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Il Dl semplificazioni riparte in salita, a giugno i bandi perdono il 30%

Da luglio mano libera ad affidamenti diretti e procedure negoziate senza bandi di gara sotto la soglia Ue di 5,3 milioni

di G. Sa.

Giugno sarà l’ultimo mese in cui sarà possibile capire quale sia l’andamento del mercato degli appalti di lavori pubblici in base ai bandi di gara: indicatore parziale ma comunque utile a capire se non cosa e quanto si realizza, almeno che cosa e quanto si mette in moto con un bando di gara. Da luglio, con il decreto semplificazioni che lascia mano libera ad affidamenti diretti e procedure negoziate senza bandi di gara sotto la soglia Ue di 5,3 milioni di euro e un largo spettro di possibilità di affidamenti senza gara anche sopra soglia, l’indicatore di mercato non ci sarà più. Anche per questo il dato dell’Osservatorio Cresme-Sole 24 Ore sui bandi di gara di giugno ha un particolare valore: dice esattamente da dove parte il nuovo regime sugli appalti dettato dal decreto semplificazioni. E i dati confermano in pieno che è una partenza in salita.

Nel mese di giugno sono stati messi in gara lavori per 3.079milioni di euro contro i 4.413 del mese di giugno 2019: il calo è del 30,2%. Se si prende tutto il semestre le cose vanno un po’ meno peggio, ma il senso non cambia. Nel primo semestre 2020 sono stati banditi lavori per 13.687 milioni contro i 16.605 dello stesso periodo del 2019. La contrazione è del 17,6%.

L’analisi del Cresme evidenzia le criticità anche in chiave territoriale e settoriale. Sul piano geografico, l’impatto negativo rigaurda il Nord Est che ha perso il 74% a giugno e il 38% nel primo semestre.

Interessante anche la fotografia dei committenti. Forse anche per effetto dell’emergenza Covid c’è una crescita degli enti dell’amministrazione centrale (+156% a giugno e +53,3% nel semestre), ma anche dei comuni (+6,2% a giugno ma resta negativo a -9,3% il semestre) e delle province (+262% a giugno e +34,3% nel semestre). Le perdite più serie sono quelle dei gestori di reti, infrastrutture e servizi pubblici nazionali (-39,7% a giugno e -9,7% nel semestre) ma c’è una significativa ripresa per Ferrovie e Anas. Le Fs crescono del 20,8% a giugno, ma il dato del semestre resta negativo (-38,8%), mentre la società delle strade totalizza un +43% a giugno e resta a -12,4% nel semestre. La sanità pubblica è tornata a pubblicare bandi nonostante il Covid (+265,9%) mentre resta negativo il dato del semestre (-41,8%). In questo caso, però, proprio l’emergenza può aver alterato il dato visto il largo e legittimo uso fatto di procedure eccezionali.

Intanto ieri è iniziato il giro delle audizioni sul decreto legge semplificazioni alle commissioni Affari costituzionali e Lavori pubblici del Senato. Fra gli altri intervenuti ci sono i professionisti della progettazione e delle attività tecniche. Per Rete delle professioni tecniche (Rpt) è intervenuto Rino La Mendola, vicepresidente del Consiglio nazionale degli architetti, che ha proposto «un pacchetto di emendamenti al codice dei contratti per semplificare non solo l’appalto, ma l'intero processo di esecuzione di un’opera pubblica, dalla programmazione al collaudo dei lavori». In particolare, «per la semplificazione del processo di approvazione dei progetti, abbiamo proposto una modifica all’art.26 al fine di estendere le competenze del RUP per la verifica dei progetti di importo inferiore alla soglia comunitaria e all’art.102 affinché il collaudo possa essere semplicemente sostituito dal certificato di regolare esecuzione, redatto dallo stesso direttore dei lavori, in modo che le opere pubbliche possano essere di fatto collaudate e rese agibili immediatamente dopo la fine dei lavori». I professionisti chiedono anche «un fondo di rotazione per finanziare gli affidamenti ai liberi professionisti».

Per gli artigiani della Cna il decreto costituisce «un primo passo» ma è necessario fare di più. «È fondamentale - ha detto il segretario generale Silvestrini - cambiare il paradigma affermando tre principi: l’autocertificazione come strumento di accelerazione delle pratiche amministrative; i controlli allo Stato e l’iniziativa economica all’impresa, attraverso il riconoscimento in via generale dell’addebito dell’onere della prova a carico dell'amministrazione; norme chiare e caratterizzate da un’attuazione semplice».

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