Appalti

Ponte Morandi, Anac vs Autostrade: solo 23mila euro all'anno per la manutenzione

L'Autorità in audizione al Senato contesta anche l'atteggiamento della società: poco trasparente e collaborativa

di Mauro Salerno

Deciso attacco dell'Autorità Anticorruzione contro la gestione del crollo del Ponte Morandi da parte di Autostrade, sia prima della tragedia dell'agosto 2018 (con una spesa minima per gli interventi di manutenzione strutturale) che dopo quella data a causa di un atteggiamento che l'Autorità, nel corso di un'audizione al Senato sulle concessionarie autostradali tenuta dal presidente Francesco Merloni, non ha esitato a giudicare come poco trasparente e collaborativo.

Nel corso dell'audizione, l'Anac si è concentrata innanzitutto sui dati di spesa relativi alla manutenzione dell'infrastruttura segnalando che «malgrado la vetustà dell'opera e l'accertamento dello stato di degrado» del Viadotto Polcevera «i costi per gli interventi strutturali» effettuati negli ultimi 24 anni «sono stati pari ad appena 23 mila euro all'anno». Una spesa del tutto trascurabile, segnala l'Autorità, soprattutto se messa in confronto con i volumi di spesa per «i contemporanei interventi non strutturali» pari a 8,7 milioni, messi in campo «per interventi quali ad esempio il rifacimento del tappetino di usura» del manto stradale. «Critico - si legge nel documento depositato dall'Autorità - appare peraltro il confronto tra l'azione del precedente concessionario (Iri) e di Autostrade per l'Italia se si considera che gli interventi strutturali sull'opera sono stati effettuati per il 98% prima del 1999, data di passaggio della titolarità della concessione da Iri ad Autostrade per l'Italia». Dal 1994 al 2005 «nessuna spesa per interventi infrastrutturali risulta effettuata». Mentre «nel periodo compreso tra il 2005 e l'anno del crollo (2018) la spesa per interventi strutturali risulta essere stata esigua (440.000 euro)».

L'Anac ha anche criticato con durezza l'atteggiamento scarsamente collaborativo della società nei confronti dell'Anticorruzione. L'Autorità, viene ricordato, ha dovuto prima contestare e superare l'interpretazione di Aspi che, in generale, si opponeva alla pubblicazione delle convenzioni con il Mit trincerandosi dietro il segreto commerciale. Poi, con particolare riferimento al crollo del Ponte Morandi, l'Anac segnala che «prima di fornire le relazioni e la documentazione richiesta la concessionaria ha cercato di opporsi ad un intervento di vigilanza dell'Autorità, contestandone la competenza in ragione del tempo della concessione». «È dunque evidente che Autostrade per l'Italia ha mostrato, in generale, una scarsa o nulla propensione alla condivisione di informazioni con soggetti deputati al controllo o, comunque, a garantire un presidio di trasparenza nell'interesse ed a tutela di tutta la collettività».

Un passaggio viene dedicato anche alla questione della revoca della concessione ad Aspi, che tiene banco anche in questi giorni, in attesa della decisione del Governo. Secondo l'Anac la norma del decreto Milleproroghe (art. 35) che disciplina la revoca - con gestione provvisoria affidata all'Anas in attesa dell'eventuale individuazione del nuovo concessionario - attua i principi di concorrenza e assicura la continuità di gestione. Bisogna però fare attenzione al fatto che - avverte l'Autorità - « la concreta applicazione della norma , soprattutto nella parte relativa agli indennizzi, potrebbe dar luogo a futuri contenziosi ».

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