalla crisi nel segno dello sviluppo sostenibile. Il lavoro dell'ASviS - aggiunge Giovannini - fa emergere disuguaglianze, punti di forza e debolezza, ma soprattutto rivela, grazie all’analisi dei diversi territori, un’Italia attiva, resiliente e impegnata a realizzare il cambiamento, con risultati che in molti casi appaiono in grado di ridurre le distanze tra le diverse aree del Paese».

E in vista della predisposizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza l’ASviS - ha spiegato Walter Vitali, coordinatore di un gruppo di lavoro - propone di Coordinare il PNRR e il Programma nazionale di riforme come «Programma quadro per lo sviluppo sostenibile 2021-2026» che metta a sistema le molteplici Strategie settoriali e assuma la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile come scenario al 2030».

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