Fisco e contabilità

Certificazione Covid, dalla Ragioneria i dati definitivi sulla perdita di gettito 2020 ente per ente

Conoscere questi numeri consente di completare la quantificazione delle minori entrate e minori/maggiori spese connesse con l'emergenza sanitaria

di Patrizia Ruffini

Pubblicati i dati definitivi 2019 e 2020 di Imu, Addizionale Irpef, Rc Auto e Imposta provinciale di trascrizione che alimentano il modello della Certificazione Covid-19. Lo rende noto la Ragioneria Generale dello Stato, con una comunicazione, molto attesa dagli enti, pubblicata nei giorni sulle pagine del pareggio di bilancio.

Dopo il parere favore nella seduta della Conferenza Stato-Città ed autonomie locali del 25 marzo 2021 (si veda Enti locali & edilizia del 26 marzo), sarà emanato nei prossimi giorni il nuovo decreto del ministero dell'Economia e delle finanze, di concerto con il ministero dell'Interno, sostitutivo di quello n. 212342 del 3 novembre 2020, attualmente vigente. Contestualmente all'emanazione del nuovo Decreto, saranno messi in linea sull'applicativo web http://pareggiobilancio.mef.gov.it i nuovi modelli della certificazione Covid-19 per l'anno 2020.

Nelle more delle attività necessarie a terminare l'iter, la Ragioneria generale dello Stato consente agli enti di poter effettuare subito le simulazioni definitive della certificazione. Dopo aver diffuso i dati provvisori riferiti al 31 dicembre 2020 (si veda Enti locali & edilizia del 18 febbraio), pubblica ora i dati conclusivi di fonte F24 e Aci utili per arrivare alle risultanze finali della certificazione.

I dati, provenienti dal Dipartimento delle Finanze, saranno inseriti come pre-compilati dal sistema nella Sezione 1 - Entrate del modello Covid-19, alle colonne (a) - «Accertamenti 2020» e (b) - «Accertamenti 2019» delle righe «Imposta municipale propria e Tributo per i servizi indivisibili (TASI) - IMI e IMIS» - « Addizionale comunale IRPEF» - «Imposta di iscrizione al pubblico registro automobilistico (PRA)» - « Imposta sulle assicurazioni RC auto».

Per i versamenti F24 gli importi fanno riferimento ai codici comune indicati nelle deleghe e possono, quindi, risentire di eventuali errori commessi dai contribuenti, non identificabili. Sono stati invece eliminati gli importi riferiti a errori nei versamenti Imu/Tasi per gli anni 2019 e 2020 comunicati dai comuni sul Portale del Federalismo fiscale (Circolare 1/DF del 2016).

Per l'addizionale comunale all'Irpef, poi, tenuto conto delle modalità di versamento a titolo di acconto e saldo, sono stati azzerati gli importi versati nel 2019 e 2020 a favore degli enti che non hanno istituito il tributo, ovvero hanno deliberato un'aliquota pari a zero nel triennio 2018-2019-2020. Sono stati azzerati anche gli importi versati nel solo anno 2019 a titolo di addizionale comunale per i comuni che negli anni 2018 e 2019 non hanno istituito il tributo ovvero hanno deliberato un'aliquota pari a zero.

I risvolti operativi
Conoscere questi numeri consente di completare la quantificazione delle minori entrate e minori/maggiori spese connesse con l'emergenza sanitaria da Covid-19. Dal confronto fra impieghi (certificati) e risorse assegnate, deriva la chiusura dell'allegato a/2 dell'avanzo vincolato del rendiconto dell'anno 2020. L'importo certificato potrà non coincidere con quanto riportato nell'allegato delle quote vincolate al risultato di amministrazione: in avanzo finiscono per esempio anche le quote di contratti di servizio 2021, l'eventuale quota parte della Tari riconosciuta e non utilizzata nel 2020.

Gli enti che invece hanno già approvato lo schema di rendiconto, potranno, nel caso di differenza con le quote vincolate del risultato, riapprovare in Consiglio e inviare di nuovo a Bdap (Arconet Faq 47) le parti modificare del rendiconto 2020 (risultato di amministrazione, allegato a2, equilibri di bilancio e quadro riassuntivo). Per questi enti è infine possibile anche emendare lo schema di rendiconto, nel rispetto della propria disciplina regolamentare.

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