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Acea Pinerolese, impianto per trasformare i rifiuti in idrogeno verde

Accordo con il Politecnico di Torino per sviluppare il progetto sperimentale

di Filomena Greco

Un impianto sperimentale, che guarda al futuro e scommette sull’idrogeno come fonte energetica, non solo nel settore dei trasporti e della mobilità. A realizzare il progetto, nel quadro dell’iniziativa europea BioroburPlus per Horizon 2020, è l’Acea Pinerolese, multiutility del Torinese attenta alle tematiche dell’energia green e dell’economia circolare.

Progetto sperimentale

Tecnologie di frontiera, dunque, sviluppata in collaborazione con il Politecnico di Torino per produrre idrogeno verde da bio-gas, derivato dalla digestione dei rifiuti organici. «Si tratta di una tecnologia in grado di produrre idrogeno verde con una capacità di 50 metri cubi all’ora – spiega Roberto Peiretti direttore Area Igiene Ambientale di Acea Pinerolese Industriale Spa – e prevediamo di avviarlo subito dopo Pasqua. È stato realizzato su un progetto approvato e finanziato da un bando europeo per sviluppare un sistema capace di produrre idrogeno verde da rifiuti organici in maniera sostenibile dal punto di vista economico e ambientale». Il Consorzio Biorobur è capitanato dal Politecnico di Torino e vede coinvolti oltre ad Acea, che ha messo a disposizione il polo ecologico e l’impianto di valorizzazione del rifiuto organico per la produzione di biogas, altri partner tra cui due università, tre centri di ricerca e quattro imprese di sette paesi. «Obiettivo del progetto è di valorizzare il biogas recuperato dalla digestione anaerobica del rifiuto organico e dalla depurazione delle acque per produrre bioidrogeno come vettore energetico» sintetizza Peiretti. Il cuore dell’impianto in particolare è un reformer, un bruciatore, dove confluiscono biogas, ossigeno e vapore acqueo e attraverso una reazione a bassa pressione si ottiene idrogeno in purezza. «Calore ed energia elettrica che servono ad alimentare l’impianto – spiega ancora Peiretti – arrivano dall’impianto stesso del biometano».

L’idrogeno è uno dei driver tra le tecnologie del Green Deal europeo grazie al contributo che potrebbe dare allo sviluppo di una mobilità sostenibile. Una vera e propria Hydrogen Strategy per valorizzare le potenzialità concrete dell’idrogeno e renderlo fruibile e disponibile, a favore del processo di decarbonizzazione tanto dei trasporti quanto della stessa industria. «I possibili utilizzi dell’idrogeno – aggiunge Peiretti – riguardano i settori più energivori dell’industria oltre naturalmente il trasporto».

L’interesse delle imprese

Intorno al progetto dell’impianto per l’idrogeno green di Acea si è creato un tavolo di lavoro nell’ambito dell’iniziativa Ripartiamo insieme del Consorzio Cpe – motore e aggregatore di realtà per lo sviluppo del territorio Pinerolese – a cui partecipano una decina di aziende. L’obiettivo, come spiega il coordinatore Andrea Romiti, ad di Apr, azienda dell’aerospazio, «è quello di dare un contributo concreto da parte delle imprese locali, questo perché il bacino di industrie del Pinerolese è variegato, con competenze manifatturiere importanti e realtà di grandi dimensioni come Freudenberg Sealing Technologies e Mole Logistica accanto a realtà più piccole». L’idea è di condividere le esperienze e creare una rete che in futuro possa diventare una vera e propria filiera dell’idrogeno. «Abbiamo attivato un cantiere dedicato sull’idrogeno a dicembre – racconta Stefano Serra presidente dell’Amma, associazione delle imprese della meccatronica – perché sul territorio abbiamo tutte le competenze per diventare un punto di riferimento su alcuni sotto-sistemi nella generazione e per i sistemi di utilizzo. L’idrogeno è la vera risposta allo stoccaggio di energie rinnovabili e troverà a breve importanti applicazioni sia per la generazione di calore sia per elettricità. Si stima che un motore a idrogeno abbia solo il 15-20% di componenti diverse da un endotermico tradizionale, poi verranno i motori aeronautici su cui ci sono già sperimentazioni e per lo spazio non scordiamo che la futura base lunare potrà usare questa tecnologia per stoccare e riconvertire energia da fonti solari».

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