Urbanistica

Per il Sud il Recovery Plan punta su centri-tech, ferrovie, rifiuti e acqua

A caratterizzare l’intervento per il Mezzogiorno è l’anticipo di 20 miliardi del Fondo sviluppo e coesione che ha consentito di aumentare il volume degli investimenti aggiuntivi

La presenza del Sud nel piano italiano Next Generation Eu (cioè Recovery Fund più fondi Ue collegati) corre lungo le varie missioni. In alcuni casi ci sono indicazioni puntuali, in altre molto meno. A caratterizzare l’intervento per il Mezzogiorno è innanzitutto l’anticipo di 20 miliardi del Fondo sviluppo e coesione che ha consentito di aumentare il volume degli investimenti aggiuntivi rispetto a quelli già previsti nel bilancio dello Stato e finanziati dalla componente prestiti del Recovery Fund.

In linea generale, nel documento emerge la volontà di finanziare linee coerenti o esplicitamente presenti nel Piano Sud 2030 presentato un anno fa. Per quanto riguarda la possibilità di garantire al Sud almeno il 34% del volume degli interventi, in coerenza con quanto già in vigore per le spese in conto capitale delle Pa centrali, il documento contiene indicazioni solo per pochi progetti. Anche se a pagina 16 si dice che «sarà esplicitata la quota di risorse complessive destinata al Mezzogiorno, che può valere anche come criterio prioritario di allocazione territoriale degli investimenti previsti».

Imprese, ricerca, istruzione

Per sostenere il settore della microelettronica sono previsti a livello nazionale 750 milioni. «Data la specializzazione nel settore di alcune aree del paese, è ragionevole attendersi che una quota significativa di questa linea di intervento possa riguardare il Sud e favorire peraltro l’occupazione, anche giovanile, altamente qualificata». Un passaggio del testo che sembra riferirsi soprattutto alle competenze sviluppate nell’area di Catania attorno a StMicroelectronics.

«Particolare attenzione al Mezzogiorno»: questa l’espressione usata per il Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca, cui è destinato 1 miliardo. Un po’ più preciso il piano quando parla di circa metà del miliardo e 600 milioni di investimenti al Mezzogiorno per la creazione di sette centri per l’innovazione nelle tecnologie di frontiera. Nell’istruzione, Si prospettano quote significative per gli asili nido e il tempo pieno a scuola, senza quantificazione al momento.

Infrastrutture

Il capitolo degli investimenti sulla rete ferroviaria (15,5 miliardi di progetti nuovi, 26,7 miliardi in totale), specifica il documento del governo, riguarda per il 50% il Sud, soprattutto grazie alle risorse Fsc. Si citano, tra gli altri progetti, l’estensione dell'Alta Velocità al Sud, lungo la Napoli-Bari, e la velocizzazione della Salerno-Reggio Calabria. Ci sono un progetto di upgrading ed elettrificazione delle linee regionali da 2,4 miliardi (interessate, ad esempio, la Ionica Sibari-Catanzaro Lido-Reggio Calabria o la Venafro - Campobasso – Termoli) e un altro di 700 milioni dedicato alle stazioni meridionali. Previste azioni sulle linee locali Cirmcuvesuviana e Circumetnea. Per i porti al Sud si stimano 1,6 miliardi in termini di interventi nuovi. Mirati a potenziare l’operatività delle zone economiche speciali e allo sviluppo dei porti minori anche in chiave turistica.

Energia, rifiuti, acqua

Il Mezzogiorno appare prevalente nel progetto per il potenziamento del ciclo dei rifiuti, da finanziare con 1,5 miliardi. Il piano cita in particolare le grandi aree metropolitane del Centro e Sud Italia (ad esempio Città metropolitane di Roma Capitale, Napoli, Bari, Reggio Calabria e Palermo). Si parla poi di interventi «collocati prevalentemente» al Sud per il miglioramento delle reti idriche (a livello nazionale 4 miliardi di risorse aggiuntive). E di una quota superiore al 34% per il progetto «Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile», che vale nel complesso 8 miliardi comprensivi di 1,2 miliardi per le aree di Taranto-ex Ilva e del Sulcis in Sardegna.

Azioni speciali e React Eu

Fin qui abbiamo dato nota degli interventi per il Sud presenti nelle varie missioni. Si aggiungono poi azioni specifiche per le politiche di coesione. Si tratta in tutto di 4,2 miliardi di cui 600 milioni per “Ecosistemi” pubblico-privato per il trasferimento tecnologico da realizzare in contesti urbani marginalizzati del Sud. Possono invece interessare anche altre aree del paese i 300 milioni per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie e il miliardo e mezzo per la strategia nazionale aree interne. Circa 1,8 miliardi sono destinati invece alle aree terremotate.

Nell’ambito del più complesso piano Next Generation Eu l’Italia ha inserito anche progetti per 13 miliardi a valere sul programma React-Eu. Di questi, 8,7 miliardi andranno al Mezzogiorno per coprire interventi che riguardano il lavoro (4,1 miliardi per decontribuzione Sud e bonus assunzioni giovani e donne), inclusione sociale (1,2 miliardi), transizione ecologica (1,7), sanità (580 milioni) istruzione e scuola digitale (560 milioni), innovazione e garanzie sul credito (585 milioni).

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