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Sfratti, demanio, scorie nucleari: il primo test dal Milleproroghe

Maggioranza in ordine sparso su inquilini morosi, concessioni e trivelle. Sulle cartelle e avvisi fiscali si lavora a una proroga ponte al 30 aprile

di Marco Mobili e Gianni Trovati

Sfratti, trivelle, concessioni demaniali, scorie nucleari e cartelle. Sono già almeno cinque i temi caldi, prescrizione a parte, su cui la nuova maggioranza dovrà tagliare drasticamente i tempi del rodaggio. Perché il momento delle decisioni arriverà presto: dopodomani.

Tutti questi nodi sono infatti sollevati dal Milleproroghe, che ha atteso pazientemente alle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera che si svolgesse la transizione dal Conte-2 al governo Draghi. Ma il calendario urge, il decreto deve essere convertito in legge entro il 1° marzo e, dopo la Camera, ha bisogno ovviamente di quella che al Senato è diventata ormai la tradizionale ratifica.

Nato nei fatti come «omnibus», il decreto solleva incognite politiche a tutto campo. Come dimostra fra l’altro la mole di emendamenti presentati dai parlamentari. A gennaio erano stati depositati oltre 2.500 correttivi, poi ridotti a 900 tra inammissibilità e segnalazioni da parte dei partiti. Giuseppe Brescia del M5s e Fabio Melilli del Pd, presidenti delle due commissioni, hanno assunto l’incarico di relatori al posto dei colleghi Valentina Corneli (M5s) e Pietro Navarra (Pd). E hanno chiesto un ulteriore sfoltimento delle proposte che, nonostante il «no» di Fratelli d’Italia, sono scesi sotto quota 200.

Una pulizia drastica, che però non semplifica il rebus politico da risolvere. Anche al netto della prescrizione su cui la nuova maggioranza sarebbe già giunta a un accordo di massima per ritirare i diversi emendamenti (si veda il servizio in pagina). E un’altra intesa potrebbe riguardare i professionisti, con una salvaguardia dalle sanzioni per mancati adempimenti in caso di Covid o quarantena.

Ma i temi divisivi restano parecchi, e per essere superati imporranno ai nuovi alleati di rinunciare a molte parole d’ordine.

La prima quadra da trovare è sul blocco degli sfratti. Il Milleproroghe originario approvato a fine anno dal Conte-2 ha esteso la moratoria fino al 30 giugno per tutti gli inquilini non in regola con il pagamento dei canoni, suscitando la rivolta dei proprietari immobiliari rappresentati da Confedilizia. I centristi di Maurizio Lupi chiedono di cancellare tout court la norma. La Lega chiede di escludere dalla sospensione gli sfratti avviati prima del 31 gennaio 2020, data di dichiarazione dello stato di emergenza da pandemia. Altri emendamenti come quelli presentati da Italia Viva, Fi e Fdi chiedono di riservare lo stop ai soli atti di rilascio adottati dopo il 18 marzo scorso. Più limitata la proposta M5S, che spinge per limitare la moratoria al 31 marzo quando lo sfratto è stato notificato prima del 31 gennaio 2020.

Sulle trivelle le idee sono opposte. Da sinistra, con emendamenti firmati da Leu e dall’ex ministro Lorenzo Fioramonti, si torna all’attacco per altri 12 mesi di stop alle concessioni. La Lega, al contrario, propone di prorogare di un anno solo la presentazione del Piano per la transizione energetica sostenibile, ma prevedendo espressamente la possibilità di rilasciare concessioni.

In questo caso la scelta sarà fra non toccare nulla o accogliere una delle proposte. E la stessa partita si gioca sull’individuazione del deposito nazionale delle scorie nucleari, dopo che la messa in consultazione del documento con i criteri per individuarlo ha acceso un’infinità di polemiche locali moltiplicando le richieste di proroga piovute sotto forma di emendamenti.

In discussione tornerà anche la questione delle concessioni demaniali, su cui giusto ieri la Ue, rispondendo con il commissario al mercato interno Thierry Breton a un’interrogazione di Forza Italia, è tornata a rimarcare l’illegittimità dell’eterno stop italiano alle regole di concorrenza dettate dalla direttiva Bolkenstein.

Difficile dire se 48 ore saranno sufficienti alla nuova maggioranza per trovare un accordo su tutti questi temi. Nel caso, non improbabile, che l’intesa sfugga, Montecitorio si dovrebbe limitare a approvare i correttivi già firmati dal Conte-2 che imbarcano sul Milleproroghe il decreto correttivo della manovra sul cuneo fiscale e quello sulla sospensione delle cartelle. L’unica novità potrebbe arrivare su quest’ultimo tema, su cui al Mef si è lavorato per una sospensione ponte ulteriore fino al 30 aprile come anticipato su queste colonne.

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