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Ance: il Recovery Plan è già in ritardo, servono cabina di regia unica e semplificazioni

Buia in Parlamento sulla Manovra conferma la necessità di prorogare il superbonus

di G.Sa.

«C’è molta aspettativa sui 209 miliardi di Next Generation Eu, sui 132 miliardi della nuova programmazione della politica di coesione nazionale ed europea, sui 52,8 miliardi di ulteriori finanziamenti agli investimenti e alle infrastrutture previsti nella legge di bilancio. Complessivamente l’Italia avrà a disposizione, nei prossimi 15 anni, quasi 400 miliardi di euro. Risorse senza precedenti. Ma a distanza di mesi, non è ancora chiaro cosa intendiamo fare con questi fondi e come pensiamo di snellire le procedure per cambiare passo nella realizzazione degli investimenti». Il presidente dell’Ance, Gabriele Buia, in audizione alla Camera sulla legge di bilancio e sul quadro di finanza pubblica non nasconde la grande preoccupazione per il modo in cui si sta lavorando al Recovery Plan. «Le ultime quattro leggi di bilancio - ha detto - hanno già stanziato quasi 150 miliardi di euro che non siamo ancora riusciti a trasformare in investimenti. Non è pensabile riuscire ad ottenere risultati diversi facendo sempre le stesse cose».

Questo complesso di risorse rappresenta - ha detto il presidente dell’Ance - «un’occasione unica e irripetibile per l’Italia, ma senza riforme strutturali, senza strumenti immediati ed efficaci per accelerare la spesa, come ci chiede l’Europa, non possiamo riuscire a utilizzarle. Finora questi strumenti non sono stati adottati, neanche con il Dl semplificazioni».

Cosa bisogna fare? «È necessario uno sforzo epocale da parte del governo e di tutte le istituzioni centrali e territoriali finalizzato a rafforzare la capacità tecnica delle amministrazioni, ridurre gli oneri burocratici, ad azzerare i ritardi, ad avere una capacità di programmazione che eviti la dispersione delle risorse e delle procedure permettendo portare a termine gli interventi entro i termini stabiliti».

L’Ance propone «una governance unitaria, tramite un’unica cabina di regia, che possa imprimere una reale accelerazione agli investimenti sostituendo le molteplici strutture già esistenti che non hanno avuto effetti nel rafforzare il processo realizzativo. La soluzione proposta nel Ddl di bilancio appare lontana da tale obiettivo».

L’Ance aveva proposto a marzo un Piano Italia con procedure snelle e immediate di spesa, sul modello di quanto fatto con grande successo nel 2019 e anche quest’anno. La priorità è «velocizzare al massimo il passaggio dalle risorse ai cantieri e cioè dalla programmazione degli interventi alla localizzazione e approvazione dei progetti fino alla loro realizzazione».

A questo proposito ieri la ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli, ha annunciato un aggiornamento del contatore sulle opere sbloccate. «Ammontano a più di 17 miliardi - dice una nota del ministero - le opere infrastrutturali, tra cantieri conclusi, appaltati e avviati, messe a terra dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti da settembre 2019 ad oggi. In poco più di un anno, nonostante la pandemia, siamo riusciti a mettere in piedi una buona parte del nostro Piano Italia Veloce. Un nuovo e importante impulso agli investimenti pubblici, nell’assoluta convinzione che oltre a modernizzare la rete infrastrutturale del Paese, generano nuova occupazione e costituiscono un sicuro volano di crescita economica».

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