Amministratori

Pre-dissesto, fondo progetti e segretari: pioggia di novità dal Senato nel Dl Agosto

Stop ai controlli semestrali della Corte dei conti che hanno bocciato molti piani

di Gianni Trovati

Cambiano le regole del «pre-dissesto», il meccanismo pensato per salvare dal default i Comuni in crisi. E frenano i controlli della Corte dei conti, che quando boccia i piani di riequilibrio finanziario arriva a imporre il default. La palla, grazie a un emendamento che è riuscito a farsi largo nel fiume di correttivi al decreto Agosto approvati in commissione Bilancio al Senato, passa al ministero dell'Interno, dove a vigilare sarà la Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali: un organismo a cavallo tra politica e tecnica, presieduto dal sottosegretario all'Interno e composto da esponenti ministeriali e degli enti locali. Che dovrebbe avviare esami più clementi rispetto a quelli dei magistrati contabili. Dietro all'apparenza tecnica di questo cambio di competenza c'è un lungo conflitto politico che in questi anni ha agitato la vita di molte città, soprattutto al Sud.

Il problema nasce dal mancato funzionamento del meccanismo del «pre-dissesto», inventato dal governo Monti nel 2012 per evitare il rischio di default a catena negli enti locali, soprattutto al Sud. I piani di rientro, che avrebbero dovuto rimettere ordine nei conti degli enti con un aumento delle entrate (tributi in primis) e un taglio alle spese, spesso mancano gli obiettivi intermedi, con il risultato che le Corti dei conti li bocciano chiedendo il default. Chi ha santi in Paradiso, cioè in Parlamento, trova spesso un comma che blocca il processo, come accaduto per esempio negli ormai innumerevoli «salva-Napoli» (l'ultimo nel decreto semplificazioni, che congela il rischio default fino al giugno del 2021, termine del secondo mandato del sindaco De Magistris). Con le nuove regole, per evitare il dissesto, Comuni e Province potranno scrivere un piano di rientro che duri al massimo 10 anni (finora si andava da 4 a 20 a seconda dell'entità del problema), e che sarà appunto approvato dal ministero dell'Interno e non più dalla Corte dei conti.

Ai magistrati contabili resta il «controllo ordinario» nell'ambito dell'esame annuale che viene svolto sui bilanci di tutti i Comuni. E nell'assenza di una disciplina transitoria, è facile immaginare che anche i circa 250 Comuni già in pre-dissesto, un gruppone che comprende fra gli altri Napoli, Reggio Calabria, Foggia e altri capoluoghi, chiederanno di applicare le nuove regole. Soprattutto nella parte che, per l'ennesima volta in questi mesi, taglia le unghie alla Corte dei conti.Lo slancio emendativo dimostrato dai senatori non si è comunque limitato alla disciplina del pre-dissesto. Gli enti strutturalmente deficitari si vedono stoppate le sanzioni (taglio pari all'1% delle entrate) previste quando non garantiscono la copertura obbligatoria dei costi di gestione. Il fondo per la progettazione (2,8 miliardi fino al 2031), che l'anno prossimo potrà contare su 428 milioni, potrà essere dedicato al finanziamento integrale dei progetti, perché dal 2021 cadrà l'obbligo di cofinanziamento comunale.

Il concorso straordinario chiamato a reclutare i segretari per i 1.800 Comuni che ne sono privi farà svolgere in forma telematica le due prove scritte, come già previsto dalla regole anti-Covid nei concorsi per i dirigenti statali. E una serie di enti riescono a pescare il jolly nel mazzo dei micro-emendamenti grazie a qualche senatore amico: tra i più fortunati c'è Cinisello Balsamo, alle porte di Milano, a cui Palazzo Madama concede gentilmente un milione di euro per lo studio di fattibilità di un sottopasso in Viale Fulvio Testi, il trafficatissimo vialone che collega il capoluogo lombardo alla Brianza.

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