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Merci su ferro/1. Ok Ue al Ferrobonus. Delrio: «Strategia chiara per il settore»

di A.A.

La Commissione europea ha dato finalmente via libera agli incentivi statali all'intermodalità, "sconto pedaggio" e "Ferrobonus", 120 milioni di euro all'anno per tre anni che tramite uno sconto sul pedaggio ferroviario hanno l'obiettivo di trasferire merci dal trasporto su gomma alla ferrovia. «Dopo 7-8 mesi di attesa - ha annunciato il Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio – finalmente da Bruxelles ci è arrivata la risposta positiva».

La logistica e il trasporto merci su ferro sono state al centro del convegno del 14 novembre al polo museale Fs di Pietrarsa (Napoli), organizzato da Confetra, Assofer e Confindustria. Un interesse nuovo sembra registrarsi da parte dell'industria manifatturiera ("la domanda") per il trasporto su ferro. «Produzione e logistica sono strettamente legati – ha detto a Pietrarsa Pietro Ottolenghi, presidente del Gruppo tecnico Logistica e Trasporti di Confindustria – L'Italia potrebbe essere il principale porto dell'Europa, ma solo il 7% delle merci viaggia su treno. I treni potrebbero essere una grande rivoluzione: siamo favorevoli ai ferrobonus, ma ci sono ancora troppi aiuti all'autotrasporto, vanno spostati sul ferro».

«Il primo tassello della nostra strategia – ha ricordato il Ministro Graziano Delrio - sono le infrastrutture: stiamo investendo sui valichi alpini, e per l'adeguamento delle reti nazionali ai treni merci più moderni, con sagoma Pc80 e lunghezza 750 metri, e per i collegamenti ferroviari ai porti che ancora non li hanno. Poi la semplificazione e l'efficientamento, con i fast corridor per lo sdoganamento delle merci in mare, con i 200 milioni messi nel Pon per digitalizzare l'Agenzia delle dogane. Dobbiamo dare al mercato una chiara indicazione di strategia e tempi certi per l'ammodernamento della rete, vogliamo stimolare una politica industriale. In questo quadro ci sono gli incentivi del Ferrobonus».

«Nel contratto di programma – ha ricordato l'Ad di Rfi Maurizio Gentile – abbiamo investimenti programmati o in corso per 32 miliardi di euro, di cui 18 stanziati negli ultimi due anni. Concentriamo gli investimenti sui corridoi europei, sui collegamenti ai porti e agli interporti».

I nuovi incentivi valgono insieme 120 milioni all'anno per tre anni ed entrambi riducono il pedaggio che le imprese di trasporto ferroviario pagano al gestore della rete (Rfi). «I due sconti cumulati, da gennaio 2017 - spiega Giancarlo Laguzzi, presidente di Fercargo, (l'associazione delle imprese ferroviarie) - consentiranno sconti sui prezzi dei treni ai clienti finali del 15% circa al Centro-Nord e del 25% circa al Sud. Si tratta di un importante tassello delle politiche messe in campo dal Ministro Delrio per rendere il trasporto ferroviario più competitivo».
«Al Ministero è cambiato il clima – apprezza Nereo Marcucci, presidente di Confetra – con la strategia chiara di Delrio, la disponibilità al dialogo con gli operatori, e anche il contratto di Rfi aperto e puntato sul trasporto merci. I ferrobonus sono tuttavia uno strumento ancora limitato e parziale. Bisogna arrivare presto al macchinista unico e servirebbe un budget specifico di Rfi anche per la realizzazione di raccordi con le industrie manifatturiere».

D'accordo Guido Gazzola, presidente di Assoferr (l'associazione degli operatori ferroviari e intermodali): «Bisognerebbe estendere i bonus al solo ferro, e crearne di nuovi che incentivino le imprese a investire su impianti ferroviari. Chiediamo poi a Rfi di investire anche sull'ultimo miglio verso le fabbriche e sull'elettrificazione delle reti di adduzione».

«Siamo disponibili – risponde Gentile (Rfi) – dal 2017 faremo accordi quadro con gli operatori per stimare la domanda ai fini dei nostri investimenti. Tuttavia il ruolo di aggregare e stimolare la domanda spetta anche a operatori e interporti».

Torna protagonista nel trasporto merci su ferro anche il Gruppo Fs, almeno questo è l'obiettivo del Piano industriale decennale presentato a fine settembre dall'Ad Renato Mazzoncini, con l'annuncio della costituzione della società unica Mercitalia dal 1° gennaio 2017. Con la progressiva liberalizzazione del mercato ferroviario non ha prodotto in Italia, per quanto riguarda il trasporto merci, un aumento dei volumi trasportati, che anzi a causa della crisi sono crollati dal 2008 al 2015 da 70 a 42 milioni di treni/km, ma piuttosto ha permesso la crescita di operatori privati, che sono saliti dall'11 al 39% del mercato, relegando Trenitalia Cargo dal'89 al 61% (un calo ancora più forte, peraltro, se visto in valore assoluto). L'obiettivo è ora invertire la rotta con la società unica Mercitalia, puntando in particolare sul trasporto merci lungo i corridoi europei e sui collegamenti con interporti e grandi zone industriali.

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